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- Questo topic ha 41 risposte, 4 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 4 anni, 8 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Ecco la bozza di testo, che abbiamo deciso stasera.
Ho messo la firma di Nicola, ma e’ solo la prima bozza.
seconda bozza, alcune correzioni (dopo messaggio di Pasquale).
Terza … dopo commenti di Nicola, Luca e Dario (Luca e Dario, via telegram).Quarta: Nicola (tena referendum), Pasquale (rinforzamento domanda finale)
= = =
Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum, sul tema della riduzione dei parlamentari.
In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere ciascuno nelle condizioni migliori in modo di poter fare la scelta più intelligente per la collettività intera.
L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa, pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come sono i media privati).
Per questo, come voi di certo sapete, nei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta sono presenti da più tempo e sono di uso più frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), esiste e viene gratuitamente diffuso agli elettori il “Libretto delle votazioni” che, su ogni tema referendario, contiene:
– una informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati o gli enti promotori e oppositori.
Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e come associazione Più Democrazia Italia, vi preghiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
Potete gentilmente darci conferma del fatto che questo importantissimo strumento di democrazia, verrà reso disponibile?
Attendiamo questa conferma da parte vistra, anche per contribuire a propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.Grazie per l’attenzione.
Nicola Ragno
Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)PS – A titolo di esempio potete trovare al link un esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera concernente due temi in votazione nel febbraio prossimo:
Fai clic per accedere a Abstimmungsbroschuere_09-02-2020_it_web.pdf.download.pdf
- Questo topic è stato modificato 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Per me in linea di massima può già andar bene, al netto di una sistematina sulla forma…bravo e grazie Leo!
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Pasqualino Allegro.
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Le mie modifiche.
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Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum, sul tema della riduzione dei parlamentari.
In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere ciascuno nelle condizioni migliori in modo da poter fare la scelta più intelligente per la collettività intera.
L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa, pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come lo sono i media privati).
Per questo, come voi di certo sapete, nei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta sono presenti da più tempo e sono di uso più frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), esiste e viene gratuitamente diffuso agli elettori il “Libretto delle votazioni” che, su ogni tema referendario, contiene:
– una informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati a favore del SI o del NO, o gli enti promotori e oppositori.
Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e come associazione Più Democrazia Italia, vi esortiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
Questa è l’occasione per iniziare un percorso da ripetere per tutti i referendum che verranno, utile al futuro di un’ Italia Democratica, non solo a parole, ma anche nei fatti.
Potete gentilmente darci conferma del fatto che questo importantissimo strumento di democrazia verrà reso disponibile?
Attendiamo questa conferma da parte vostra, anche per contribuire a propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.Grazie per l’attenzione.
Nicola Ragno
Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)P.S.: – A titolo di esempio potete trovare al link sotto riportato, un esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera concernente due temi in votazione nel febbraio prossimo:
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Nicola. Motivo: errori di battitura
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A me piace , semplice e diretto.
Alcune correzioni da fare :
– L’informazione quindi deve –> L’informazione quindi, deve (la virgola da più enfasi alla frase)
– Per questo, come voi di certo sapere, –> Per questo, come voi di certo sapete, (errore di digitazione)– viene diffuso gratuitamente –> viene diffuso ai cittadini gratuitamente
– A nome dell’ associazione piudemocraziaitalia e per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, vi preghiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico. –> Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come associazione Più Democrazia Italia e cittadini, vi preghiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
– Portavoce della associazione piudemocraziaitalia –> Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)
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cari amici, ho integrato i suggerimenti.
Vorrei precisare che:
– ” L’informazione, quindi, deve” ho messo la virgola anche prima del “quindi”. Tempo fa mi e’ stato spiegato che non si deve mettere la virgola tra verbo e soggetto (il correttore delle bozze del mio libretto sulla DD).
– “viene diffuso gratuitamente agli elettori”, “elettori” e’ meglio e piu’ preciso che non “ai cittadini” (lo riceve solo chi ha diritto di voto).
– Ho aggiunto una frase (in fondo) suggerita da Dario. Il piu’ sintetica e “educata” possibile:
“Vi preghiamo di darci conferma del fatto che questo importantissimo strumento di democrazia, verrà reso disponibile.” Spero che possa andare.Ho provato ad integrare il suggerimento di Luca, di menzionare l’ opportunita’ di rendere obbligatorio il referendum in casi come questi ( costituzione … , leggi elettorali …, leggi concernenti i legislatori … ).
Dopo vari tentativi ho pero’ rinunciato, perche’ “fuorvierebbe l’attenzione” dal tema pricipale: occorrerebbe allungare troppo il testo per tratare in modo opportuno i due temi, molto diversi e scollegati tra di loro.Come ho scritto in Telegram, condivido moltissimo la proposta di Luca, ma in concreto mi pare che stravolgerebbe troppo il testo esistente, che in diversi avete apprezzato in quanto “sintetico” (ci ho aggiuto la frase proposta da Dario, ma mi pare che resti sintetico).
Mi sono convinto che la soluzione migliore sara’: dedicare a quell’argomento un messaggio specifico.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Mi pare ottimo Leonello.
Ora ho un solo dubbio:
Questa frase:
Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum.
o è meglio:
Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum per il taglio dei parlamentari.
Sono davvero indeciso.
Ciao
Nicola
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Le mie ulteriori modifiche:
“Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,Il popolo italiano, con il referendum di prossima emanazione, sarà chiamato a pronunciarsi sul tema della riduzione dei parlamentari. (mia modifica)
In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità ed in grado di mettere ciascuno nelle condizioni migliori sì da poter fare la scelta più intelligente per la collettività intera.
L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa, pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come sono i media privati).
Per questo, come voi di certo saprete, nei Paesi dove gli strumenti di democrazia diretta sono presenti da più tempo, e di uso più frequente (Svizzera, California, ecc), esiste e viene gratuitamente diffuso agli elettori il “libretto delle votazioni” il quale, su ogni tema referendario, contiene:
– un’informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati o gli enti promotori e oppositori.
Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e come associazione Più Democrazia Italia, vi preghiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
Sarebbe necessaria e di efficace comunicazione pubblica un’operazione del genere.
Attendiamo disponibilità da parte Vostra, anche per contribuire a propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.Grazie per l’attenzione.
Nicola Ragno
Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)PS – A titolo di esempio potete trovare al link un esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera concernente due temi in votazione nel febbraio prossimo:
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Pasqualino Allegro.
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Le mie modifiche aggiunte a quelle di Pasquale.
Spero definitivo.
Entro sta sera vorrei avere una forma definitiva.
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Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,Il popolo italiano, con il referendum di prossima emanazione, sarà chiamato a pronunciarsi sul tema della riduzione dei parlamentari.
In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere ciascuno nelle condizioni migliori in modo da poter fare la scelta più intelligente per la collettività intera.
L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa, pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come lo sono i media privati).
Per questo, come voi di certo sapete, nei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta sono presenti da più tempo e sono di uso più frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), esiste e viene gratuitamente diffuso agli elettori il “Libretto delle votazioni” che, su ogni tema referendario, contiene:
– una informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati o gli enti promotori e oppositori.
Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e come associazione Più Democrazia Italia, vi invitiamo caldamente di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
Questa è l’occasione per iniziare un percorso informativo da ripetere per tutti i referendum che verranno, utile al futuro di un’ Italia Democratica, non solo a parole, ma anche nei fatti.
Sarebbe necessaria e di efficace comunicazione pubblica un’operazione del genere.
Attendiamo disponibilità da parte Vostra, anche per contribuire a propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.Grazie per l’attenzione.
Nicola Ragno
Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)P.S.: – A titolo di esempio potete trovare al link sotto riportato, un esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera concernente due temi in votazione nel febbraio prossimo:
Fai clic per accedere a Abstimmungsbroschuere_09-02-2020_it_web.pdf.download.pdf
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Ricevo anche io il testo finale (Grazie Nicola).
