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- Questo topic ha 15 risposte, 4 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 2 anni, 9 mesi fa da Nicola.
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REGOLAMENTAZIONE DEMOCRATICA NEGLI STATUTI DEI PARTITI Classifica: 14°
L’art. 49 della costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.Nonostante ciò, ancora oggi manca una legge attuativa che assicuri l’esistenza di tale “metodo democratico”. Tale vuoto normativo ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, e alla conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia.
Allo scopo di limitare il fenomeno della degenerazione oligarchica dei partiti, e pur senza intendere istituzionalizzare i partiti) oltre agli strumenti di democrazia diretta e le modifiche del sistema elettorale (argomenti trattati in altri punti)
Con questa proposta, ci proponiamo di colmare vuoto normativo mediante:
– Regolamentazione in senso democratico della vita dei partiti, e precisazione dei loro intenti e scopi.Per “partito” intendiamo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione ( come definito anche dalla Commissione di Venezia). Per “eletti” intendiamo sia persone elette in ruoli istituzionali, che in ruoli di partito.
Il problema “partitismo” non è solo italiano: è stato esaminato dalla sociologia dei partiti politici già a partire dal 1800. Nel 1902, Moisei Ostrogorki nel suo libro “Democrazia e partiti politici”, descrivendo la degenerazione della democrazia nei casi dell’ Inghilterra e degli USA
Ci risulta che solo in Finlandia le regole ed i regolamenti dell’associazione a scopi elettorali debbano garantire il rispetto dei principi democratici nel processo decisionale e nelle attività dell’associazione..= = =
Inserito nel docStanza videoconferenza:
https://meet.jit.si/piudemocraziaitalia_15
- Questo topic è stato modificato 4 anni fa da portavoce.
- Questo topic è stato modificato 3 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questo topic è stato modificato 3 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini. Motivo: Inserito nel doc "fare il cambiamento"
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Art. 49 della Costituzione
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti
per concorrere con metodo democratico a determinare la politica
nazionale [cfr. artt. 18, 98 c. 3, XII c. 1].https://www.senato.it/1025?sezione=123&articolo_numero_articolo=49
Uno Statuto dei partiti democratico, significa avere metodi democratici interni per definire le linee guida del partito.
In modo che tutti gli iscritti abbiano lo stesso diritto e possibilità di partecipare alla vita del partito e scegliere la direzione, ma NON la guida, perché chi guida, non deve essere uno o un piccolo gruppo di persone, ma tutti gli iscritti, che con voti democratici, decidono tutti assieme, la direzione del partito. Una testa un voto per qualsiasi cosa il partito debba decidere.
Votare persone e ruoli con possibilità di cambio persone, in modo da dare a tutti la possibilità di concorrere al ruolo. Ruoli che non durano a vita, ma a scadenza con possibilità di cambio ogni tot tempo.
– Gruppo dirigente
– Gruppo comunicazione
– Votare le politiche interne e da promuovere verso i cittadini
– etc…..
In questo modo si evitano derive oligarchiche, previste da Ostrogowski, dove sola persona decide tutto, come accade ormai da alcuni decenni nel nostro panorama partitico.
Inoltre, se un partito ha uno Statuto democratico, promuove già la democrazia e attrae solo persone che sono ispirate dalla Democrazia e ne condividono il suo fascino.
Fungendo così da faro e ispirazione per tutti cittadini, ed un insegnamento, che se protratto nel tempo, non potrà che portare effetti positivi in tutto il paese.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 8 mesi fa da Nicola.
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Grazie Nicola per il contributo.
Suggerisco di esporlo in una forma piu’ “tradizionale” per facilitarne la lettura.Sul tema ci possono essere anche diverse proposte aggiuntive come per esempio l’obbligo dei partiti di rispettare le promesse elettorali.
