Home Forums 10 – FARE il cambiamento Estendere il potere legislativo ai cittadini mediante revisione art.70 cost.

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      ESTENDERE IL POTERE LEGISLATIVO AI CITTADINI MEDIANTE REVISIONE DELL’ART.70 DELLA COSTITUZIONE Classifica: 24°

      Proponiamo che l’Art. 70 della Costituzione, che attualmente e’: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere” sia modificato nella forma: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere e anche dal popolo, purché si raggiunga un quorum di partecipazione, che sarà stabilito dalla legge”. Suggeriamo un quorum di partecipazione dell’ 1%.

      In questo modo i cittadini sarebbero esplicitamente coinvolti nel  processo legislativo e la Costituzione risulterebbe anche più coerente con se’ stessa, dato che annuncia che “la sovranità appartiene al popolo”.

      Il potere legislativo ai cittadini è previsto nei numerosi paesi del mondo dove esistono strumenti di democrazia diretta.  La Costituzione stessa, in Italia già prevede strumenti di democrazia diretta, come i referendum abrogativi, di ratifica costituzionale e le leggi di iniziativa popolare. Strumenti che però vengono di fatto ridotti nella loro incisività dalle leggi applicative e dalla prassi parlamentare.
      = = =
      Inserito nel DOC

      = = =

      Stanza videoconferenza:

      https://meet.jit.si/piudemocraziaitalia_24

       

      ===

      Descrizione sintetica

      Art. 70 attuale: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”.

       

      Proposta di modifica:

      “La funzione legislativa è esercitata dalle due Camere e anche dal popolo, purché si raggiunga un quorum di partecipazione, che sarà stabilito dalla legge.

      Quorum suggerito: l’1% degli aventi diritto”.

       

      Questa modifica serve a coinvolgere i cittadini nel potere legislativo. In pratica, 500 mila cittadini dovrebbero poter fare delle leggi, allo stesso modo del Parlamento.

       

      Presentazione

      In campo politico, decidere significa legiferare.

      L’attuale Costituzione riconosce il potere legislativo unicamente al Parlamento (art. 70).

      Il popolo non può legiferare. Può solo fare pressione sul Parlamento: la stessa cosa che fanno le lobby. E può farlo con vari strumenti riconosciuti dalla stessa Costituzione, tra cui:

      • Libertà di associazione (art. 18)
      • Libertà di pensiero (art. 21)
      • Libertà di voto (art. 48)
      • Libertà di associarsi in partiti (art. 49)
      • Libertà di rivolgere petizioni alle Camere (art. 50)
      • Libertà di indire referendum abrogativi (art. 75).

      Nessuno di questi strumenti implica un potere decisionale avente forza di legge. Stando alla Costituzione, i cittadini non possono legiferare, nemmeno se fossero uniti al 100%, perché il potere legislativo è riconosciuto in esclusiva al Parlamento. Di fatto, tutte le leggi passano attraverso il Parlamento. Anche quelle approvate per via referendaria.

      Ora, se è vero che “sovrano” è colui che fa le leggi, stando alla Costituzione, sovrano è il Parlamento, non il popolo. È il Parlamento che decide, non il popolo. Il popolo è sovrano solo nel senso che può scegliere le persone da mandare in Parlamento.

      Ebbene, se noi cittadini vogliamo poter partecipare all’attività legislativa, se vogliamo poter decidere, dobbiamo revisionare almeno l’art. 70. Finché rimarrà in essere questo articolo, non potremo decidere nulla.

      Il potere legislativo esteso ai cittadini è da ritenere propedeutico e preliminare per qualsiasi azione popolare finalizzata a produrre un cambiamento.

      In assenza di potere legislativo, tutte le azioni messe in atto dai cittadini rischiano di risolversi in un nulla di fatto, come la corsa del criceto sulla ruota.