Eccolo:= = =
Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum, sul
tema della riduzione dei parlamentari.In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini
sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere
ciascuno nelle condizioni migliori in modo da poter fare la scelta più
intelligente per la collettività intera.L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa,
pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno
può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come
lo sono i media privati).Per questo, come voi di certo sapete, nei paesi dove gli strumenti di
democrazia diretta sono presenti da più tempo e sono di uso più
frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), esiste e viene
gratuitamente diffuso agli elettori il “Libretto delle votazioni” che,
su ogni tema referendario, contiene:
– una informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati a favore del SI o
del NO, o gli enti promotori e oppositori.Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e
come associazione Più Democrazia Italia,vi esortiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche
venga redatto e reso pubblico.Questa è l’occasione per iniziare un percorso da ripetere per tutti i
referendum che verranno, utile al futurodi un’ Italia Democratica, non solo a parole, ma anche nei fatti.
Potete gentilmente darci conferma del fatto che questo importantissimo
strumento di democrazia verrà reso disponibile?
Attendiamo questa conferma da parte vostra, anche per contribuire a
propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.Grazie per l’attenzione.
Nicola Ragno
Portavoce della associazione Più Democrazia Italia
(www.piudemocraziaitalia.org)P.S.: – A titolo di esempio potete trovare al link sotto riportato, un
esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi
anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera
concernente due temi in votazione nel febbraio prossimo:—
Portavoce Più Democrazia Italia
Nicola Ragno
+393474319373
Telegram: @Spidernr
Twitter: comitato@piudemocraziaitalia.org -
Gentili parlamentari,
Vi abbiamo già scritto a proposito del ” libretto delle votazioni” . Ringraziamo chi ci ha trasmesso i suoi commenti.
Vi preghiamo di trasmetterci i vostri pareri per il SI o per il NO sul tema del prossimo referendum. Ecco le ragioni della nistra richiesta.In base ai vostri commenti estrarremo il materiale per i tre capitoli fondamentali del ” libretto delle votazioni ” che sono :
Cap.1- il problema in breve ( introduzione al tema con panorama delle soluzioni adottare altrove ).
Cap.2- argomenti a favore.
Cap.3- argomenti contro.In questo modo esisterà anche da noi un esemplare del ” libretto”, l’ importante strumento di informazione pubblico e pluralista che già esiste nei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta sono più correntemente utilizzati ( Svizzera … California … ).
In questo nostro caso la redazione del ” libretto ” ricalcherebbe il metodo adottato nello stato USA dell’ Oregon, e recentemente adottato anche in Svizzera in alcuni contesti locali, dove i redattori del ” libretto ” sono dei cittadini estratti a sorte che raccolgono i pareri a favore e contro su ogni tema referendario.Noi siamo normali cittadini e ci impegnamo a svolgere il compito dei cittadini estratti a sorte in Oregon. Invitiamo voi , in quanto ” specialisti del tema”, di trasmetterci i vostri pareri.
In altri casi il ” libretto ” è redatto da un organo specifico della amministrazione pubblica.
Ed in ogni caso la redazione del ” libretto ” è regolato da precise norme di legge.
Per questo nel nostro messaggio precedente vi abbiamo sollecitato ad intervenire a livello legislativo per colmare al più presto la lacuna esistente in Italia.In attesa che la lacuna venga colmata , ci impegnamo a redigere e poi a diffondere questo primo esemplare del ” libretto ” , in occasione del prossimo referendum.
Oltre ad aiutare il miglioramento della coscienza collettiva sul tema specifico, pensiamo che contribuirà a fare conoscere lo strumento.
Qui di seguito, trovate il testo del nostro precedente messaggio che ne fornisce una descrizione ed il link ad un esemplare del ” libretto ” svizzero, in lingua italiana.
Sarà nostro impegno fare conoscere il libretto. A questo scopo pensiamo di utilizzare anche il sito “partecipa.gov.it” la cui esistenza troviamo sia molto opportuna e particolarmente adatta in questo caso.
Grazie per l’ attenzione e per la collaborazione .
===
Firma ( Nicola).Copia messaggio precedente.
Link.Fine.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Trovo utile archiviare qui dei link:
Link al testo messo in partecipa.gov.it:
https://partecipa.gov.it/processes/costruirepartecipa/f/4/proposals/440= = =
Inoltre la posizione del CGIE sul talgio dei parlamentari:Referendum taglio parlamentari, il CGIE agli italiani all’estero: votare e far votare no
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Altri testi che possono essere utili alla redazione del libretto:
Qui nel “Pro/versi” un articolo ben documentato sulla storia del numero dei parlamentari:
= = =
nell’articolo precedente manca l’indicazione del fatto che anche Gelli e la sual P2 proponeva la riduzione del numero dei parlamentari.indicazione di questo lo si trova qui:
https://www.misteriditalia.it/loggiap2/ilpiano/P2(piano).pdf?fbclid=IwAR3LsmdEFYQWTCKtOsBZ1nWlbamJRAQcX5iydcZpM3g_vYjKRkezaOjfuaI
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Pare sia nato il Comitato per il SI
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NOme ri riferimento per il SI : Prof Paganini.
Indirizzo per contatto al sito:
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Bozza di testo da mandare al comitato per il SI.
= = =
Gentili membri del Comitato per il SI,Vi invitiamo a collaborare con noi (associazione “Piu Democrazia Italia”, https://www.piudemocraziaitalia.org) allo scopo di redigere assieme i capitoli essenziali del “libretto delle votazioni”.
Se già non conoscete lo strumento, vi alleghiamo anche il messaggio da noi inviato ai parlamentari italiani. Lo trovate qui in calce e ci pare possa essere una descrizione abbastanza dettagliata dello strumento, con un link ad un esempio concreto.
In grande sintesi si tratta di un libretto di poche pagine, scritte nel modo il piu’ chiaro possibile e che, nella sua versione più sintetica, contiene tre capitoli per ogni tema referendario:
– una informazione generale, di carattere “storico” e che indica come, in altri paesi, è risolto il problema. Una descrizione oggettiva e neutra del problema,
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.Nei paesi dove lo strumento esiste, esso e’ redatto da un ufficio specifico della Cancelleria dell’organo legislativo interessato (statale, regionale / cantonale o comunale).
Visti i tempi ravvicinati, intendiamo redigerlo assieme a voi (sperando che sarete d’accordo).
Si verifica il fatto che i membri della nostra associazione, ed altre con le quali siamo in contatto, siano a favore del NO. Ci impegneremo quindi, senza problemi, a redigere il capitolo “argomenti contro” (e per altro vi chiederemo dei commenti anche su quello).Prendiamo contato con voi per pregarvi di trametterci un testo che possa valere come “Argomenti a favore”.
Nel redigerlo vi preghiamo di utilizzare gli accorgimenti seguenti:
– esporre argomenti e fatti, evitando di polemizzare / enfatizzare, correnti di pensiero persone o gruppi.
– raccogliere tutti gli argomenti che, a vostra conoscenza, sono utilizzati per il SI, in modo oggettivo e senza polemiche nè per gli argomenti contro e nemmeno per quelli usati a favore.Ci pare opportuno precisare questo perche’ abbiamo letto, nel vostro commento nel vostro sito in rete, riferimenti ad entità astratte e non necessariamente chiare a tutti, (come “antipolitica”) e commenti polemici anche su argomenti usati per il SI (come il fattore economico).
Le vostre opinioni sono evidentemente del tutto legittime nel vostro sito, ma vi preghiamo di fare lo sforzo di essere “portavoce” non solo del vostro pensiero, ma del pensiero di tutti coloro che si esprimono per il SI.Da parte nostra, noi redigeremo il capitolo “Argomenti contro”, pur i tempi essendo stretti lo faremo conoscere ad altri gruppi ed anche a voi. Terremo volentieri conto dei vostri commenti pregandovi di esprimerli usando gli stessi criteri di oggettività.