Sarebbe anche interessante sapere se in qualche paese del mondo sono stati introdotti strumenti che assicurino la democrazia nei partiti
- Questa risposta è stata modificata 4 anni fa da Leonello Zaquini.
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Interessante argomentazione presa da un post sulla taverna dei Pirati del 2012.
Anche qui si affronta la presa di potere di un capo di partito, in un partito senza uno statuto solido come fondamenta.
https://taverna.arrembaggio.eu/t/prima-le-persone-adotta-ex-statuto-pirata/799
Scenari politici di attacco
Consideriamo uno scenario esemplare per dimostrare la vulnerabilità di tale statuto. Consideriamo un utente genuino che discute una proposta politica a discapito di una certa industria ed un altro utente pagato da tale industria. Immaginiamo che tale secondo coinvolga il primo in un litigio che scende sul personale (facile da provocare in rete). Agli altri partecipanti può apparire che entrambe le persone si stiano comportando male. Stando allo statuto l’amministratore del sito web è implicitamente incaricato a risolvere le questioni disciplinari perciò potrebbe sanzionare entrambi gli utenti. In questo caso il lobbista ha vinto in quanto la proposta ha perso di credibilità e popolarità. La vittima non può nemmeno appellarsi al Collegio Arbitrale… perchè manca.
Altro scenario critico sarebbe, cosa succede se l’amministratore del sito web decide di fare il Casaleggio per “Prima Le Persone” ? Bisogna aspettare l’assemblea fisica per rimpiazzarlo? E se si comporta bene con tutti tranne con quelli che fanno le proposte politiche scomode? La base sarebbe in grado di accorgersi che ha relegato un enorme potere esecutivo ad una singola persona e di formare una maggioranza nell’intento a rimpiazzarlo? Cosa succede se l’amministratore del sito web è una persona popolarissima nel movimento, superfidata da tutti? Un Beppe Grillo per esempio? Sarebbero in grado le vittime di comprovare l’accaduto in modo concreto? O ci farebbero la figura dei paranoici, asociali e malpensanti, coloro che promuovono di rimpiazzare l’amministratore e il suo staff? Se fosse così non c’è nessuno per il quale sarebbe opportuno criticare l’amministratore. Meglio starsene zitti e sperare che le proprie proposte passino.
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Con Dario ci si interrogava su come e dove si potrebbero trovare paesi dove una regolamentazione simile fosse presente.
Ho cercato un po’ in rete.
Riporto qui quello che ho trovato.
Ci soo deglil articoli e documenti interessanti, anche se non riportano le indicaizoni cercate.Queste mi paiono piu’ presenti nell’ultimo dei punti trovati.
Qui di seguto la lista con le “voci” che ho usato per la ricerca via google, ed i siti che mi sono parsi piu’ interessanti:Voce: “partiti democrazia interna mondo”
Fai clic per accedere a 333582759.pdf
Fai clic per accedere a la%20democrazia%20interna%20dei%20partiti%20politici%20-%20tesi_0.pdf
https://journals.openedition.org/qds/433?lang=fr
IN inglese:
(Questo non parla di pariti, ma della democrazia nel mondo):
Fai clic per accedere a the-global-state-of-democracy-2019-CH1.pdf
Voce: legal regulation intra parties democracy world
https://aceproject.org/electoral-advice/archive/questions/replies/110615365
= = =
Altro documento interessante:Documento interessante:
Fai clic per accedere a Gambale-Meloni.pdf
= = =
Un documento della Commissione di Venezia:https://www.venice.coe.int/webforms/documents/default.aspx?pdffile=CDL-AD(2010)024-e
https://www.annenegre.com/egalit%C3%A9-equality-expert/guidellines-on-political-party/
= = =
Panorama su diversi paesi, ma non pare esistano imposizioni democratiche :https://aceproject.org/electoral-advice/archive/questions/replies/286046320
Lista di 223 paesi e regole sui partiti:
https://aceproject.org/epic-en/CDTable?question=PC001&view=country&set_language=en
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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REGOLAMENTAZIONE DEMOCRATICA NEGLI STATUTI DEI PARTITI
Un partito politico è una « una libera associazione di persone con lo scopo di partecipare alla gestione della cosa pubblica attraverso la presentazione di candidati alle elezioni”. La definizione è presente nel documento della Commissione di Venezia. Avendo questo scopo a forte impatto sociale riteniamo che i partiti dovrebbero essere tenuti al rispetto di regole democratiche al loro interno per la presa di decisioni e dovrebbero essere tenuti al rispetto dei programmi elettorali da loro annunciati.Questo permetterebbe che la loro azione nella gestione delle cosa pubblica fosse più vicina alla volontà dei membri del partito e quindi al bene collettivo. Mancando queste regole, sono invece più facili le ingerenze delle lobby ed i fenomeni degenerativi tipici dei partiti in qaunto organizzazioni che si prefiggono di presentare candidati ad elezioni.