       

      COME revisionare l’art. 70

      Ecco i passi da fare, nell’ordine:

      1. Prendere atto che: a) per fare qualunque cosa, bisogna avere il potere di fare quella cosa; b) noi cittadini non abbiamo alcun potere di fare delle cose aventi forza di legge; c) se vogliamo fare delle cose, dobbiamo prima conquistare il potere di farle.
      2. Prendere coscienza che, per conquistare il potere politico, dobbiamo intervenire sulla Costituzione, perché è proprio la Costituzione a escluderci da esso.
      3. Questa proposta di modifica dell’art. 70 serve a dare potere decisionale ai cittadini.
      4. Raccogliere adesioni.
      5. Al raggiungimento di un certo numero di adesioni (10 mila?), fondare un partito di scopo, allo scopo di conquistare la maggioranza nel paese e attuare la proposta.

      Proponente Pietro Muni

      • Questo topic è stato modificato 4 anni fa da portavoce.
      • Questo topic è stato modificato 3 anni, 11 mesi fa da portavoce. Motivo: link videoconferenza
      • Questo topic è stato modificato 3 anni, 8 mesi fa da Leonello Zaquini. Motivo: Inserito nel doc "fare il cambamento"
    • #4237 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Ringrazio Pietro Muni per la proposta.

      Ho due commenti al testo che ne descrive il contenuto:

      1) La modifica della frase nella Costituzione pare  opportuna, e di certo il potere legislativo dei cittadini va potenziato ( come anche indicano altri punti, qui elencati), non mi pare pero’ completamento corretto l’affermare al tempo stesso:
      “….

      • Libertà di indire referendum abrogativi (art. 75).

      Nessuno di questi strumenti implica un potere decisionale avente forza di legge … ”

      La votazione popolare a seguito di una referendum abrogativo ( o anche di ratifica) ha potere legislativo.

      2) suggersico di restringere il testo adegandolo ( anche se approssimativamente) al numero dei caratteri.
      Di certo poi ci sara’ piu’ spazio in un testo piu’ dettagliato, che seguira’ il testo sintetico.

    • #5051 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Propongo un testo che a partire da quello proposto da Pietro Muni, sia omogeneo come struttura agli altri “testi brevi”, che descrivono: cosa vogliamo / i vantaggi / dove esiste altrove nel mondo / 1000-1500 caratteri.

      = = =
      ESTENDERE IL POTERE LEGISLATIVO AI CITTADINI MEDIANTE REVISIONE DELL’ART.70 DELLA COSTITUZIONE

      Proponiamo che l’Art. 70 della Costituzione, che attualmente e’: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere” sia modificato nella forma: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere e anche dal popolo, purché si raggiunga un quorum di partecipazione, che sarà stabilito dalla legge”. Suggeriamo un quorum di partecipazione dell’ 1%.

      In questo modo i cittadini sarebbero esplicitamente coinvolti nel  processo legislativo e la Costituzione risulterebbe anche più coerente con se’ stessa, dato che annuncia che “la sovranità appartiene al popolo”.

      Il potere legislativo ai cittadini è previsto nei numerosi paesi del mondo dove esistono strumenti di democrazia diretta.  La Costituzione stessa, in Italia già prevede strumenti di democrazia diretta, come i referendum abrogativi, di ratifica costituzionale e le leggi di iniziativa popolare. Strumenti che però vengono di fatto ridotti nella loro incisività dalle leggi applicative e dalla prassi parlamentare.

    • #5267 Score: 0
      pietro.muni
      Spettatore

      Caro Leo

      Trovo ottima la sintesi che hai fatto nel tuo ultimo commento.

      Mi rimane qualche dubbio sulla seguente tua affermazione:
      La votazione popolare a seguito di una referendum abrogativo ( o anche di ratifica) ha potere legislativo.

      Potrei sbagliare, ma a me risulta che, anche dopo le consultazioni referendarie, l’utima parola spetta sempre al Parlamento. Lo dimostra il referendum sul finanziamento pubblico dei partiti del 1993. Per quanto ne so, il popolo non ha alcun potere legislativo. È sovrano solo di nome!