Dovremo poi concordare il primo capitolo. Per quello ci impegnamo a stilare una bozza e vi preghiamo di revisionarla: il testo finale dovrà essere quello che ottiene il consenso vostro e nostro.
Ultimo punto: i tempi.
Come potete capire sono molto ravvicinati: vorremmo poter fare conoscere il “libretto” a partire dai primi giorni del mese di marzo.Grazie per l’attenzione.
Per il Comitato dell’associazione Più Democrazia Italia:
Leonello Zaquini.PS. Qui di seguito il testo da noi trasmesso a tutti i deputati e senatori italiani. Puo’ servire per maggiori chiarimenti ed in fondo riporta un link ad un esempio concreto.
= = =
Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,
Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum, sul
tema della riduzione dei parlamentari.In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini
sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere
ciascuno nelle condizioni migliori in modo da poter fare la scelta più
intelligente per la collettività intera.L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa,
pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno
può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come
lo sono i media privati).Per questo, come voi di certo sapete, nei paesi dove gli strumenti di
democrazia diretta sono presenti da più tempo e sono di uso più
frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), esiste e viene
gratuitamente diffuso agli elettori il “Libretto delle votazioni” che,
su ogni tema referendario, contiene:
– una informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati a favore del SI o
del NO, o gli enti promotori e oppositori.Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e
come associazione Più Democrazia Italia,vi esortiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche
venga redatto e reso pubblico.Questa è l’occasione per iniziare un percorso da ripetere per tutti i
referendum che verranno, utile al futuro di un’ Italia Democratica, non solo a parole, ma anche nei fatti.Potete gentilmente darci conferma del fatto che questo importantissimo
strumento di democrazia verrà reso disponibile?
Attendiamo questa conferma da parte vostra, anche per contribuire a
propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.P.S.: – A titolo di esempio potete trovare al link sotto riportato, un
esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi
anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera
concernente due temi in votazione nel 9 febbraio prossimo:- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Mi hanno subito risposto, acconsentendo a collaborare, ed ho subito risposto. Qui di seguito la mia risposta (non pubblico la loro risposta, sarebbe scorretto).
= = =Grazie per la risposta tempestiva, e collaborativa.Ecco le prime risposte alle vostre domande. Preciso che le risposte vengono dalla mia esperienza di lettura di questi testi, dato che risiedo in Svizzera da diversi anni, ed in questo paese come di certo sapete esiste una lunga tradizione di uso di strumenti di democrazia diretta.
1) Il numero di caratteri nel quale i capitoli “Argomenti a favore ” e “contro” e’ opportuno che sia limitato ai 4’000 caratteri circa (spazi inclusi). Solo il testo introduttivo ( ” Il problema in breve”), a volte può essere leggermente piu’ lungo ma non supera i 4’500 caratteri.
2) Confermo che i testi, inclusi quelli “pro” e “contro”, sono redatti (da un ufficio specializzato della cancelleria) nel modo seguente:
a- sono scritti in modo chiaro ed usando vocaboli comprensibili da tutti.
b- sono evitate espressioni che abbiano carattere “polemico”.
c- usano “argomenti” basati su fatti e deduzioni dai fatti.
d- incitano a riflettere sul TEMA e sulle CONSEGUENZE della decisione, non nell’evocare o nell’appellarsi a “simpatia” o ” antipatia” per chi e’ o e’ stato a favore o contro.Per quanto concerne il punto “d”, fare il contrario sarebbe incitare ad un “voto gregario”, (esiste in Svizzera l’espressione “Voto gregario” , correntemente usata per definire un voto espresso non in base alla riflessione sul contenuto della proposta e le sue conseguenze, ma in base a “simpatie / antipatie” per chi e’ o si e’ espresso a favore o contro. L’espressione “voto gregario” e’ correntemente usata in senso fortemente negativo: descrive una forma di inciviltà).
3) Anche noi conosciamo poco le ragioni del SI. Sappiamo pero’ che e’ stata usata quella sull’economia. Pensiamo non possa mancare. Di certo, se verremo a conoscenza di altri argomenti, ve li faremo conoscere.
Altri vostri punti:
– Conoscenza reciproca dei testi.
Non avevamo scritto che terremo conto del vostro testo per redigere il nostro. Ma che vi faremo conoscere il nostro testo e volentieri terremo conto anche dei vostri commenti su di esso.
Di certo quindi vi faremo conoscere il nostro testo.
Dovremo per altro cooperare per redigere, in modo consensuale, il testo di introduzione. Ve ne faremo avere una prima bozza (affronteremo assieme il tema della descrizione del tipo di referendum).Grazie per l’attenzione, ci compiaciamo per la collaborazione.
Buona giornata ed a presto.
Leonello Zaquini
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Documento interessante nel sito del SEnato:
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BOZZA v2 (commenti di Erminio: piu’ neutrale / testo del Ref)
Capitolo « Il problema in breve ».
= = =
Con il voto popolare, al quale siete chiamati, dovrete approvare o meno la modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a 200 senatori.
( Ai 315 senattori si aggiungono i senatori a vita e i senatori di diritto a vita).Il voto al quale siete chiamati è legato al fatto che :
– l’11 luglio 2019 è stato approvato il disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo : “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali : « … sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera ».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la « ammissibilità del referendum ».Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari. Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale. Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali in quanto dovranno essere più estesi o eleggere un numero inferiore di parlamentari, collegio per collegio.
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum: prevarrà la maggioranza dei voti espressi senza considerazione del numero di chi si esprime.
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, i rapporti tra i partiti ed i loro candidati ed poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica ed è vista sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese.
Il problema à affrontato in modo diverso nei diversi paesi. I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio, in alcuni paesi esiste una sola Camera. In altri paesi il Senato, pur esistendo, ha funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento di uno stato non federale.
In generale però si può constatare che :
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con stuttura federale ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale.
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è attualmente in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione ( come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge ( come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, per altro paese federale, con 0,8.In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore
ogni 200.000 abitanti.
Nel 1963 venne modificata la Costituzione e venne fissato il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti. Per questo, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato : vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo (come detto precedentemente ) di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.La riduzione dei parlamentari ( 400 deputati e 300 senatori) porterebbe il paese ad avere circa 1 parlamentare ogni 100 mila abitanti, passando dal 22° posto al 26° nella graduatoria dei 27 paesi europei, l’Italia sarebbe preceduta dalla Germania (0,8 parlamentari per 100 mila abitanti) e dopo la Spagna (1,3).
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
= = =
Il testo del referendum del 29 marzo è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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BOZZA
Argomenti per il NO.
= = =
La riduzione del numero dei rappresentanti tocca delicati equilibri e, oggettivamente, riduce la rappresentatività del sistema rappresentativo, che invece dovrebbe essere migliorata.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, in modo da assicurare che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 avremmo oggi circa 100 parlamentari in più.
La riduzione, ulteriore, del numero dei parlamentari oggettivamente rende più difficili le interazioni tra i cittadini e gli eletti e, quindi, facilita il controllo dei partiti sui rappresentanti. Il fenomeno ricorrente, e grave, della democrazia solo rappresentativa per il quale i « rappresentanti dei cittadini » sono indotti o anche forzati a degenerare in « funzionari del partito » rischia di rafforzarsi. Tanto più che la proposta era nata per accompagnare l’introduzione di strumenti di democrazia diretta. I quali però pare siano stati archiviati e la riduzione del numero dei rappreentanti non è accompagnata da provvedimenti correttivi.I propositori della modifica costituzionale hanno a lungo enfatizzato l’ argomento « economia », evidentemente privo di consistenza : in paesi con un mumero molto piu alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati molto meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stiamata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Eppure questo argomento è stato « sbandierato » a lungo e con insistenza, questo fa ritenere che non esistano effettivi altri motivi e che, se esistono, non è giudicato opportuno farli conoscere.