Questa degenerazione dei partiti e della democrazia rappresentativa riteniamo debba essere contrastata anche mediante altri strumenti descritti in altri punti (soprattutto quelli che eliminano il monopolio del potere legislativo, consentendolo anche ai cittadini).In molti paesi, dove è presente la democrazia rappresentativa, i partiti politici sono tenuti a seguire delle procedure particolari e fonire assicurazioni e garanzie per poter presentare le liste elettorali. Tra queste garanzie potrebbero essere incluse assicurazioni sul fatto che i loro statuti prevedano strumenti di democrazia. Ci risulta che solo in Finlandia le regole ed i regolamenti dell’associazione a scopi elettorali debbano garantire il rispetto dei principi democratici nel processo decisionale e nelle attività dell’associazione.
= = =
Proposta LZ 5-03-2021Modifiche in grasseto su indicazione di Giuseppe
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Copio e incollo un vecchio testo, in cui avevamo elencato alcuni provvedimenti per migliorare la democrazia interna nei partiti.
Dovremo probabilmente sintetizzare la “premessa” e riguardare gli “interventi”, magari stabilendo qualche priorità. La lettura dei documenti postati da Leonello, probabilmentre ci aiuterà ad aggiungere qualche altro punto o a capire eventuali criticità dei punti già elencati
===========================================================
<div class=”bbp-reply-content”>PREMESSA:
La presente proposta non deve essere letta come provvedimento a sé stante (non si mira ad istituzionalizzare i partiti), ma deve essere inserita in un percorso di riforme che preveda un potenziamento degli strumenti di democrazia diretta ed una legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti.L’art. 49 della costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Nonostante ciò, ancora oggi manca una legge attuativa che assicuri l’esistenza di tale “metodo democratico”. Tale vuoto normativo, come spesso accade nelle democrazie solamente rappresentative, ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, e alla conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia. Ciò influisce negativamente sul sistema democratico e sulla gestione del bene pubblico (lottizzazione, vita più facile per le lobby, leggi fatte nell’interesse del partito, mancanza di trasparenza, …).
Il problema “partitismo” non è solo italiano: è stato esaminato dalla sociologia dei partiti politici già a partire dal 1800. Nel 1902, Moisei Ostrogorki nel suo libro “Democrazia e partiti politici”, descrivendo la degenerazione della demorazia nei casi dell’ Inghilterra e degli USA, illustrò il fatto che le divergenze all’interno dei partiti non sono affatto tollerate dalle lobby ed i potentati che sostengono i partiti: avendo “contribuito alla vittoria elettorale” esigono che, soprattutto sui temi da loro giudicati sensibili, non si presentino divergenze, e che i rappresentanti dei cittadini si trasformino in delegati dei partiti.
Allo scopo di limitare il fenomeno della degenerazione oligarchica dei partiti, si rendono necessari tre interventi:
- democrazia diretta, vale a dire l’eliminazione del monopolio del potere legislativo (argomento già oggetto di diverse iniziative parlamentari).
