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8 Aprile 2022 alle 3:39 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #6119 Score: 0
Ciao Leonello,
il tuo ragionamento rispetto a “aumentare” il contenuto di democrazia lo capisco. È proprio quello che identifico come lo spirito di questo “think tank”.
Spero stavolta di metterci sufficiente impegno e abilità, per rendere comprensibile, dove voglio arrivare io. O meglio, quale è il mio punto di partenza.
Ci sono due gruppi di discussione sulla democrazia (rappresentativa).
Un gruppo dice, che è fatta maluccio, ma bisogna considerare che l’hanno pensata quando c’era la schiavitù e le donne non votavano, per cui no è sorprendente, che abbia carenze, alle quali si può ovviare con aggiustamenti.
L’altro gruppo dice, che la faccenda della rappresentanza è un imbroglio già come idea, e che la democrazia rappresentativa va rifiutata rotundamente e sostituita con qualche altra forma di democrazia (le opzioni più conosciute sono federalismo, democrazia diretta e demarchia).
Il mio è il terzo gruppo, e sono più vicino a voi. Ma non combaciamo per l’impostazione di partenza, che nel mio caso è si teorica, ma anche altamente strategica.
Io affermo, che la democrazia rappresentativa può funzionare abbastanza bene. ma va montata in modo diverso dal sistema che da tutta la vita conosciamo come democrazia rappresentativa.
Quello che noi conosciamo, è una truffa spacciata per democrazia rappresentativa. È aristocrazia ottenuta tramite processo elettorale.
Se noi partiamo con la proposta di miglioramento e aumento di democrazia, stiamo implicitamente accettando che sia quello che dice l’etichetta.
Se invece puntiamo il dito sull’etichetta, leggiamo “democrazia rappresentativa”, constatiamo che è il nostro titolo di proprietà, e poi uno per uno mostriamo dove il sistema attuale DEVE (OBBLIGATORIAMENTE!) essere corretto per corrispondere a una democrazia rappresentativa, e non a una truffa, abbiamo il diritto dalla nostra parte, e non ci presentiamo come dei poveri pezzenti che chiedono l’elemosina dei potenti.
Solo il rifiuto di riconoscere la cosa attuale come democrazia, crea il diritto alla reclamazione e all’obbligo di correzione! Dalla posizione di impotenza, otteniamo potere grazie alla possibilità di provare il non compimento del progetto, partito con il proposito di difendere il nostro potere, e finito togliendocelo già prima di cominciare, sin dalla legge elettorale.
Ribadisco, che il tuo discorso non mi a fastidio, ma per “fare”, dobbiamo avere la reclamazione montata bene, e la faccia di cliente furioso, che spacca tutto il locale se non si adempiono i doveri!
Per questo comincio nuovamente con l’ipotesi del dopovoto.
Se ero candidato e sono stato eletto, io mi presento in Parlamento o al Senato con la certezza di non avere un mandato valido! \non importa che non lo sappia ancora nessuno, ma io conosco il problema legale e filosofico, e so che il punto dove piazzare la leva di Archimede per ottenere il massimo effetto di forza, è proprio sull’illegalità di potere legislativo e esecutivo, che se vanno avanti, lo fanno col rischio di denuncia e richiesta di risarcimenti da parte di tutta la cittadinanza.
Per evitare almeno questo rischio mortalmente serio, è indispensabile correggere la legge elettorale, interrompere il periodo legislativo, votare con la legge elettorale nuova, e poi lavorare su tutta la struttura e le dinamiche del sistema, per completare la costruzione ex novo della democrazia rappresentativa.
Tu e gli altri amici questo intuitivamente lo sapete benissimo: Se le cose funzionano peggio di male, è perché sono fatte molto bene per qualcuno, e malissimo per noi! Le proposte che avete discusso e approvato vogliono proprio aggiustare la situazione, e portare l’indice di Democrazia più in su, partendo da quel vergognoso 5 o massimo 10% attuale.
Se tanta miseria di democrazia è voluta, per favore accetta l’ipotesi, che quella percentuale miserabile che da un leggero odore di democrazia sia indispensabile per poter affermare e sostenere la truffa.
È esattamente la stessa cosa che si sente in continuazione su Putin: Che è sicuramente meglio avere libertà di parola, e che quindi stiamo meglio. Cosa molto discutibile. Su Putin solo i fessi avrebbero dubbio se chiamarla autarchia o no.
Noi invece la nostra cosa la chiamiamo democrazia, ma poi abbiamo una lista della Madonna con gli aggiustamenti!