L’altro argomento della « semplificazione delle procedure » risulta, anche quello, inconsistente : se nel corso del dibattito alcuni parlamentari in più espongo le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, evidentemente questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, senza complicazioni che esigano di essere « semplificate ».
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Molise, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza passando da 18 a 12 rappresentanti per una popolazione di 5,4 milioni ( la 4° regione italiana ). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
In base a queste considerazioni possiamo affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produce gli effetti seguenti : un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza e quindi un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività, difetto purtroppo ricorrente nei sistemi rappresentativi). Ma non solo : le attività delle lobby di potere (che purtroppo in Italia non mancano), potranno essere più determinanti e più incisive, sia al momento dell’elezione, come anche durante l’attività legislativa.
In sostanza, anche se nonostante la riduzione il numero dei parlamentari resta importante, la riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico : il partitismo e la tendenza alla « degenerazione oligarchica ». Per concludere, non possiamo sapere per quali ragioni nell’arco del tempo in diverse occasioni persone diverse e di diverse tendenze si espressero a favore della riduzione del numero dei rappresentanti, ma occorre constatare che anche il Sig. Gelli nel programma della sua P2 avesse proposto la riduzione dei parlamentari. E’ la constatazione di un fatto storico.
= = = considerazione aggiunta in seguito al commento di Erminio = = =
Il voto NO, corrisponde sia alle intenzioni di chi mira al rispetto del sistema rappresentativo e della rappresentatività del Parlamento, come anche a quelle di chi vorrebbe un miglioramento della democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari esisterebbero più probabilità di legislazione in quel senso .- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Bozza
Argomenti per il SI
= = =LE RAGIONI PER ANDARE A VOTARE SI’
La democrazia rappresentativa, conquistata nei secoli, fa i cittadini titolari di tutte le scelte pubbliche articolate che non possono materialmente essere gestite con la democrazia diretta dove convivono più di qualche decine di migliaia di cittadini. Ci vuole l’istituto Parlamento, in cui gli eletti discutono e decidono. Non è uno strumento rigido. Aggiorna le regole del convivere al passar del tempo, resta soggetto alla continua valutazione dei cittadini nonché a periodici loro giudizi elettorali individualmente segreti e può avvalersi, secondo norme specifiche, di forme di democrazia diretta su singole tematiche circoscritte.
Il 29 marzo 2020, il voto SI rende più funzionale la democrazia rappresentativa. Infatti il Parlamento ha approvato in doppia lettura a maggioranza il taglio nel numero dei parlamentari. Questo taglio,
– rende più snello discutere e decidere,
– rende più trasparenti gli atti parlamentari,
– agevola giudicare da fuori quanto accade,
– consente allo Stato un risparmio certo, seppure di ammontare assai limitato,
– contrasta alla base la campagna ultradecennale dei media contro il parlamento
e a favore delle elites di governo distanti dai cittadini.Le critiche al ridurre il numero dei parlamentari senza estendere le riforme ad altri meccanismi istituzionali, non hanno spessore poiché non mutano che l’aver deciso il taglio intanto avvicina ai cittadini e non impediscono di fare in seguito le correzioni che dovessero servire.
Approvato a maggioranza assoluta (addirittura molto estesa nella quarta votazione), il taglio avrebbe modificato la Costituzione se un quinto dei senatori non avesse richiesto di sottoporla a referendum. E’ stato determinante un drappello di senatori sovranisti che, dopo aver votato SI’ al taglio nelle 2 votazioni in aula, ha fatto raggiungere la soglia per il referendum, preferendo far decidere ai cittadini.
Nel rispetto delle leggi vigenti, il 29 marzo andremo alle urne. Eppure non serviva far votare i cittadini sul quesito che approva o respinge la legge votata, finché in Senato il quorum non è stato raggiunto rinnegando le scelte precedenti. Il 29 marzo è un passaggio che mira a logorare il Parlamento con la scusa di preservarne la capacità rappresentativa. Solo che tale capacità non è legata alla quantità degli eletti e a quanto territorio coprano. E’ legata alle scelte espresse dai cittadini circa i progetti politici e i rappresentanti eletti per dibattere e decidere quale progetto attuare con le azioni istituzionali. In seguito i cittadini giudicano i risultati ottenuti.
Riempire le urne con il SI’ è il modo più efficace sia per mettere nell’angolo le manovre di palazzo dei fautori a parole della democrazia civica (i quali intendono favorire concezioni di governo sopra i cittadini), sia per potenziare le istituzioni rappresentative dotandole dei correttivi migliorativi introdotti dal taglio che le rendono più attente alle richieste dei cittadini.-
e queste sarebbero le sterili motivazioni del SI?…contenti loro…per me possiamo confermarle…anzi spero davvero rimangano queste…
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BOZZA 2
sono a 2948 caratteri.
Ho modificato pochissimo, errori di sintassi e tolti spazi spazi ove possibile
Argomenti per il SI
= = =LE RAGIONI PER VOTARE SI
La democrazia rappresentativa, conquistata nei secoli, fa i cittadini titolari di tutte le scelte pubbliche articolate che non possono materialmente essere gestite con la democrazia diretta dove convivono più di qualche decine di migliaia di cittadini. Ci vuole l’istituto Parlamento, in cui gli eletti discutono e decidono. Non è uno strumento rigido. Aggiorna le regole del convivere al passar del tempo, resta soggetto alla continua valutazione dei cittadini nonché a periodici loro giudizi elettorali individualmente segreti e può avvalersi, secondo norme specifiche, di forme di democrazia diretta su singole tematiche circoscritte.
Il 29 marzo 2020, il voto SI rende più funzionale la democrazia rappresentativa. Infatti il Parlamento ha approvato in doppia lettura a maggioranza il taglio nel numero dei parlamentari. Questo taglio,
– rende più snello discutere e decidere,
– rende più trasparenti gli atti parlamentari,
– agevola giudicare da fuori quanto accade,
– consente allo Stato un risparmio certo, seppure di ammontare assai limitato,
– contrasta alla base la campagna ultra-decennale dei media contro il parlamento
e a favore delle elites di governo distanti dai cittadini.Le critiche al ridurre il numero dei parlamentari senza estendere le riforme ad altri meccanismi istituzionali, non hanno spessore poiché non mutano che l’aver deciso il taglio intanto avvicina ai cittadini e non impediscono di fare in seguito le correzioni che dovessero servire.
Approvato a maggioranza assoluta (addirittura molto estesa nella quarta votazione), il taglio avrebbe modificato la Costituzione se un quinto dei senatori non avesse richiesto di sottoporla a referendum. E’ stato determinante un drappello di senatori sovranisti che, dopo aver votato SI’ al taglio nelle 2 votazioni in aula, ha fatto raggiungere la soglia per il referendum, preferendo far decidere ai cittadini.
Nel rispetto delle leggi vigenti, il 29 marzo andremo alle urne. Eppure non serviva far votare i cittadini sul quesito che approva o respinge la legge votata, finché in Senato il quorum non è stato raggiunto rinnegando le scelte precedenti. Il 29 marzo è un passaggio che mira a logorare il Parlamento con la scusa di preservarne la capacità rappresentativa. Solo che tale capacità non è legata alla quantità degli eletti e a quanto territorio coprano. E’ legata alle scelte espresse dai cittadini circa i progetti politici e i rappresentanti eletti per dibattere e decidere quale progetto attuare con le azioni istituzionali. In seguito i cittadini giudicano i risultati ottenuti.