    • #5268 Score: 0
      pietro.muni
      Spettatore

      Sul potere politico

      È noto a tutti che la ricchezza è legata al potere. Ce lo dice la storia e lo confermano i fatti a noi contemporanei: c’è un connubio indissolubile tra proprietà e potere, nel senso che il denaro può essere usato per acquistare proprietà e la proprietà può essere usata per acquisire ricchezza. “Oggi i ricchi dettano sempre più l’agenda politica” (Volpato 2019: 216). Ma da dove deriva questo loro potere? “La risposta è abbastanza chiara: attraverso il finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali” (Milanovic 2020: 65). Basti pensare che, negli Stati Uniti, “nel 2016, l’1 per cento dei più ricchi dell’1 per cento più ricco (e non è un errore di battitura) ha contribuito per il 40 per cento delle donazioni totali della campagna elettorale” (Milanovic 2020: 65). “Il fatto è che nessuno spende il proprio denaro senza aspettarsi di ricevere qualcosa in cambio” (Milanovic 2020: 66).

      “In America come in Europa, i ricchi finanziano le campagne elettorali di questi politici, i quali, una volta eletti, restituiscono il favore con leggi che favoriscono un loro ulteriore arricchimento” (De Masi 2017: 103). Un esempio per tutti: le imposte di successione. “Negli Stati Uniti la quota esente era di 675.000 dollari nel 2001, ma è stata portata a 5,49 milioni di dollari nel 2017 (22 milioni di dollari per una coppia sposata)” (Milanovic 2020: 56). Insomma, i ricchi sono in grado di indurre gli organi legislativi a legiferare in proprio favore: “imposte più leggere sui redditi elevati, maggiori detrazioni fiscali, plusvalenze più consistenti grazie ai tagli fiscali a favore delle imprese, meno regole, e così via” (Milanovic 2020: 67). “Più la disuguaglianza aumenta e la ricchezza si concentra in poche mani, più i privilegiati hanno potere politico, cosa che consente loro di difendere i propri interessi” (Volpato 2019: 215).

      Il predominio della finanza sulla politica è denunciato da Luigi Ferrajoli con queste parole: “oggi non è più la politica che governa l’economia imponendo regole, limiti e controlli alle attività finanziarie, ma sono i poteri dell’economia e della finanza che dettano ai governi politiche antisociali a sostegno dei loro interessi. Non sono più i governi che garantiscono la concorrenza tra le imprese, ma sono le imprese che mettono in concorrenza gli Stati, privilegiando per i loro investimenti i paesi nei quali è più facile sfruttare il lavoro, inquinare l’ambiente, evadere o ridurre le imposte e corrompere i governi” (2018: 76).

      Ebbene, trovo oltremodo ingenuo pretendere che i ricchi facciano per i cittadini quello che gli stessi cittadini potrebbero fare autonomamente, se ne avessero il potere, ma non sono disposti a fare. Infatti, non chiedono il potere di fare. Da qui la mia proposta di modificare l’art. 70.

      Concludo affermando che, per noi cittadini, è di capitale importanza lottare per il potere politico. Per una semplice ragione: se non facciamo nulla per entrare nella stanza del potere, questo continuerà ad essere esercitato dai più ricchi a loro vantaggio e contro di noi.

      Bibliografia

      De Masi D., Lavorare gratis, lavorare tutti. Perché il futuro è dei disoccupati, Rizzoli, Milano 2017.

      Ferrajoli L., Manifesto per l’uguaglianza, Laterza, Roma-Bari 2018.

      Milanovic B., Capitalismo contro capitalismo, Laterza, Bari-Roma 2020 [2019].

      Volpato C., Le radici psicologiche della disuguaglianza, Laterza, Roma-Bari 2019.

    • #5274 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti

      Caro Pietro,

      Grazie per i tuoi commenti e contributi.

      Negli altri capitoli ho cercato di integrare i tuoi commenti ( pur rispettando l’ultimo testo proposto, dato che era gia’ il frutto di discussioni e integrazioni di contributi precedenti).