È come se abbiamo un gatto tra le braccia, lo chiamiamo lepre, e discutiamo sulle modifiche chirurgiche per renderlo un pò più lepre!
14 Marzo 2022 alle 23:54 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #6089 Score: 0Ipotizziamo di trovarci in una dittatura.
Se è permesso fare petizioni o attività parlamentare, ovviamente dentro tale cornice si potrebbe anche avanzare proposte, ma cosa direste, se la dittatura si presenta come democrazia, e non tollera la discussione su tale punto, cioè se non è permesso metterlo in dubbio?
Immaginiamo una monarchia. Che si presenta come democrazia, ma in realtà il monarca eredita il trono, le regole non possono essere modificate, e nelle nomine di giudici e gabinetto di ministri il monarca può intervenire. E poi impone di chiamarlo democrazia?
Immaginiamo una aristocrazia. Che si fa chiamare democrazia rappresentativa perché la voti, ma le regole non ti danno nessun potere sugli eletti.
E alla fine immaginiamo la democrazia rappresentativa vera. Non la hai, ma quello che hai afferma di esserlo. E tu sai quali cose si devono CORREGGERE per trasformare la roba che hai, in democrazia rappresentativa vera.
Cosa decidi di fare?
Vai a valutare quanta democrazia c’è nei primi 3 regimi, o ti concentri su come rendere i tre primi regimi, ma specialmente l’ultimo, vera democrazia rappresentativa?Che senso ha fingere di credere, che l’aristocrazia elettiva è democrazia rappresentativa, se sei in grado di smascherarla, indicare cosa va cambiato, e se ti spetta di diritto che sia davvero democrazia, e non una truffa?
Se esci di casa per eleggere un rappresentante democratico, è perché ci credi.
Non usciresti di casa a votare un nobile, se sapessi che quello è ciò che vai a fare!Se la popolazione di un paese capisse le implicazioni e le ragioni, e sapesse che democrazia è diversa da quello che si sta facendo, e che sta eleggendo una casta, quanto andrebbero ancora a votare e mostrare, che sono deficienti?
Con il semplice fatto di correggere l’etichetta, cambia il comportamento della gente! Metteteci aristocrazia elettiva, e processo di scelta di nobili, e vedrete quanta gente si sveglia e comincia a rifiutarlo!
Quindi io sarei curioso di sapere, se “il cambiamento” che si vuole ottenere, non sarebbe già gigantesco col solo rendere il sistema di aristocrazia elettiva una democrazia rappresentativa reale, anche se in fase di sviluppo!
12 Marzo 2022 alle 19:39 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #6081 Score: 0Leo, un saluto a tutti!
Per ora solo una brevissima osservazione:
Tu hai:
Monarchia
Dittatura
Democrazia
Troveresti utile determinare l’indice di democraticità di particolari governi monarchici, dittature, oligarchie? O come principio diresti, che non è un discorso molto fruttifero analizzare, se il dittatore ti lascia influire su un paio di cose, ma su quelle importanti no, e che quindi nel 2022 è ora di concentrarsi sulla democrazia e su come farla funzionare bene?
Siccome le proposte della pagina partono dal presupposto, che non si sia in una monarchia o una dittatura …
il punto sul quale è impellente rispondere, dopo aver analizzato le cose, è se è sfuggito il dettaglio, che è possibile (e forse è!) che attualmente ci sia una opzione in più:
Monarchia parlamentare
Dittatura
Democrazia rappresentativa reale
Aristocrazia elettiva (Democrazia rappresentativa falsa)
L’Italia e la Svizzera sicuramente non sono nessuna delle prime due.
Secondo te o voi, Islanda e Norvegia cosa sono? Quali sarebbero gli elementi per provare una o altra cosa? L’indice di wikipedia?
28 Febbraio 2022 alle 5:14 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #6059 Score: 0Ciao Leonello,
su wikipedia trovi una lista dei paesi del mondo, con il loro indice democratico.
E nei primi ranghi ci sono i paesi scandinavi.
Ma abbiamo una narrativa molto vecchia, che chiama tutto democrazia, dove invece è aristocrazia elettiva.
Se vogliamo essere esatti, wikipedia ci riporta, che in regime di aristocrazia elettiva (che è cagnolino dell’oligarchia finanziaria), i paesi scandinavi per i loro cittadini sono meglio del resto dei paesi.
Quella classifica sicuramente è stata fatta analizzando diversi parametri, sui quali io non sono scettico. Assumo che siano equilibrati.
Io non ho ancora capito se tu vuoi dirmi, che i Norvegesi o gli Islandesi non hanno bisogno di fare niente, perché hanno “molta” democrazia nei loro paesi.