Riempire le urne con il SI’ è il modo più efficace sia per mettere nell’angolo le manovre di palazzo dei fautori a parole della democrazia civica (i quali intendono favorire concezioni di governo sopra i cittadini), sia per potenziare le istituzioni rappresentative dotandole dei correttivi migliorativi introdotti dal taglio che le rendono più attente alle richieste dei cittadini.
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Ho letto le bozze. Sulle argomentazioni neutre mi pare che sia lunga rispetto agli spazi e toglie argomenti che dovrebbero essere per chi vota no . Dovremmo fermarci ai numeri e qualche considerazioni di carattere iinternazionale.Io sarei per esprimere un giudizio negativo popolarmente riconosciuto dal popolo italiano che ha portato ad una disaffezione/astensione massiccia a partecipare alle elezioni nazionali e locali riducendo la concreta validità della componente della democrazia rappresentativa che di fatto e attorno al 25% degli aventi diritto. Il restante non è assolutamente rappresentato. Lo scollamento con il rapporto fra eletti e il popolo italiano viene comunemente definito dai mass media definendo l’insieme degli eletti esteso quale una casta che vive di vita propria. Questa iniziativa legislativa tende a porvi rimedio.
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Sia per il no che per il si farà dire ed inserire che comunque il recupero del rapporto del popolo con gli eletti della democrazia rappresentativa passa attraverso il necessario inserimento nelle strutture politico amministrativa di nuovi strumenti partecipativi da parte dei cittadini e dei quali sono quelli della democrazia diretta e oartecipata. Stesso concetto da inserire fra le motivazioni del si.
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Caro Erminio,
ho riletto con la massima attenzione il testo “Problema in breve” (neutro) , cercando di vedere se e dove potesse essere “di parte”.
Ho eliminato un aggettivo ( “preceduta da solo la Germania” … divenuto: “preceduta dalla Germania”), elle utlime righe del testo.Francamente il resto mi paiono informazioni (sotrico – geocrafiche – di contesto …) oggettive.
Se scopri altri punti che ritieni “di parte” o non pertinenti, ti prego di indircarmeli specificamente.
= = =
Sul tema ” superamento sistema rappresentantivo”, ne abbiamo parlato via rete poco fa.Anche i testi “di parte” devono restare “coerenti al tema” e non estenderlo ad altri temi.
E soprattutto occorre fare lo sforzo di farsi “portavoce” di TUTTI gli argomenti “NO” ( o “SI” ) e non solo di quelli di alcuni ( o “nostri”).Ma, dopo la discussione via rete, mi pare di avere trovato un modo per raccogliere il tuo suggerimento, senza ledere il principio.
Adesso lo implemento e ti / vi chiedo se possa andare.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Ho aggiunto una frase finale al testo “Argomenti per il NO”:
. . .
= = = considerazione aggiunta in seguito al commento di Erminio = = =
Il voto NO, corrisponde sia alle intenzioni di chi mira al rispetto del sistema rappresentativo e della rappresentatività del Parlamento, come anche a quelle di chi vorrebbe un miglioramento della democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari esisterebbero più probabilità di legislazione in quel senso .= = =
Mi farebbe piacere raccogliere il suggerimento di Erminio (comunque conservando la rappresentativita’ degli argomenti per il NO, tra i quali ci sono anche persone contrarie alla democrazia diretta. Sono un po’ perlesso … anche perche’ “splafoniamo” sui caratteri.Converrebbe trovare il modo di restringere il testo.
Grazie dei vostri commenti.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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BOZZA 2 (aggiunto argomento suggerito da Erminio – riduzione a 3827 caratteri)
= = =
Argomenti per il NO.
= = =
La riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderebbe più difficili le interazioni tra i cittadini e gli eletti e, quindi, faciliterebbe il controllo dei partiti sui rappresentanti.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, in modo da assicurare che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 avremmo oggi circa 100 parlamentari in più.
Il problema ricorrente della democrazia solo rappresentativa per il quale i rappresentanti dei cittadini sono indotti o anche forzati a degenerare in « funzionari del partito » rischia di rafforzarsi. La proposta era nata per accompagnare l’introduzione di strumenti di democrazia diretta i quali però pare siano stati archiviati e la riduzione del numero dei rappreentanti non è accompagnata da alcun correttivo.
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento « economia », ma in paesi con un mumero molto piu alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati molto meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stiamata a 7 millesimi della spesa pubblica.
L’altro argomento della « semplificazione delle procedure » risulta, anche quello, inconsistente : non saranno alcuni interventi in più in Parlamento a porre problemi. Soprattutto se riferissero opinioni di cittadini con i quali i parlamentari possono essere in contatto. Questo sarebbe anzi un vantaggio per la democrazia e per la qualità delle leggi.
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensi che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero ridurrebbe ancora di più la propria rappresentanza. I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
Possiamo quindi affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività.
– rafforzamento della importanza delle delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e anche durante l’attività legislativa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico : il partitismo e la tendenza alla « degenerazione oligarchica ». Per concludere, non possiamo sapere per quali ragioni nell’arco del tempo in diverse occasioni persone diverse e di diverse tendenze si espressero a favore della riduzione del numero dei rappresentanti, ma constatoamo che anche il Sig. Gelli nel programma della sua P2 avesse proposto la riduzione dei parlamentari. E’ la constatazione di un fatto storico.Il voto NO, corrisponde sia alle intenzioni di chi mira al rispetto del sistema rappresentativo e della rappresentatività del Parlamento, come anche a quelle di chi vorrebbe un miglioramento della democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari esisterebbero più probabilità di legislazione in quel senso .
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HO fatto uun calcolo piu’ preciso della lunghezza dei testi nel libretto CH.
Il calcolo e’ difficile perche’ nella nuova versione (… a mio parere peggiorata) ogni tema e’ trattato non in tre ma in 6 capitoletti:
3 brevissimi. ( “il problema” “Si” “NO”)
3 capitoli “normali”. ( “il problema” “Si” “NO”).
In totale ogni capitolo e’ trattato 2 volte (una kag*** …, a mio parere. Scrivero alla confederazione il mio dissenso).
Per saper quanti caratteri ha ongi capitolo occorre “riassemblare” il libretto.
Ho fatto il lavoro per uno dei due temi al voto del 9/02 ( quello sugli alloggi).
Ecco il risultato:
IL PROBLEMA 5532 ( con le note : 7732)
SI 3321
NO 3432
Caratteri con gli spazi.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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provo a trasmetterti quanto fino ad ora fatto
trovo un poco lungo quando scendi nel no scendi nel dettaglio e il problema di Gelli e P2 sentiamo gli altri. poi saranno i comitati a farci capire se sei divisivo o unificante
Introduzione neutrale
Con questo referendum confermativo il popolo italiano, viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo : “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita e senatori di diritto a vita a 200 senatori.
VERIFICARE DOVE VANNO I SENATORI A VITA– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali : « … sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera ».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la « ammissibilità del referendum ».Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari. Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale. Inoltre, in caso di approvazione, verrà coerentemente modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali rapportati al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum prevarrà la maggioranza dei voti espressi senza quorum (zero) del numero dei voti espressi.
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, i rapporti tra i partiti ed i loro candidati ed poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica ed è vista sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese.
<u>Ritengo che sia un concetto che deve appartenere alla motivazioni che appartengono al fronte dei no</u>
La problematica à affrontato in modo nei diversi paesi UE. I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera oppure in altri il Senato, e con funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che :
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale è comparabile ad una presenza di più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale.
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è attualmente in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione ( come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge ( come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, per altro paese federale, con 0,8.In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scende allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti.
