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- Questo topic ha 16 risposte, 4 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 5 anni, 7 mesi fa da xpol.
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AutorePost
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xpolSpettatore
Vi mando una mia idea generale su come si potrebbe impostare un cammino di riconsegna alle comunità locali dei problemi politici più importanti per la convivenza civile.
Oltre ai commenti sulla visione generale, interesserebbero commenti più tecnici, su come realizzare il meccanismo tecnico e legislativo che permette alle unità sociopolitiche di base di esercitare il loro potere consultivo, nei confronti delle autorità locali, relativamente agli argomenti stabiliti.
Gli argomenti che porto ad esempio, in fondo, sono solamente indicativi. L’unico a cui saprei contribuire, per la mia lunga esperienza nel campo, è in quello educativo di adolescenti e giovani.
Paolo
— all
Proposte verso una organizzazione socio-politica più umana.
Indice generale
Proposte verso una organizzazione socio-politica più umana.
1 Migliorare i confini regionali, entro la nazione italiana
2 Le comunità di lavoro distribuite, nella società informatizzata
3 La proposta politica.
4 Un primo elenco di temi affrontabili localmente.1 Migliorare i confini regionali, entro la nazione italiana
All’interno del territorio nazionale italiano, si dovrebbe
riconoscere che i confini regionali sono il risultato di rapporti
di forza e di accordi politici che risalgono ad una realtà molto
lontana e che non hanno più ragione d’essere, così come sono. In
altri termini, anche se tali contorni sono utili per la
valorizzazione delle risorse umane locali, il loro rigido
mantenimento, anche quando non rispecchia fedelmente le dinamiche
della società al loro interno, non permette che le potenzialità
di una località o regione si esprimano al meglio.Sarebbe perciò il caso di mettere a punto un metodo e dei criteri
di scelta per determinare e continuamente aggiustare simili
strutture di media dimensione, affinchè esse risultino dalla
aggregazione consapevole di unità politiche più piccole, di base,
di estensione paragonabile a quella delle province attuali, dove
i rapporti personali siano decisivi per la scelta dei
rappresentanti politici.La scelta di appartenere a una area più estesa, paragonabile a
quella delle attuali regioni, dovrebbe essere presa sulla base di
una combinazione di differenti criteri, come la affinità o la
complementarietà economica, la vicinanza culturale, la omogeneità
delle risorse naturali.2 Le comunità di lavoro distribuite, nella società informatizzata
I mezzi di informazione di cui la società contemporanea gode
mostrano un doppio aspetto: da una parte permettono al singolo o
a piccoli gruppi di approfondire una enormità di argomenti in
modo autonomo, che possono poi essere messi a frutto localmente,
e di partecipare a progetti concreti senza limiti geografici.
Dall’altro mettono il navigatore a rischio di dispersione delle
proprie energie e di gravi manipolazioni, se non è in grado di
valutare la utilità del materiale e di selezionare le fonti su
basi di attendibilità.Per queste ragioni, oggi, è necessario che la moltitudine dei
fruitori delle informazioni venga sostenuta nella fruizione con
modi peculiari, differenti da quelli in uso per le fonti più
tradizionali, giornali riviste, notizie radiotelevisive, dove la
garanzia della qualità è offerta da giornalisti e direttori.Il modo che si è affermato negli scorsi decenni per far fronte
alla eterogeneità delle fonti su internet è quello delle comunità
virtuali, ovvero ambienti in cui, anche se non sono presenti
personalità eminenti, il contatto con ambienti professionali è
garantito da esperti e conduttori delle discussioni con un buon
livello di preparazione riguardo ai temi affrontati dalla
comunità e dove i rapporti di fiducia si consolidano e le
conoscenze si ampliano anche durante occasionali incontri in
persona.3 La proposta politica.