Secondo me invece anche loro dovrebbero fare, e se sono i primi, dovrebbero sviluppare il modello che il resto dei popoli deve seguire.
Anche da loro la cosa più urgente è la legge elettorale, e anche da loro i mandati dei politici non sono validi.
25 Febbraio 2022 alle 3:51 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #6056 Score: 0Ciao Leonello,
la fretta non è mai utile.
Spiego la frase:
Vai su google e cerchi la parola “elective aristocracy”.
Quello che trovi è pochino. La maggior parte è Jean-Jacques Rousseau, dove dice, che democrazia per favore no! Che si vada a votare una aristocrazia.
Parliamo di tempi molto remoti, quando la borghesia (a ragione) sapeva che il popolo era bruto ignorante e incapace, e dargli potere era un idea da incubo.
Ripeto quindi, che Rousseau diceva : elezioni si, democrazia no. Meglio votare aristocrazia. La discussione si mantenne per diversi decenni, certuni a favore di questo fine, altri invece sinceramente sviluppando modelli democratici (col voto e con rappresentanti!) Prima del 1800 erano DUE correnti diverse e contrapposte su cosa fare tramite il voto.
Ha vinto quella di Rousseau, che non ha fatto democrazia. Oggi nel 2022 posso dire che è stato stronzo in parametri di oggi. Stronzo per quello che ha promosso, ma non per averlo detto chiaramente.
Pero … se parti dal 1750 e ti muovi sulla linea di creazione della ARISTOCRAZIA eletta, usavano la parola democrazia, e in qualche momento preciso hanno usato solo quella! Hanno quindi etichettato proprio la roba costruita allora come democrazia, e mantengono la narrativa falsa fino ad adesso.
Se c’è differenza tra l’oligarchia burocratica cinese e l’aristocrazia occidentale?
Si, quella occidentale non si presenta come oligarchia. Si spaccia per democrazia, e quindi si sforza per mantenere in piedi diverse libertà, ma senza possibilità di controllo, autodeterminazione e potere.
Se i cinesi vogliono cambiare governo … è difficile che ci riescano senza guerra civile.
Se noi vogliamo, non dobbiamo neppure cambiarlo. Dobbiamo solo esporlo per quello che è, e avere una massa critica (non maggioranza) che in linee molto semplici sa capire e dire, quali poche cose devono essere aggiustate, per rendere il sistema aristocratico una democrazia reale.
Ma per dissipare ogni dubbio, ti abbordo con la domanda diretta:
Diciamo che tu sia un candidato politico. Se ottieni i voti necessari, diventi deputato o senatore.
Tu cosa credi che sia giusto:
1) Essere li con le premesse attuali. Cioè un aristocratico eletto, e gli elettori dovrebbero finalmente svegliarsi tutti, smetterla di farsi abbindolare e ingannare o adescare con cose superficiali o emotive, e scegliere candidati capaci e perbene come te … o
2) Ti dedicherai a cambiare le regole istituzionali, per assicurare che elettori futuri (forse già alle prossime elezioni) abbiano la possibilità di bocciare tutta la farabuttaggine in un colpo, tenerli a casa per 5 anni, e dare opportunità a gente capace e perbene come te, senza piazzarli tra una maggioranza di briganti, e con controllo molto stretto sui politici (vincolo di rappresentanza). Tu allora sarai un impiegato di altissimo rango, con stipendio abbastanza alto, ma non avrai mai carta bianca, e non avrai neppure la possibilità di cedere a un conflitto di interessi e riempirti le tasche, perché il conflitto di interessi viene evitato con regole più intelligenti.
Io so quale è la tua risposta. Perché tra i 27(26 o 28) punti ho già visto parecchie cose molto simili proposte in modo separato. Qui vanno assieme, perché sono prerogative della democrazia. Nel senso che basta aristocrazia e frode, e facciamo quello che da 200 anni e passa dite che è!
Per chi va bene questo discorso? Vai su wikipedia e cerca la lista di paesi e grado democratico. Forse va bene per una sessantina di paesi, forse per 50. Ma sono sufficienti per spezzare la colonna vertebrale del neoliberalismo.
E probabilmente io e molti di voi di questi cambi non vedremo proprio niente, o forse con fortuna vedremo l’inizio.
Io sinceramente vorrei, che qualcuno cominciasse. E non sarò io, perché non ne sono capace e non sono la persona giusta per l’azione.
8 Febbraio 2022 alle 15:26 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #6002 Score: 0Ciao Leonello,
se mi fai notare dove ho fatto ragionamento assolutistico … vado a rivederlo, e forse lo correggo.