- Riforma del sistema elettorale (argomento già oggetto di altre iniziative).
- Regolamentazione in senso democratico della vita dei partiti, e precisazione dei loro intenti e scopi (tema al momento pressoché assente nella legislazione italiana)
Con questa proposta, ci proponiamo di colmare vuoto normativo al punto (3), obbligando tutti i partiti all’uso di metodi democratici per le decisioni interne (stesura dei programmi, elezione dei rapprentanti nelle istituzioni), in modo che gli eletti rappresentino veramente i cittadini. Per “partito” intendiamo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione. Per “eletti” intendiamo sia persone elette in ruoli istituzionali, che in ruoli di partito.
La proposta riconosce ai partiti il ruolo di incubatori di idee/selezionatori di (alcuni) candidati/produttori di proposte di legge. Ma allo stesso tempo mette paletti per assicurare che il dibattito sia il più democratico possibile.
INTERVENTI:
Per assicurare la massima trasparenza e democraticità, proponiamo i seguenti interventi, da applicare a livello nazionale e locale:- trasparenza finanziaria (pubblicazione di tutta la contabilità amministrativa) per partiti e fondazioni politiche.
- obbligo di dichiarare i propri intenti, su statuto e programmi.
- obbligo di allegare ai programmi una lista di proposte da presentare durante il mandato.
- separazione tra ruoli di dirigente di partito e incarichi istituzionali.
- limite massimo mandati (per ruoli di partito e istituzionali).
- primarie obbligatorie (lista unica, chiunque può candidarsi, se non ha condanne penali).
- elezione diretta per i dirigenti di partito (lista come al punto 6).
- obbligo di rendere pubbliche, tramite video, le riunioni della dirigenza.
- obbligo di assemblee nazionali annuali.
- database trasparente degli iscritti, a disposizione dei soli iscritti.
- fusioni/scioglimenti, statuto, regolamenti, programmi (+ ogni proposta allegata), e ogni modifica ai detti documenti devono essere approvati dagli iscritti (maggioranza dei votanti).
- votazioni a suffragio universale, annunciate con congruo anticipo (almeno 1 mese?), risultati pubblici e controllati da (enti terzi/forze dell’ordine?), e ugual voce a tutti.
- i beni mobili, immobili, e strumentali (appartenenti al partito) sono da considerarsi come di proprietà di tutti gli iscritti e, in caso scioglimento, vengono acquisiti dallo Stato
- espulsioni e divieto d’iscrizione votate a maggioranza (dei votanti) e limitati a casi che comportino condanne penali.
- possibilità di iscriversi a più partiti (su temi differenti, la si può pensare come partiti differenti, e si ha il diritto di partecipare al dibattito dove più opportuno).
- obbligo per gli eletti di rispondere ai quesiti degli iscritti.
- In caso di mancato rispetto dei punti 1-15, scioglimento del partito e responsabilità penali per i dirigenti.
- Per singoli eletti si prevede l’uso della revoca (recall), da disciplinare con apposita legge.
Per quanto riguarda il punto 10, il database non è pubblico, ma a disposizione dei soli iscritti, per evitare contrasti con D. Lgs. n. 196/2003, art. 4 (Codice sulla protezione dei dati personali).
</div>
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 9 mesi fa da Dario Fe.
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V2 Su propsta di Dario.
= = =REGOLAMENTAZIONE DEMOCRATICA NEGLI STATUTI DEI PARTITI
Un partito politico è una « una libera associazione di persone con lo scopo di partecipare alla gestione della cosa pubblica attraverso la presentazione di candidati alle elezioni”. La definizione è presente nel documento della Commissione di Venezia. Avendo questo scopo a forte impatto sociale riteniamo che i partiti dovrebbero essere tenuti al rispetto di regole democratiche al loro interno per la presa di decisioni e dovrebbero essere tenuti al rispetto dei programmi elettorali da loro annunciati. Il vuoto normativo esistente ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, che agevola le ingerenze delle lobby con la conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia.