Il modo per delineare una possibile ripartizione della società
italiana in unità politiche di base potrebbe essere trovato
incoraggiando la creazione di comunità virtuali di tal genere,
tali che siano finalizzate al miglioramento di alcuni, ben
determinati, aspetti delle leggi che regolamentano la convivenza
civile e che siano investite dal governo centrale di un potere
consultivo per le istituzioni pubbliche locali.Si propone perciò che l’attuale parlamento italiano si impegni a
costituire un ufficio nazionale per coordinare, qualificare e
indirizzare lo sviluppo di comunità virtuali con tali finalità,
che siano sufficientemente grandi da poter contare su persone con
esperienza sui temi trattati e capaci di condurre il confronto in
rete, ma localizzate geograficamente in aree ristrette, per poter
creare occasioni frequenti di incontro in persona tra i
partecipanti.Tali comunità locali dovrebbero essere coordinate da un consiglio
che rappresenti sia tutte le realtà culturali del posto e le
istituzioni civiche locali..Gli obiettivi di tali comunità, che potrebbero essere chiamate
unità socio-politiche di base virtuali (usp), aperte alla
partecipazione di tutti, dovrebbero riguardare temi concreti
locali e dovrebbero avere la possibilità, riconosciuta per legge,
di elaborare proposte per risolvere problemi, in collaborazione
con le istituzioni pubbliche.Gli argomenti affrontati a livello delle usp potranno essere
raccolti da comunità di livello più elevato di partecipazione,
geograficamente distribuite e composte da specialisti, in grado
di porsi come interlocutori delle istituzioni politiche
nazionali.4 Un primo elenco di temi affrontabili localmente.
Si propone di trattare nelle usp i seguenti temi, direttamente
legati alla convivenza civile e che richiedono una viva
partecipazione a livello locale• Giustizia
– Sulle strade
– Nella tutela dei soggetti deboli
• Educazione
– Formazione di adolescenti e giovani
– Rapporti con la ricerca scientifica e tecnologica mondiale
• Risorse naturali
– Gli elementi alla base della vita:
∗ terra,
∗ aria,
∗ acqua
– La architettura urbana
– Lo sfruttamento delle fonti energetiche
.
[https://drive.google.com/open?id=1ZKqc7HCF0RjtJzli_2PJGXYFLmVB-k-v||preleva il pdf]
.
Paolo M. Pumilia
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Per quanto riguarda il primo punto la maggior parte del comitato è sicuramente federalista.
Io vorrei che agganciata ad un federalismo completo sia facilitata anche una autodeterminazione democratica.
Al giorno d’oggi con una accentuata mobilità transnazionale questi temi devono essere discussi a livello Europeo.
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Inoltre proposte serie ci sono già state.
Quella della Società Geografica Italiana è completa ed una buona base di partenza ma ad essa è stata opposta la proposta delle macro-regioni che a mio avviso ha poco senso geografico e di popolazione.
Tanto valeva restare alle provincie.
Metto su Telegram la proposta.
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Per i punti seguenti credo che riguardino la partecipazione come spesso discussa su questo sito.
Evidenzio su Telegram la proposta portata al Global Forum 2018.
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xpolSpettatore
Ho dato un’occhiata allo studio della Soc. Geografica Italiana. Non lo conoscevo e mi sembra un lavoro interessante e certamente utile e complementare al discorso che abbiamo avviato. Sarebbe il caso di conoscere gli autori e sapere se siano disponibili ad elaborare un progetto comune.
Mentre lo studio della SGI si basa, principalmente, su un criterio di mobilità lavorativa (assieme ad altri) ed elabora una ripartizione dall’alto, la mia proposta è quella di avviare un percorso di basso, che faccia anche crescere la sensibilità a questo problema nelle istituzioni locali. Queste dovrebbero essere favorite nel prendere decisioni comuni. A proposito potrebbe essere utile conoscere meglio il decreto legge n. 95/2012, citato dalla SGI.