Immagino che qualche atteggiamento ti possa sembrare assolutistico, ma in linea generale, io valuto come menzioni nel tuo esempio, e sono anche del parere, che democrazia diretta pura funziona male o crea problemi in certi aspetti. (Sono quindi per un sistema ibrido. Almeno fino a quando l’umanità non trova interesse e passione per l’autogoverno, e la soluzione tecnica per fare democrazia diretta.)
Voglio farti notare, che iniettare democrazia diretta nei processi, e avere una struttura portante di democrazia diretta, sono cose diverse. E qui capisco perché ti sembrano assolutistiche certe dichiarazioni, per cui menziono (ma non sviluppo) che si tratta di una opportunità strategica che non può essere lasciata perdere, perché è unica.
La democrazia rappresentativa fatta dai padri dell’Indipendenza Americana e qualche anno prima dai Francesi … è democrazia rappresentativa pura. Nel senso che il potere si trova nelle mani degli eletti. In modo esclusivo! Agli elettori resta solamente la possibilità di scegliere eletti, ma non di controllarli!
Definirlo aristocrazia elettiva è corretto.
E definirlo democrazia rappresentativa è sbagliato.
(Credo che qui è dove ti irrita la sicurezza con la quale affermo le cose, ma proprio qui lo scopo è strategico!)
Cosa succede, se accetti quanto hanno fatto, e riconosci che ci sono elementi di democrazia? Che fai sabotaggio alla possibilità di chiedere correzioni obbligatorie!
È come se il tuo rappresentante legale nominato ne ha fatte di tutti i colori, ha causato perdite e danni, e per fortuna scopri un errore formale gravissimo nel documento col quale gli hai assegnato i poteri … ma invece di cercare l’annullamento del documento e il risarcimento e castigo del rappresentante, ti metti a fare discorsi in corte, che comunque ha modali on criticabili, che ti ha fregato con ordine e disciplina, che è convinto di avere ragione, etc.
Se te lo vuoi togliere dalle palle, recuperare i tuoi beni e rifiutare i debiti che ti ha accollato, non vai a elencare le cose che ha fatto bene! Ti concentri sul tuo diritto a sbarazzartene e a togliere la testa dal cappio in cui ti ha messo!
La storia rappresentativa, per essere democrazia …
Andiamo per logica, OK?
Democrazia rappresentativa: Cosa vuol dire?
Che il popolo esercita autodeterminazione e controllo?
NO!
Vuol dire in prima linea, che il popolo esercita potere sui rappresentanti scelti!
Criterio che nella versione a noi propinata non si soddisfa per niente!
Per poter esercitare potere su di loro, lo scheletro del sistema deve essere democrazia diretta. Si occuperà dell’1 al 5% al massimo di temi. La maggior parte del lavoro legislativo e esecutivo invece lo faranno gli impiegati scelti col voto.
Ci saranno temi che potranno essere solo trattati dall’assemblea civica, e mai dai rappresentanti. Uno di tali temi è … la legge elettorale!
Credo che non sia necessario sviluppare il discorso fino in fondo.
A noi è chiaro, che tu speri che chi detiene il potere abbia voglia di migliorare le regole. Mentre io invece spero che il popolo si svegli, eserciti la sua sovranità, e si assicuri che la sovranità e il potere rimangano sempre sotto il suo controllo, invece di sperare nella bontà dei legislatori e governanti.
Secondo me, tu non osi … ma vorresti!
E non osi per senso di realismo. Non per complicità.
La schiavitù mascherata (ottenuta tramite inganno) comunque non è accettabile.
Forse è utile discutere a fondo l’analisi. Cioè dibattere, se c’è buona fede o se c’è parecchia mala fede, e la mancanza di potere è intenzionale. Se troviamo accordo sul punto di partenza, aumentano le possibilità di coincidere sul percorso (perché sul punto di arrivo probabilmente siamo d’accordo).
3 Febbraio 2022 alle 16:16 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #5990 Score: 0Ciao Leo,
quando studi una materia con un professore o in una istituzione ti obbligano a studiare un po di tutto.
Se invece lo fai per interesse a passione personale, è invece probabile che tu approfondisca in dismisura un aspetto, trascurandone altri.
Se credi che io stia parlando di te o voi su questo sito … sbagli!
Sto parlando di me!
Io quindi sono cosciente dell’esagerazione, e ascolto altri con attenzione, riconoscendo senza problemi a me stesso, che tanti temi non mi preoccupano. Al presente!
Perché al contrario è anche vero, che chi si ossessiona con un tema particolare, certe volte scopre cose che altri non notano allo stesso modo. Cioè in altre parole: Se tutti vedono una cosa e la ritengono “conosciuta e compresa”, le scoperte le farà chi invece segue indagando.