Questa degenerazione dei partiti e della democrazia rappresentativa riteniamo debba essere contrastata anche mediante altri strumenti descritti in altri punti (soprattutto quelli che eliminano il monopolio del potere legislativo, consentendolo anche ai cittadini) ma la regolamentazione democratica dei partiti dovrebbe concretizzasi soprattutto inponendo:
– trasparenza finanziaria,
– obbligo di dichiarare intenti e programmi ed una lista di proposte da presentare durante il mandato,
– trasparenza e democrazia nelle decisioni,
– possibilità di iscriversi a più partiti ( in modo di avere il diritto di partecipare al dibattito dove più opportuno).
Altri punti sono elencati in un nostro documento più di dettaglio.In molti paesi, dove è presente la democrazia rappresentativa, i partiti politici sono tenuti a seguire delle procedure particolari e fonire assicurazioni e garanzie per poter presentare le liste elettorali. Tra queste garanzie potrebbero essere incluse norme come quelle indicate. Ci risulta che solo in Finlandia le regole ed i regolamenti dell’associazione a scopi elettorali debbano garantire il rispetto dei principi democratici nel processo decisionale e nelle attività dell’associazione.
= = =
Proposta LZ 5-03-2021Proposta LZ 8-03-2021 in grassetto su indicazione di Dario
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Caro Leonello,
mi pare di capire che questa sia la bozza del testo da presentare alla riunione, e che i punti che hai aggiunto siano quelli che ritieni più importanti (tra i 18 che hai elencato).
Se sì, avrei alcuni emendamenti
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Caro Dario,
Il testo che hai presentato tu e’ fatto benissimo.
Ma occorrono dei “testi brevi” come fossero dei “sottotitoli” che sintetizzano il punto per essere messi con altri punti.Io sto raccogliendo i “sottotitoli” ( o “abstract”) dei diversi punti in un testo unico.
IL testo che hai messo qui sopra va molto bene, ma per coerenza ed omogeneita’ con gli altri testi occorre sinteitzzarlo e mettere anche DOVE una regola simile e’ utilizzata.
In attesa della indicazione delle tue modifiche , metto il tuo testo cercando di farne la sintesi come hai indicato.
Poi lo rettifichiamo con i tuoi contributi.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Per il documento , propongo questo testo ( sintesi di quello di Dario);
= = =
REGOLAMENTAZIONE DEMOCRATICA NEGLI STATUTI DEI PARTITI Classifica: 14°
L’art. 49 della costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.Nonostante ciò, ancora oggi manca una legge attuativa che assicuri l’esistenza di tale “metodo democratico”. Tale vuoto normativo ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, e alla conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia.
Allo scopo di limitare il fenomeno della degenerazione oligarchica dei partiti, e pur senza intendere istituzionalizzare i partiti) oltre agli strumenti di democrazia diretta e le modifiche del sistema elettorale (argomenti trattati in altri punti)
Con questa proposta, ci proponiamo di colmare vuoto normativo mediante:
– Regolamentazione in senso democratico della vita dei partiti, e precisazione dei loro intenti e scopi.Per “partito” intendiamo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione ( come definito anche dalla Commissione di Venezia). Per “eletti” intendiamo sia persone elette in ruoli istituzionali, che in ruoli di partito.
Il problema “partitismo” non è solo italiano: è stato esaminato dalla sociologia dei partiti politici già a partire dal 1800. Nel 1902, Moisei Ostrogorki nel suo libro “Democrazia e partiti politici”, descrivendo la degenerazione della democrazia nei casi dell’ Inghilterra e degli USA
Ci risulta che solo in Finlandia le regole ed i regolamenti dell’associazione a scopi elettorali debbano garantire il rispetto dei principi democratici nel processo decisionale e nelle attività dell’associazione..