In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore
ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 950 attaualmente in vigore
Nel 1963 venne modificata la Costituzione e venne fissato il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti. Per questo, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato : vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un
senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo (come detto precedentemente ) di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.La riduzione del numero dei parlamentari a 400 deputati e 300 senatori) porterebbe il paese ad avere circa 1 parlamentare ogni 100 mila abitanti, Tale rapporto sarebbe compreso fra il valore dalla Germania di 0,8 parlamentari per 100 mila abitanti e il valore della Spagna di 1,3 parlamentari per 100.000 abitanti, la Francia e Polonia con in valore di 1,4 parlamentare per 100.000 abitanti Al decrescere del numero complessivo degli abitanti delle singole nazioni Ue, tale rapporto sale progressivamente ed al ventitreesimo posto con la Slovenia che con circa 2.000.000 di abitante tale rapporto sale 6,3 parlamentari per 100.000 abitanti.
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
Argomenti per il NO.
= = =
La riduzione del numero dei rappresentanti tocca delicati equilibri e, oggettivamente, riduce il rapporto della componente della democrazia rappresentativa 1,6 a 0,99 parlamentari per 100.000 abitanti, che invece dovrebbe essere quanto meno conservata se non aumentata
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, in modo da assicurare che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.
La riduzione, ulteriore, del numero dei parlamentari oggettivamente renderanno più difficoltoso le opportunità di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti e, quindi, facilitando il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già molto presente e grave, e ha causato una molto estesa disaffezione e demotivazione da parte della ormai maggioranza degli aventi diritto al voto, ritenuto inutile. Ovviamente questo elemento non è l’unico responsabile di questa degenerazione, molto altri sono i motivi e molti altre prassi e strumenti sono da mettere in essere per rigenerare il corretto rapporto fra eletti ed il popolo nello spirito dell’art. 1 della costituzione strumenti che sono presenti in modo organico e maturo in molti paesi della UE ed altri paesi europei quali possono essere gli strumenti di partecipazione democratica dei cittadini tramite strumenti di democrazia diretta propositiva e che prevede eventuali opportunità di proposte di legge di iniziativa popolare nonché del controllo dell’operato dei loro rappresentanti eletti con il loro mandato. La condizione attuale dell’eletto nell’esercizio del suo mandato e la opportunità di una sua prosecuzione purtroppo suo malgrado diventa esclusivamente dipendente da un rapporto di fedeltà esclusiva al partito. sono indotti o anche forzati a degenerare in « funzionari del partito » rischia di rafforzarsi. Si evidenzia che una maggioranza di parlamentari eletti, accanto alla proposta della riduzioni dei parlamentari Tanto più che la proposta del taglio dei parlamentari era programmaticamente accompagnata da un percorso legislativo che avrebbe implementato quanto meno lo strumento nazionale di referendum propositivo vincolante di leggi di iniziativa popolare e pronto per la seconda lettura, oggi scomparso dall’iter parlamentare,I propositori della modifica costituzionale hanno a lungo enfatizzato l’ argomento « economia », in una analisi di costi/benefici che economicamente si può facilmente dimostrare essere residuale nel contesto del bilancio statale. in paesi con un numero molto più alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati molto meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Tale risparmio è stimato a 7 millesimi della spesa pubblica.
L’altro argomento della « semplificazione delle procedure » risulta tutta da definire ed esplicitare , con proposte concrete Si ritiene che se nel corso del dibattito parlamentare alcuni di essi in più che espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, senza complicazioni che esigano di essere « semplificate ».
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Molise, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza passando da 18 a 12 rappresentanti per una popolazione di 5,4 milioni ( la 4° regione italiana ). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
In base a queste considerazioni possiamo affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produce gli effetti seguenti : un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza e quindi un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività, difetto purtroppo ricorrente nei sistemi rappresentativi). Ma non solo : le attività delle lobby di potere (che purtroppo in Italia non mancano), potranno essere più determinanti e più incisive, sia al momento dell’elezione, come anche durante l’attività legislativa.
In sostanza, anche se nonostante la riduzione il numero dei parlamentari resta importante, la riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico : il partitismo e la tendenza alla « degenerazione oligarchica ». Per concludere, non possiamo sapere per quali ragioni nell’arco del tempo in diverse occasioni persone diverse e di diverse tendenze si espressero a favore della riduzione del numero dei rappresentanti, ma occorre constatare che anche il Sig. Gelli nel programma della sua P2 avesse proposto la riduzione dei parlamentari. E’ la constatazione di un fatto storico.
= = = considerazione aggiunta in seguito al commento di Erminio = = =
Chi vota NO, intende promuovere il recupero da parte dei parlamentari della pratica della loro missione originale cosi come previsto dall’art. 1 della costituzione e ritiene completamente e primariamente indispensabile nella vita democratica italiana della componente rappresentativa ovviamente rigenerata e presente nel Parlamento, senza mandato incontrollabile e partecipativo dei cittadini ed auspica che ciò possa essere acquisito come prospettiva politica quale naturale dovere da parte dei parlamentari eletti, con l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: che con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari si creerebbero più probabilità legislative in quel senso .PENSI CHE IL TESTO DELLE DUE POSIZIONI VENGA INVIATO AGLI INNUMEREVOLI COMITATI DEL NO E RACCOGLIERE I LORO COMMENTI UFFICIALI. PER IL SI PARE PIÙ SEMPLICE ?
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Caro Erminio, grazi per ci ommenti ed i contributi.
In gran parte mi paiono assolutamente opportuni (segnati qui di seguito con “OK”), qualche altro mi induce a fare delle contro proposte (segnate dome “*”).
Qui di seguito il testo del “Problema in breve”.
= = =
BOZZA 3 ( Modifiche di Erminio integrate (OK) / modifiche Leo (*)
IL PROBLEMA IN BREVE
= = =
Con questo referendum confermativo il popolo italiano, viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo : “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita e senatori di diritto a vita a 200 senatori. *La riforma impone a 5 il numero massimo di senatori a vita*.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali : « … sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera ».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la « ammissibilità del referendum ».Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari. Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale. Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali coerentemente al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum quindi prevarrà la maggioranza dei voti espressi.
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati ed poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica ed è vista sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese. *A seconda dei punti di vista (per il NO o per il SI), può prevalere il primo od il secondo degli argomenti*.
*La problema del numero dei parlamentari à affrontato in modo diverso * nei diversi paesi UE. I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera oppure in altri il Senato, e con funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che :
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale (OK) ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale. (OK)
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è attualmente in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione ( come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge ( come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, per altro paese federale, con 0,8).(OK) In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scenderebbe (*) allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti.(OK)
In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore
ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 950 attaualmente in vigore
Nel 1963 venne modificata la Costituzione e venne fissato il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti. Per questo, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato : vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo (come detto precedentemente ) di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.La riduzione del numero dei parlamentari a 400 deputati e 300 senatori) porterebbe il paese ad avere circa 1 parlamentare ogni 100 mila abitanti, Tale rapporto sarebbe compreso fra il valore dalla Germania di 0,8 parlamentari per 100 mila abitanti e il valore della Spagna di 1,3 parlamentari per 100.000 abitanti, la Francia e Polonia con in valore di 1,4 parlamentare per 100.000 abitanti Al decrescere del numero complessivo degli abitanti delle singole nazioni Ue, tale rapporto sale progressivamente ed al ventitreesimo posto con la Slovenia che con circa 2.000.000 di abitante tale rapporto sale 6,3 parlamentari per 100.000 abitanti.
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
= = =
Il testo del referendum del 29 marzo è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente :
“Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”,
approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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BOZZA 4
Modifiche di Erminio integrate/modifiche Leo/Modifiche di Nicola
ho tolto i riferimenti di chi le ha fatte, non serve ormai, occorre verificare che sia fluido e che rimanga con il significato che volevate dare, anche per fare un conteggio corretto dei caratteri.