Partendo dalla situazione di fatto, quella dei comuni e delle regioni di oggi, incoraggiare iniziative sovra-comunali di vario genere (nel campo politico e in quello socio-educativo) e verificare quale estensione prendano le aggregazioni di cittadini e le municipalità con interessi e obiettivi comuni.
In campo educativo avrei delle idee più precise, inclusi interventi legislativi nazionali, mentre in altri campi, la opportunità e la modalità di una proposta del genere andrebbe ben ponderata.
Non è opera semplice, e andrebbe studiata con degli esperti di sociologia e di politica.
A tal fine mi sembra che ci si potrebbe porre l’obiettivo di costituire un nucleo promotore. Possiamo lavorare a questo primo passo? Con quali forze?
Paolo M.
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Sono molto interessato al tema “comunità virtuali”.
Avete un piano un po’ più preciso su come strutturarle in pratica, oppure si tratta “soltanto” di un’idea teorica?
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Caro Paolo,
A me pare che il punto 1,
sia apprezzabile in se’ (federalismo …) ma poco coerente con la sostnza della proposta.Confesso che mi aveva generato delle difficolta’ di comprensione.
Io separerei i punti in due documenti diversi.
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xpolSpettatore
La mia è una proposta teorica, diciamo, per rispondere a Dario Fe. Mi interesserebbe riceverne un giudizio un po’ approfondito ed eventualmente lavorare ad una progetto con simile ispirazione.
Per Leonello. Non capisco la mancanza di coerenza.
Il primo punto offre una finalità, il secondo prospetta degli strumenti, il terzo presenta, molto schematicamente, la possibilità di un progetto di lavoro per perseguire quelle finalità attraverso quegli strumenti.
Questo ultimo è il nocciolo del documento, espresso in forma molto schematica, data la mia estraneità alla materia. Sono disponibile a lavorarci, ma non sono in grado di svilupparlo, da solo; non sono in grado di stendere e di guidare un progetto del genere.
Ha dei punti di validità, a vostro parere, il punto 3?
Qualcuno vi sta già pensando, con competenza, nel mondo della politica?
Qualcuno, a livello accademico, studia problematiche del genere?
Vi sarei grato della segnalazione di enti o persone potenzialmente interessate al punto 3.
Se sulle finalità, i principi di base del federalismo, siamo d’accordo, vi chiedo un aiuto nel valutare il punto 3 e nel trovare persone più competenti del sottoscritto per discuterne assieme.
Grazie per la vostra disponibilità
Paolo m.
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xpolSpettatore
Nota per l’amministratore. Forse, nel primo invio al forum, ho dimenticato di richiedere l’avviso di nuovi messaggi. Ho fatto la richiesta nei miei invii successivi, ma non mi è mai arrivata alcuna notifica, fino ad oggi.
Puoi fare qualcosa per rimediare? grazie
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Caro Paolo,
Cerco di spiegarmi meglio.
Il tema centrale della tua proposta mi pare sia le ” comunita virtuali” che , come dici , dovrebbero essere coinvolte nel processo legislativo nazionale ed usufruire di canali di comunicazione moderni. .. .
Se a queste proposte fai precedere delle considerazioni sui ” confini ragionali ” oltre a parlare di qualcosa che non ha attinenza con la parte essenziale della tua proposta,
predisponi il lettore a non capire la tua proposta .
Non pare anche a te ?
Domando anche agli altri il loro parere.
- Questa risposta è stata modificata 5 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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xpolSpettatore
Capisco, il collegamento tra aumento della partecipazione a livello locale e modifica dei confini regionali è poco evidente.
Anche se il collegamento c’è, si intravede solo in una visione a lungo termine. La maggiore autonomia locale conquistata, la capacità di determinare i confini locali attraverso accordi tra realtà confinanti, porterebbe, più avanti nel tempo, a ridefinire, almeno in parte, i confini delle regioni. Queste diventerebbero entità scelte dalle realtà locali.