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Ho aggiustato il riassunto di Leonello. Adesso mi pare che scorra meglio:
REGOLAMENTAZIONE DEMOCRATICA NEGLI STATUTI DEI PARTITI
Per “partito” intendiamo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione (come definito anche dalla Commissione di Venezia).
L’art. 49 della costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Nonostante ciò, ancora oggi manca una legge attuativa che assicuri l’esistenza di tale “metodo democratico”. Questo vuoto normativo ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, e alla conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia.
Allo scopo di colmare il predetto vuoto normativo e arginare il fenomeno della degenerazione oligarchica dei partiti, oltre agli strumenti di democrazia diretta e le modifiche del sistema elettorale (argomenti trattati in altri punti), proponiamo una regolamentazione in senso democratico della vita dei partiti, assieme a una precisazione dei loro intenti e scopi.
La proposta riconosce ai partiti il ruolo di incubatori di idee/produttori di proposte di legge, ma allo stesso tempo mette paletti per assicurare che il dibattito sia il più democratico possibile, senza peraltro intendere alcuna istituzionalizzazione dei partiti.
Il problema del “partitismo” non è solo italiano: è stato esaminato dalla sociologia dei partiti politici già a partire dal 1800 (nel 1902, Moisei Ostrogorki nel suo libro “Democrazia e partiti politici”, descrisse la degenerazione della democrazia nei casi dell’ Inghilterra e degli USA).
Al momento, ci risulta che solo in Finlandia le regole ed i regolamenti dell’associazione a scopi elettorali debbano garantire il rispetto dei principi democratici nel processo decisionale e nelle attività dell’associazione.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 7 mesi fa da Dario Fe.
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PROBLEMA:
Non c’è alcuna informazione riguardo ai “famosi” 17 punti di cui sopra. Si capisce quale è il problema, ma il testo non dice quasi nulla su come intendiamo risolverlo.
Cosa ne pensate?
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Ho trovato i documenti sul sito del Parlamento per gli statuti dei partiti che possono i ricevere il 2×1000 di finanziamenti se adottano questo statuto.
Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici (articolo 4, comma 1 del decreto-legge n. 149 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 13 del 2014)
https://www.parlamento.it/1055
Si può partire da qui per fare uno statuto iniziale.
Direi che si fa uno elenco con le regole democratiche da inserire nello statuto, poi si inseriscono nello statuto indicato dal parlamento.
Vediamo cosa si riesce a fare.
Così , se una associazione di persone vuole formare un partito, può prendere in toto o spunto dallo statuto che metteremo a disposizione.
I cittadini potranno verificare lo statuto e vedere che adotta sistemi democratici per le regole interne e forse, il partito sarà più propenso alla DD e le persone che vi entrano e vi girano intorno o si associano, sono più propense alla Democrazia
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Ultima modifica di Dario 24/06/2019
STATO DELLA DISCUSSIONE:
Queste proposte erano già state presentate in chat, ma non si raggiunse l’unanimità per l’approvazione del documentoSe ben ricordo, la principale perplessità stava nel timore che, regolando i partiti, si rischiasse di “ufficializzarli” e di renderli, per legge, il principale tramite tra cittadini ed istituzioni. Cosa che NON è certamente il mio obiettivo
Eravamo comunque tutti d’accordo sul fatto che un’eventuale riforma dei partiti andasse portata avanti assieme/dopo a:
- Introduzione di strumenti di democrazia diretta
- Riforma del sistema elettorale (almeno con voti di preferenza e possibilità di candidatura anche per persone esterne ai partiti)
La domanda che dovremmo porci, a questo punto è: una volta realizzati i punti 1) e 2), sono comunque necessarie norme che regolamentino i partiti, in modo da evitarne la degenerazione oligarchica, oppure no?