Così siamo a 4839 caratteri inclusi spazi, senza il titolo e senza il testo della domanda del referendum= = =
IL PROBLEMA IN BREVE
Con questo referendum confermativo il popolo italiano, viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo: “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita a 200 senatori. La riforma impone a 5 il numero massimo di senatori a vita.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali: «… sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la «ammissibilità del referendum».
Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari.
Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale.
Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali coerentemente al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum quindi prevarrà la maggioranza dei voti espressi.
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati e poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica, ed è vista, sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese. A seconda dei punti di vista (per il NO o per il SI), può prevalere il primo od il secondo degli argomenti.
Il problema del numero dei parlamentari è affrontato in modo diverso nei diversi paesi UE.
I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera in altri il Senato, e con funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che:
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale.
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è ora in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione (come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge (come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente, con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti, si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, paese federale, con 0,8).
In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scenderebbe allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti.
In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 930 attualmente in vigore.
Con la modifica Costituzionale del 1963, che fissa il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato: vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.
La riduzione del numero dei parlamentari a 400 deputati e 300 senatori, porterebbe il paese ad avere circa 1 parlamentare ogni 100 mila abitanti. Tale rapporto sarebbe compreso fra il valore dalla Germania di 0,8 parlamentari per 100 mila abitanti e il valore della Spagna di 1,3 parlamentari per 100.000 abitanti. Al decrescere del numero complessivo degli abitanti delle singole nazioni UE, tale rapporto sale progressivamente ed al ventitreesimo posto con la Slovenia, con circa 2.000.000 di abitanti, tale rapporto sale 6,3 parlamentari per 100.000 abitanti.
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
= = =
Il testo del referendum del 29 marzo è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente :
“Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019 ?»- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Nicola.
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A parte dei dettagli linguistici ( e’ raccomandato l’uso di vocaboli semplici e facilmente comprensibili, alle volte hai migliorato/semplificato tu il mio testo. Altre volte mi pare migliorabile il tuo), mi pare che delle opinioni diverse possono trovarsi su un unico punto. LO riporto qui:
= = =
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati ed poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica ed è vista sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese. *A seconda dei punti di vista (per il NO o per il SI), può prevalere il primo od il secondo degli argomenti*
= = =E’ opportuno elencare le “ricadute possibili” nel testo introduttivo (IL problema in breve) e non solo negli “argomenti per il NO” e ” per il SI”. Essendo il testo “Neutro” erano e sono indicati i DUE punti di vista e non uno solo.
Ma per raccogliere il tuo commento, propongo di aggiungere una frase (*) per esplicitare questo fatto.= = =
Dimmi cosa ne pensi di questa e delle altre modifiche (indicate con *).
Grazie. -
Caro Erminio,
Ho riletto la tua proposta di “Argomenti per il NO” e sono d’accordissimo.
Sia sui contenuti come anche sul linguaggio.Sono pero’ 6’180 caratteri.
dovremmo restare entro i 4’000.
Avevo fatto lo sforzo di rispettare questo vincolo, redigendo la “BOZZA V2” , ma mi pare che tu hai usato la precedente ed hai poi anche aggiunto delle considerazioni (che condivido).
Occorre fare lo sforzo di rispettare la dimensione che abbiamo raccomandato anche agli estensori del testo “Argomenti per il SI”.
Provi tu? … Provo io?
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BOZZA V3 (Proposta Erminio, ridotta a 3’700)
Argomenti per il NO.
= = =
La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati .
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già molto presente e grave, è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (che, originariamente, era previsto avrebbero dovuto accompagnare la riforma), contribuiscono a generare questa tendenza, che sarebbe rafforzata dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in « funzionari del partito ».
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento « economia », ma in paesi con un mumero molto piu alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stiamata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Anche l’altro argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
Possiamo quindi affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e anche durante l’attività legislativa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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BOZZA V4
sono arrivato a 3754 caratteri
ma ho aggiunto anche la frase dei costituenti
Ho ridotti gli spazi e sistemato qua e la.
Fatemi sapere se anche per voi è ancora tutto fluido e con il significato corretto.
Mi pare che siamo stati obiettivi e ci siano le ragioni per il NO chiare e comprensibili.
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La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già molto presente e grave, è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (che, originariamente, era previsto avrebbero dovuto accompagnare la riforma), contribuiscono a generare questa tendenza, che sarebbe rafforzata dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in «funzionari del partito».
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento «economia», ma in paesi con un numero molto più alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti, costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stimata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Anche l’argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di: gestori di media, canali di informazione … ecc.
Possiamo quindi affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e che durante l’attività legislativa.I costituenti mai avrebbero potuto pensare che un parlamentare NON sarebbe stato ligio al suo dovere e NON avrebbe pensato con la sua testa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.
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Caro Nicola,
Grazie per il lavoro.Quanto alla frase che hai aggiunto, ti confesso che a me pare ridondante (l’argomento “costituenti” mi pare gia’ presente). In ogni caso
raccomando di modificala frase, in modo da renderla piu’ “oggettiva” e meno “ipotetica”, per esempio nella forma:” I costituenti precisarono che i Parlamentari dovessero agire “senza vincolo di mandato” e quindi: pensando con la propria testa “.
= = =
In quanto “portavoce degli argomenti del NO”, dovremmo a mio parere riuscire ad integrare dei punti ancora mancanti:– commissioni.
– pericolo riforme costituzione senza possibilita’ di voto popolare.
– … Gelli ( non siamo i soli ad averlo citato, poi pero’ tolto per suggerimento di Erminio e motivi di spazio).= = =
Vedo cosa riesco a fare.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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BOZZA V5 ( Frase di Nicola, « revisionata » / aggiunti argomenti 8 punti : commissini / costituzione. Caratteri : 3990)
Argomenti per il NO
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La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già presente ed è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (che, originariamente, era previsto avrebbero dovuto accompagnare la riforma), contribuiscono a generare questa tendenza, che sarebbe rafforzata dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in «funzionari del partito». Al contrario i costituenti precisarono che i parlamentari dovessero agire “senza vincolo di mandato” e quindi: pensando con la propria testa.
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento «economia», ma in paesi con un numero molto più alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti, costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stimata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Anche l’argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » si annulla se si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
– I senatori di partiti di minoranza potrebbero non essere presenti nelle Commissioni, anche in occasioni deliberanti.
– Aumenterebbe il rischio di modifiche costituzionali approvate anche senza referendum dei cittadini, essendo più facile il superamento della maggioranza dei 2/3.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di: gestori di media, canali di informazione … ecc.
Per questo, la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e che durante l’attività legislativa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.
Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione. -
Qui ho trovato un testo per il SI molto ufficiale:
http://www.riformeistituzionali.gov.it/it/la-riduzione-del-numero-dei-parlamentari/
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Ho spedito ai comitati e contatti del Si, il messaggio seguente:
= = =
Gentili signori,
Vi proponiamo di proseguire nella collaborazione per la redazione del “Libretto delle votazioni” ( detto anche “Opuscolo informativo”).
Come promesso vi trasmettiamo l’insieme dei testi attualmente esistenti, ed anche l’impostazione generale del “libretto”.
La trovate qui:https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/versione-attuale-del-libretto-sul-taglio/
In particolare vi chiediamo di:
– comunicarci i vostri commenti e suggerimenti per il capitolo a pag 2, “PRESENTAZIONE DELL’ ARGOMENTO E CONTESTO GENERALE, IN BREVE”.
Questo capitolo, nella sua vesione finale, dovra’ essere consensuale, come anche lo dovra’ essere l’impostazione generale del “libretto”.Sara’ importante riuscire a redigere il libretto nella sua versione finale entro la fine del mese di febbraio.
Poi passeremo alla divulgazione del testo.Sono graditi anche i vostri commenti al capitolo “Argomenti per il NO”, per quanto possibile ne terremo conto.