      IN questo caso, mi pare che vorresti ritoccare la frase:
      “La Costituzione stessa, in Italia già prevede strumenti di democrazia diretta, come i referendum abrogativi, di ratifica costituzionale e le leggi di iniziativa popolare. Strumenti che però vengono di fatto ridotti nella loro incisività dalle leggi applicative e dalla prassi parlamentare”.

      Ma pare opportuna nel testo, e la frase risulta essere corretta, oltre che la Costituzione e la legge anche i casi recenti lo confermano:

      2016 – La modifica della Costituzione proposta da Renzi , ed approvata dal Parlamento non e’ attuata, in virtu’ del voto popolare.
      2011 – il “legittimo impedimento” tanto volkuto da Berlusconi ( ed approvato dal “suo” Parlamento) non e’ legge, in virtu’ del voto popolare.

      esistono molti altri casi simili.
      Ed e’ anche vero l’episodio che dici.
      Ma quello potrebbe accadere anche per una legge approvata dal Parlamento.
      Infatti, anche una legge votata in parlamento … approvata  …  ecc ecc nessuno impedisce che poi il parlamento stesso la revochi o ne faccia un altra. … .

      Oppure il contrario: una legge proposta in parlamento, e magari bocciata … potra’ essere ripresentata e poi magari approvata.

      Le decisioni prese dal potere legislativo, sia nel caso che sia esercitato dai cittadini che  dal Parlamento non sono eterne. Il “pericolo” ( o la possibilita’) di rivedere le decisioni e’ comunque sepre presente.

      Ma quello e’ e resta: “potere legislativo”.

      I limiti ed i difetti della democrazia diretta in Italia  esistono , ma sono diversi

    • #5275 Score: 0
      Leonello Zaquini
      Moderatore
      107 punti
    • #5276 Score: 0
      pietro.muni
      Spettatore

      Caro Leo

      È del tutto evidente che sullo strumento referendario abbiamo idee diverse. Tu ci vedi il massimo della democrazia, io invece ci vedo un mezzo di cui si servono i poteri forti (i partiti, il parlamento, la chiesa, le grandi organizzazioni, le lobby) al fine di mantenere saldo il loro potere. L’argomento meriterebbe una trattazione ampia e profonda, ma non mi sembra questa la sede più adatta. Mi limito ad alcune affermazioni schematiche con preghiera di segnalarmi se e dove sbaglio.

      Il ref. è una procedura molto complessa e dispendiosa, sicuramente non alla portata del singolo cittadino e nemmeno di piccoli gruppi di cittadini, e attivabile solo dai grandi centri di potere.

      Fra tutti i grandi centri di potere in grado di avviare e gestire una procedura referendaria spicca il Parlamento.

      Il Parlamento può intervenire in tutte le fasi del processo referendario, favorendolo o bloccandolo.

      Tutti i ref. celebrati fino ad oggi hanno potuto avere corso perché il Parlamento aveva una qualche ragione per non opporsi.

      In alcuni casi, il Parlamento sapeva di correre qualche rischio, ma ha ritenuto di poterlo accettare, ben sapendo comunque che avrebbe potuto aggirare la volontà popolare in un secondo momento, cosa che ha fatto nel 1993.

      In tutti gli iter referendari il Parlamento ha il diritto di prima parola e di ultima, e per ultima mi riferisco alla legge attuativa della volontà popolare.

      Il popolo non prende mai l’iniziativa, ma è sempre manovrato, esprime la sua volontà perché qualcuno gliela chiede, non per sua libera scelta.

      Anche quando il popolo può esprimere la sua volontà, le leggi attuative sono fatte dal Parlamento e non dal popolo, e il Parlamento le può sempre modificare, il popolo no.

      Il ref. non si addice al sovrano. Nessun sovrano delibera per via referendaria. Il Parlamento non delibera per via referendaria.

      Il ref. è solo uno specchietto per le allodole, una maschera che il sistema indossa per darsi un aspetto democratico, ma, di fatto, non è poi così diverso dal plebiscito.