Si potrebbe eliminare del tutto, tu dici, questa prospettiva troppo lontana, per chiarire meglio la proposta politica?
Anch’io attendo commenti sulla proposta politica.
- Questa risposta è stata modificata 5 anni, 9 mesi fa da xpol.
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Penso che converrebbe eliminare del tutto il tema “confini regionali”, e se proprio ritieni importante il mettere in ividenza i vantaggi della democrazia esercitata localmente ci farei un accenno, breve e sintetico, alla fine.
Aspetto una tua versione, magari piu dettagliata sulle “comunita’ vituali”.
L’aspettava anche Dario.Poi volentieri la commento.
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xpolSpettatore
Modificherò la prima sezione, per trattare dei confini in generale, anzichè regionali.
Non eliminerei la sezione sulle finalità, utile a far capire che la mia proposta non è stabilire nuovi confini, ma creare un sistema che ne permetta la eventuale ridefinizione graduale, in modi e tempi peculiari di ogni territorio.
Certamente vi sono già leggi nazionali o regionali che vanno in questa direzione e vi sono già enti pubblici che avrebbero le competenze per contribuire ad un progetto del genere, Sono tutti aspetti che andrebbero verificati con degli esperti in materia o con qualche membro del parlamento. Vostre indicazioni al riguardo sarebbero opportune,
Approfondire invece le modalità attuative delle comunità virtuali, nella sezione 3, non è il centro dell’attenzione, in questa fase ideativa e le mie competenze sono scarse.
Anche per questo sarebbe utile l’aiuto di esperti.
Ci proverò comunque, ma il mio apporto sarà molto ingenuo.
paolo m.
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xpolSpettatore
Ho modificato, restringendola la prima sezione:
“All’interno del territorio nazionale italiano, si dovrebbe riconoscere che i confini politici e amministrativi, da quelli municipali a quelli regionali sono il risultato realtà economiche e vicende storiche che risalgono ad una realtà lontana e che si potrebbero individuare contorni più adatti, affinchè le potenzialità di una località o regione si esprimano al meglio.
Sarebbe perciò il caso di mettere a punto un metodo e dei criteri per capire quali estensioni siano effettivamente influenti sulla vita della maggioranza delle persone che vi abitano e per trovare il modo di dare ad esse un peso politico.
I mezzi di comunicazione informatici potrebbero essere utilizzati per perseguire tale finalità”
La mia proposta è in una fase embrionale.Capire come svilupparla e con quali aiuti competenti, sia enti che singoli studiosi, sarebbe il primo passo da fare.
Paolo M.
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xpolSpettatore
Ho modificato, restringendola la prima sezione:
All’interno del territorio nazionale italiano, si dovrebbe riconoscere che i confini politici e amministrativi, da quelli municipali a quelli regionali sono il risultato realtà economiche e vicende storiche che risalgono ad una realtà lontana e che si potrebbero individuare contorni più adatti, affinchè le potenzialità di una località o regione si esprimano al meglio.
Sarebbe perciò il caso di mettere a punto un metodo e dei criteri per capire quali estensioni siano effettivamente influenti sulla vita della maggioranza delle persone che vi abitano e per trovare il modo di dare ad esse un peso politico.
I mezzi di comunicazione informatici potrebbero essere utilizzati per perseguire tale finalità.
La mia proposta è in una fase embrionale.Capire come svilupparla e con quali aiuti competenti, sia enti che singoli studiosi, sarebbe il primo passo da fare.
Paolo M.
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Caro Paolo,
dove troviamo la nuova versione?
Mi pare che al link che c’e’ qui sopra ci sia sempre la stessa versione, ( quella che comincia col parlare dei “confini regionali”). -
xpolSpettatore
Leggo solo adesso, scusa il ritardo, non mi è arrivato l’avviso.
Non ho preparato un nuovo documento.
Intanto si può ragionare su questo, con la modifica introduttiva.
Paolo
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AutorePost
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