Vi ringraziamo per averci trasmesso una vostra prima proposta per il testo “Argomenti per il SI”.
Ne abbiamo discusso e riteniamo di dovervi segnalare che dovreste fare lo sforzo di concretizzarlo ed argomentarlo più in dettaglio.
Temiamo in fatti che possa apparire “sproporzionato” rispetto agli argomenti per il NO, tanto da rischiare di dare una impressione
squilibrata ed non sufficientemente imparziale del “Libretto”.Per questo e per farvi avere altro materiale ci permettiamo di mettervi in contatto con il Ministro Fraccaro; sperando che possa tramettervi del materiale.
Conosciamo ed apprezziamo l’interesse del Ministro Fraccaro per gli strumenti di democrazia diretta.
Sappiamo che il Ministro sa e conosce il fatto che “libretto delle votazioni” e’ uno degli strumenti essenziali.Anche il sig. Resegotti, che ha contribuito alla redazione del capitolo per il “NO”, si rende disponibile per riferirvi e trasmettervi commenti per rafforzare il testo.
Inoltre il Sig. Resegotti puo’ mettervi in contatto anche con Alex Marini, Consigliere provinciale a Trento, dal quale anche potreste ricevere dei contributi utili per il “SI”.Come gia’ detto il testo puo’ raggiungere i 4’000 caratteri (ed e’ opportuno che vi si avvicinim atrimenti anche questio sarebbe uno elemento di “squilibrio”).
A parte Alex Marini (di cui non ho l’indirizzo e mail, ma lo ha Resegotti), le persone che possono contribuire alla redazione del testo “per il Si” ed alla definizione finale del “libretto”
leggono in copia.Grazie a tutti per la collaborazione.
Cari saluti.
Leonello Zaquini
PS.
Ritrasmetto, qui di seguito, il testo delle “Raccomandazioni”, aggiornato ai 4’000 caratteri.= = =
Raccomandazioni per la redazione del testo:
Preciso che le risposte vengono dalla mia esperienza di lettura di questi testi, dato che risiedo in Svizzera da diversi anni, ed in questo paese come di certo sapete esiste una lunga tradizione di uso di strumenti di democrazia diretta.
1) Il numero di caratteri nel quale i capitoli “Argomenti a favore ” e “contro” e’ opportuno che sia attorno ai 4’000 caratteri circa (spazi inclusi). Solo il testo introduttivo ( ” Il problema in breve”), a volte può essere leggermente piu’ lungo ma resta attorno ai 4’500 caratteri (due pagine, A5)
2) Confermo che i testi, inclusi quelli “pro” e “contro”, sono redatti (da un ufficio specializzato della cancelleria) nel modo seguente:
a- sono scritti in modo chiaro ed usando vocaboli comprensibili da tutti.
b- sono evitate espressioni che abbiano carattere “polemico”.
c- usano “argomenti” basati su fatti e deduzioni dai fatti.
d- incitano a riflettere sul TEMA e sulle CONSEGUENZE della decisione, non nell’evocare o nell’appellarsi a “simpatia” o ” antipatia” per chi e’ o e’ stato a favore o contro.Per quanto concerne il punto “d”, fare il contrario sarebbe incitare ad un “voto gregario”, (esiste in Svizzera l’espressione “Voto gregario” , correntemente usata per definire un voto espresso non in base alla riflessione sul contenuto della proposta e le sue conseguenze, ma in base a “simpatie / antipatie” per chi e’ o si e’ espresso a favore o contro. L’espressione “voto gregario” e’ correntemente usata in senso fortemente negativo: descrive una forma di inciviltà).
3) Anche noi conosciamo poco le ragioni del SI. Sappiamo pero’ che e’ stata usata quella sull’economia. Pensiamo non possa mancare. Di certo, se verremo a conoscenza di altri argomenti, ve li faremo conoscere.
Altri vostri punti:
– Conoscenza reciproca dei testi.
Non avevamo scritto che terremo conto del vostro testo per redigere il nostro. Ma che vi faremo conoscere il nostro testo e volentieri terremo conto anche dei vostri commenti su di esso.
Di certo quindi vi faremo conoscere il nostro testo.
Dovremo per altro cooperare per redigere, in modo consensuale, il testo di introduzione. Ve ne faremo avere una prima bozza (affronteremo assieme il tema della descrizione del tipo di referendum).Grazie per l’attenzione, ci compiaciamo per la collaborazione.
Buona giornata ed a presto.
Leonello Zaquini
-
Esempio di integrazione della proposta: miglirare la leggibilità, proposta di modifica 2.
et anche 3 , 5 , 6, 7,= = =
Pag 2
= = =
PRESENTAZIONE DELL’ ARGOMENTO E CONTESTO GENERALE, IN BREVE.IL CONTESTO: riduzione del numero dei parlamentari
Con questo referendum confermativo il popolo italiano viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo: “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita a 200 senatori. La riforma impone a 5 il numero massimo di senatori a vita.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali: «… sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la «ammissibilità del referendum».COSA E COME SI VOTA: “si” o “no” alla riduzione, senza quorum
Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari.
Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale.
Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali coerentemente al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum quindi prevarrà la maggioranza dei voti espressi indipendentemente dal numero dei votanti.EFFETTI: rapporto tra elettori ed eletti, semplificazioni e riduzione spese o riduzione rappresentatività
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati e poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo.ESEMPI: in altri paesi e contesti
Il problema del numero dei parlamentari è affrontato in modo diverso nei diversi paesi UE.
I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera in altri il Senato, e con funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che:
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale.
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è ora in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione (come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge (come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente, con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti, si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, paese federale, con 0,8).
In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scenderebbe allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti, resteremmo penultimi prima della Germania e dopo la Spagna (1,3).
Limitando il confronto alle sole “camere basse”, che sono più omogenee, (escludendo il senato), l’Italia, occupa attualmente il 24° posto e passerebbe all’ultimo tra i paesi europei.In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 930 attualmente in vigore.
Con la modifica Costituzionale del 1963, che fissa il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato: vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.Sei tentativi di riforma, in passato.
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
= = =NOTA: il testo è approvato da un gruppo di cittadini attivi in comitati favorevoli e contrari.
Integrati i commenti.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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ARGOMENTI PER IL NOLa Costituzione del ’48 prevederebbe 110 parlamentari in più.
La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.Senza voto di preferenza: maggiore controllo dei partiti.
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già presente ed è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (che, originariamente, era previsto avrebbero dovuto accompagnare la riforma), contribuiscono a generare questa tendenza, che sarebbe rafforzata dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in «funzionari del partito». Al contrario i costituenti precisarono che i parlamentari dovessero agire “senza vincolo di mandato” e quindi: pensando con la propria testa.Economia: inconsistente, meglio ridurre gli stipendi.
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento «economia», ma in paesi con un numero molto più alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti, costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stimata a 7 millesimi della spesa pubblica.Nessuna semplificazione, vengono penalizzati i partiti minori e le piccole regioni.
Anche l’argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » si annulla se si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.Rischio di modifiche costituzionali, senza ratifica popolare.
– I senatori di partiti di minoranza potrebbero non essere presenti nelle Commissioni, anche in occasioni deliberanti.
– Aumenterebbe il rischio di modifiche costituzionali approvate anche senza referendum dei cittadini, essendo più facile il superamento della maggioranza dei 2/3.Circoscrizioni più grandi: maggiore importanza delle lobby.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di: gestori di media, canali di informazione … ecc.
Per questo, la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e che durante l’attività legislativa.Con il SI, favorite tendenze negative già presenti.
In un Parlamento eletto senza preferenze e controllato dai capi-partito, il numero dei parlamentari è secondario … .
Ma riteniamo che la riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere
La riduzione potrà favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema parlamentare: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.
Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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Qui una breve “storia del libretto”, che mi pare utile ed istruttiva:
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