      • #5288 Score: 0
        Nicola
        Amministratore del forum
        4 punti

        Caro Pietro,

        il Referendum è il massimo della democrazia se è espressione dei cittadini, ovviamente.

        Tu sai della condanna ONU all’Itala sulla raccolta firme, e sai che l’attuale modalità di autenticazione ha di fatto menomato i cittadini, non il parlamento, perché per fare un referendum, occorrono 500000+1 firme “autenticate”.

        Il problema è l’autenticazione, cosa per cui l’Italia è stata condannata.

        Ovvio che i referendum fatti fino ad ora sono ad opera di partiti, sindacati e pochi altri che hanno i soldi e gli agganci per l’autentica delle firme.

        Ovvio che così, il cittadino non ce la farà mai, infatti, dal 1970, anno di introduzione dell’attuale metodo di raccolta firme, gli italiani hanno potuto fare solo 3 referendum, mi pare di ricordare.

        infatti, dal link di wiki, si vede che i referendum proposti dai cittadini sono pochissimi

        https://it.wikipedia.org/wiki/Consultazioni_referendarie_in_Italia#

        Il referendum in Italia: storia e norme – inTema n°2

        Proposta del Testo della petizione – Condanna ONU sulla raccolta firme, riforma della legge 352 del 1970

         

        Questo non deve essere ritenuto un abbandono dei cittadini, ma un impedimenti attuato contro gli italiani che così avevano  vita difficile per cercare di indire un referendum, che è l’unica cosa che mette il bastone tra le ruote dei partiti.

        Per il 1993, a quali ti riferisci esattamente ?

        Perché ce ne sono stati 8.

         

        Ti ricordo che attraverso il referendum , può anche essere presenta una legge, che se supea il quorum di si, viene introdotta da subito.

        Quindi non capisco perché pensi che il referendum è un’arma dei partiti.

         

        Non facciamoci sommergere dalle ideologie di partito che soffoca, di fatto,  i referendum  proposta dai cittadini.

         

        Mi spieghi cosa accomuna l’art. 70 con i referendum ?

        e perché sarebbe meglio riformare  l’art.70 della cost. ?

        http://www.senato.it/1025?sezione=127&articolo_numero_articolo=70

         

        Per fare tale riforma, cosa servirebbe ?

        Rispondi anche a questo per cortesia.

         

        Ciao

        Nicola

         

    • #5289 Score: 0
      pietro.muni
      Spettatore

      Caro Nicola

      Intanto ti ringrazio per le tue domande. Ecco le mie risposte.

      Mi rifersco al ref. sul finanziamento pubblico dei partiti (1993). Il popolo si espresse per il no, ma poi i partiti trovarono il modo di aggirare la volontà popolare.

      Modificare l’art. 70 comporterebbe mettere il popolo sullo stesso piano del parlamento, anzi su un piano di superiorità, perché, fino a prova contraria sovrano è il popolo e non il parlamento.

      Secondo me, il popolo dovrebbe poter legiferare allo stesso modo del parlamento, quindi senza raccogliere firme. Ovviamente bisognerebbe mettersi d’accordo su un quorum di partecipazione, che dovrebbe essere basso (io propongo 1-5%), MAI zero!

      Dubito che la sola modifica dell’art. 70 possa portare a cambiamenti concreti, perché ci sono anche altri fattori che impediscono al popolo di esercitare il potere legislativo, ma avrebbe almeno il vantaggio di richiamare l’attenzione su questo delicato problema.

      Se volessimo fare un cambiamento come si deve, dovremmo avere più coraggio e riscrivere la Costituzione con la partecipazione del popolo. A giorni presenterò una mia proposta al riguardo, che è basata sui seguenti punti:

      1. Istituzione della Comunità Locale Sovrana come unità politica di base.

      2. Trasformazione dell’Italia in una Confederazione di Comunità Locale Sovrane.

      3. Possibilità di presentare proposte di legge anche da parte di un solo cittadino.

      4. Possibilità di funzionare senza partiti, senza rappresentanti con delega in bianco, senza elezioni, senza referendum e senza raccolta di firme.