Io sarei più orientato per il SÌ, perché un partito (generalmente) ha molte più risorse rispetto al singolo cittadino (non parlo solo di risorse economiche), e sarebbe bene che le modalità di utilizzo di queste risorse fossero decise su basi democratiche e in maniera trasparente.
Sotto, la lista degli interventi che scrissi alcuni mesi fa (+ alcuni commenti, in rosso), che deve servire come fonte di ispirazione (non dobbiamo essere necessariamente d’accordo su tutti i punti)
Per “partito” intendevo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione, ma il termine potrebbe essere esteso anche ad altre categorie. Per “eletti” si intendono sia persone elette in ruoli istituzionali, che in ruoli di partito.
INTERVENTI:
Per assicurare la massima trasparenza e democraticità, proponiamo i seguenti interventi, da applicare a livello nazionale e locale:- trasparenza finanziaria (pubblicazione di tutta la contabilità amministrativa) per partiti e fondazioni politiche.
- obbligo di dichiarare i propri intenti, su statuto e programmi.
- obbligo di allegare ai programmi una lista di proposte da presentare durante il mandato.
- separazione tra ruoli di dirigente di partito e incarichi istituzionali.
- limite massimo mandati (per ruoli di partito e istituzionali).
- primarie obbligatorie (lista unica, chiunque può candidarsi, se non ha condanne penali).
Al Global forum di Roma mi fu spiegato che le primarie interne ai partiti aumenterebbero la polarizzazione. Rivedere il punto???
- elezione diretta per i dirigenti di partito (lista come al punto 6).
- obbligo di rendere pubbliche, tramite video, le riunioni della dirigenza.
- obbligo di assemblee nazionali annuali.
- database trasparente degli iscritti, a disposizione dei soli iscritti. Controllare che non contrasti con D. Lgs. n. 196/2003, art. 4 (Codice sulla protezione dei dati personali).
- fusioni/scioglimenti, statuto, regolamenti, programmi (+ ogni proposta allegata), e ogni modifica ai detti documenti devono essere approvati dagli iscritti (maggioranza dei votanti).
- votazioni a suffragio universale, annunciate con congruo anticipo (almeno 1 mese?), risultati pubblici e controllati da (enti terzi/forze dell’ordine?), e ugual voce a tutti.
- beni mobili, immobili, e strumentali di proprietà di ogni iscritto e, in caso scioglimento, acquisite dallo Stato.
- espulsioni e divieto d’iscrizione votate a maggioranza (dei votanti) e limitati a casi che comportino condanne penali.
- possibilità di iscriversi a più partiti (su temi differenti, la si può pensare come partiti differenti, e si ha il diritto di partecipare al dibattito dove più opportuno). Questo è un punto che destò molto scalpore. In realtà, secondo me è fondamentale per far sì che i partiti servano da “incubatori di idee/produttori di proposte”, invece che da sette religiose.
- obbligo per gli eletti di rispondere ai quesiti degli iscritti.
- In caso di mancato rispetto dei punti 1-15, scioglimento del partito e responsabilità penali per i dirigenti.
- Per singoli eletti si prevede l’uso della revoca (recall), da disciplinare con apposita legge.
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Articoli di legge correlati agli Statuti dei partiti
Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici
(articolo 4, comma 1 del decreto-legge n. 149 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 13 del 2014)https://www.parlamento.it/1055
https://www.parlamento.it/1057NOTE SUGLI STATUTI DI PARTITI E MOVIMENTI POLITICI PRESENTI IN PARLAMENTO
NOTE SUGLI STATUTI DI PARTITI E MOVIMENTI POLITICI PRESENTI IN PARLAMENTO
Il finanziamento della politica
https://leg16.camera.it/561?appro=903#paragrafo4252Affari costituzionali e ordinamento della Repubblica
Finanziamento dei partiti
https://www.camera.it/leg17/465?tema=finanziamento_partiti
https://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/47011.htm
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