      Spero di averti risposto

      Ciao

      Pietro

      • #5296 Score: 0
        Nicola
        Amministratore del forum
        4 punti

        Ciao Pietro,

        intatto faccio una rettifica, NON si possono fare referendum per fare  inserire una nuova legge.

        Attualmente i referendum sono solo abrogativi o confermativi.

        Solo ‘introduzione del “Referendum Propostivo”, se ho capto bene, permetterebbe ai cittadini di scrivere una legge da inserire  tra gli articoli di legge, ma non ne sono sicuro.

         

        Per il finanziamento pubblico dei partiti, il fatto che lo abbiano aggirato  non significa che lo abbiano abolito, anzi quindi il referendum ha avuto il suo effetto, hanno dovuto aggirarlo.

         

        Ora, se i cittadini avessero il potere di bloccare leggi non giuste ed in conflitto di interessi, come accade in Svizzera, ci sono tipi di legge che attivano automaticamente un referendum ed i cittadini votano, ecco perché i politici sono più attenti a ciò che legiferano e sono più distaccati dal voto di partito.

         

        Anche io vorrei che i cittadini potessero fare Referendum su tutto, per il quorum, ZERO mi pare buono, non so se lo alzerei.

        Anche perché se lasci zero, sai che se vuoi cambiare qualcosa devi andare a votare, il voto è un diritto ma anche un dovere.

        Con quorum zero, no si può dire ai cittadini di andare al mare.

         

        Come lo cambieresti l’art. 70 cost,. quindi ?

        Aggiungeresti qualcosa a quanto hai già indicato ?

        O quello che hai scritto è la modifica finale ?

        Non basterebbe il “Referendum Propositivo” ?

        Sicuramente, se il popolo potesse legiferare, potrebbe fare tante cose,

         

         

        Attendo la tua proposta finale, voglio leggerla sicuramente.

        Anche perché implica il cambio di costituzione, da quello che capisco.

        Come fai senza referendum?

         

        Intanto vorrei capire cosa dei 27 punti di “FARE il cambiamento” potrebbe tornare utile per la tua proposta i cambiamento (26, 1 è il tuo :-p).

         

        Ciao

        Nicola

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    • #5304 Score: 0
      pietro.muni
      Spettatore

      Caro Nicola

      Sul Ref. del 1993

      Il referendum dell’aprile 1993 chiamava i cittadini ad esprimersi a proposito del finanziamento pubblico dei partiti. L’esito fu clamoroso: oltre il 90 per cento dei votanti, ossia più di 31 milioni di elettori, si dichiararono contrari al finanziamento pubblico. La particolarità di questa consultazione referendaria è che i politici trovarono il modo di disattendere la volontà degli elettori, semplicemente sostituendo il termine «finanziamento» con «rimborso» e, con questo stratagemma, già a partire dalla legge 515 del dicembre 1993, hanno continuato a finanziare i partiti con denaro pubblico in un crescendo di erogazioni (Bordon 2008: 80-3). La lezione è chiara: il popolo può pensarla come crede, ma in Italia il potere sovrano è saldamente in mano di pochi leader di partito e spetta a loro il diritto di pronunciare l’ultima parola. Insomma, il vero sovrano è il parlamento, non il popolo.

      Sul referendum in generale

      La nostra Costituzione prevede solo tre tipi di referendum: abrogativo ad iniziativa popolare (art. 75), costituzionale (art. 138) e per la modificazione territoriale delle regioni (art. 132). Di questi solo il primo avrebbe i caratteri dell’istituto ordinario e di frequente impiego, se non fosse per l’esistenza di fattori limitanti, quali la raccolta di un numero esorbitante di firme, il filtro della Consulta e il quorum al 50% degli aventi diritto. Il fatto è che, nelle intenzioni dei padri costituenti, il referendum aveva un significato solo simbolico, una sorta di concessione dovuta al popolo, affinché fosse chiaro che la nascente Repubblica era una vera democrazia. In altri termini, l’istituto referendario fu introdotto più per una questione d’immagine che per intima convinzione. Nessuno pensava infatti ad una sua applicazione pratica e meno che mai ordinaria e frequente, tanto è vero che, dopo il referendum istituzionale del 1946, per quasi trent’anni non si sentì più il bisogno di farvi ricorso. “In Italia, così come nelle democrazie in genere, l’istituto referendario non ha mai goduto di buona fama né tra la maggioranza dei politici e dei partiti né tra la maggioranza degli accademici” (Uleri 1994: 422). Ancora oggi i più ritengono che si tratti di una pratica inutile, che pone il cittadino di fronte a quesiti su cui non ha competenza e che si presta a strumentalizzazioni demagogiche.

      Questioni aperte

      Quando si dice che il referendum è uno strumento decisionale popolare, biognerebbe ricordarsi di specificare chi sono i veri protagonisti. Popolo è termine troppo generico per avere un significato preciso.

      Significato di democrazia

      Spesso si confondono le libertà introdotte in Europa a partire dal Seicento, con la democrazia, ma si tratta di due cose diverse. La democrazia implica la partecipazione dei cittadini all’attività legislativa. Se il popolo è escluso da questa partecipazione, come è il caso dell’Italia, non si può parlare di democrazia.

      In Italia, il potere legislativo è esercitato esclusivamente dalla Camere (art. 70).  Sarebbe opportuno estendere la partecipazione anche al popolo. Se il popolo avesse il potere legislativo non avrebbe alcun bisogno di complicati e costosi referendum. Per il momento però il popolo non sembra avvertire questa esigenza, e questa mi sembra la principale ragione che si oppone alla revisione dei detto articolo come da me proposta,

      I punti migliori dei 27 punti di “FARE il cambiamento”

      I punti che considero migliori sono queli che si muovno in direzione della partecipazione popolare all’attività legislativa, cioè della democrazia. In particolare:

      Federalismo

      Informazione libera

      Educazione civica

      Implementazione di strumenti di democrazia partecipata

      LIP

      Assemblee dei cittadini

      Per potere funzionare però, questi punti richiederebbero intanto la coscienza che non siamo in democrazia e poi anche il potere decisionale. Al momento non abbiamo né l’una né l’altro.

      I punti che mi piacciono di meno

      Il punto che mi piace meno di tutti è quello che propone il Quorum Zero, il quale denota la scarsa considerazione in cui è tenuto il popolo. Il Quorum, infatti, indica la quantità di popolo necessaria perché si possa approvare una legge. Più alto è il quorum, più c’è democrazia. Nell’antica Atene avevano un quorum altissimo (intorno al 12%). Oggi questo valore sarebbe improponibile, ma potrebbe già bastare un quorum compreso tra l’1 e il 5%. Il quorum zero sarebbe da rigettare.

      Non so se ho risposto alle tue domande.

      Ciao

      Pietro

    • #5794 Score: 0
      caspiat
      Spettatore
      -2 punto

      La legiferazione cittadina è insita della democrazia rappresentativa, se viene fatta per funzionare ed essere democratica.

    • #5827 Score: 0
      portavoce
      Amministratore del forum
      17 punti

      Oggi conferenza

       

      22– Governi collegiali e rappresentativi
      (https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/governi-collegiali-e-rappresentativi/)23– Potenziare gli strumenti degli organi di garanzia
      (https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/potenziare-gli-strumenti-degli-organi-di-garanzia/)24– Estendere il potere legislativo ai cittadini mediante revisione art. 70 cost.

      (https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/estendere-il-potere-legislativo-ai-cittadini-mediante-revisione-art-70-cost/)I 27 temi: https://www.piudemocraziaitalia.org/articoli/fare-il-cambiamento/

      (https://www.piudemocraziaitalia.org/articoli/fare-il-cambiamento/)DATA INCONTRO: SABATO 06/11/2021, su piattaforma on-line,
      a partire dalle ore14.00
      (chiusura prevista: ore 17.00),
      all’indirizzo:
      https://meet.jit.si/piudemocraziaitalia

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