La democrazia rappresentativa funziona solo se lo scheletro su cui è costituita è democrazia diretta. Se è democrazia rappresentativa pura … non è democrazia rappresentativa, ma aristocrazia elettiva (o oligarchia).
Quindi, siccome è proprio intenzionale di non legare gli eletti, non ci troviamo per niente in democrazia rappresentative. Chiamarle “imperfette” è strategicamente autolesionista.
È come se lo schiavo dice di notare, che qualche libertà per lui non è completa!
Il principio fondamentale nella democrazia è, che siamo diversi nelle capacità e talenti, ma siamo uguali per quanto riguarda il potere.
Se non abbiamo questo come obbiettivo, ma pensiamo che gli ignoranti e i superficiali non dovrebbero avere la stessa voce in capitolo, distruggiamo la possibilità di contrastare quello che risulta essere la base del potere: I soldi!
Diversi miti messi in giro da chi ha soldi sono già stati smentiti con numeri, e diverse cose che promuovono quelli che hanno tantissimi soldi si sono capite. Non è ormai possibile dire, che i super ricchi non fanno danno alla società. Ne fanno tantissimo, e c’è danno che è difficile da poter ricondurre a loro, ma ogni tanto qualche evidenza spunta.
Possiamo discutere sulla percentuale, ma non credo che ci sia molta disputa sulla percezione di impotenza acuta. Col voto le cittadinanze se molto influiscono sul 5-10% di quello che avviene nella loro vita e quella dei loro figli. Il resto è diretto e controllato da fuori. Chiamarlo democrazia imperfetta è una concessione che va oltre la generosità.
Siccome la situazione si può capovolgere con pochi accorgimenti (che gli eletti sicuramente NON vorranno mai adottare!), io chiedo a altri pensatori, che almeno loro siano realisti! Se non sono i pensatori a cominciare col chiamare le cose per quello che sono, e a spiegarle, il resto dell’umanità non avrà mai la possibilità di uscire dal lavaggio del cervello!
Forse aiuta in questo ricordare il passaggio dall’Evo Medio all’Illuminismo, e le “certezze” religiose che poco a poco vennero coraggiosamente messe in dubbio e rifiutate.
Non so se conoscete i ribelli della teologia (Bauer, scuola radicale Olandese, etc.), ma la critica si basava sulla lettura e esegesi attenta e critica dei testi sacri, non su scetticismo materialista ottuso!
Noi abbiamo una dottrina vigente da oltre due secoli in campo politico. La frottola religiosa durò un millennio e mezzo. A me dispiacerebbe, se risultasse nel 3000, che ancora si fanno infinocchiare sulla democrazia rappresentativa.
Qualcuno deve cominciare a dibatterla e dissezionare quello che ci hanno rifilato, e fare un esame crudo di quello che è!
Ripeto: Farla funzionare richiede poche correzioni, ma non volerle fare è complicità.
Il che non è un rimprovero, perché proprio qui c’è la gente che secondo me più si importa di studiare e descrivere come si può fare il cambiamento.
Ricordo anche una cosa che sapete perfettamente ma forse perdete di vista:
Anche se siamo Italiani, l’Italia è insignificante se parliamo del problema della democrazia. L’Italia dimostra solo, fino a che livello può arrivare lo schifo con le regole che hanno nel resto del mondo. L’Italia ha solamente politici tra i più schifosi del pianeta. Ma ha regole molto simili agli altri paesi. Se li avessero politici simili, starebbero nella stessa situazione!
Questo perché al contrario di una azienda, gli impiegati (i politici) in realtà sono padroni! Una cosa totalmente assurda, che non doveva avvenire, ma è stata coscientemente voluta dai padri fondatori della democrazia rappresentativa.
Se cercate aristocrazia elettiva trovate Rousseau che la considerava migliore delle altre (stronzo!), e poi solamente pochi nomi che ne parlano.
È DOTTRINA che non si parla del re nudo!
Io spero che voi vogliate parlarne invece!
10 Dicembre 2021 alle 12:22 in risposta a: Referendum propositivo (da fare ripartire l’iter) #5868 Score: 0Ciao Nicola e Leo!
Mi trovo a 7 ore di differenza col fuso orario, e mia moglie si infuria se partecipo a discussioni politiche. Per questo vi partecipo quando non se ne accorge, come ora che sono le cinque del mattino.
Prima di spiegare perché – nonostante voglia anche io cambiare le cose – vado controcorrente, spiego il ragionamento che definisce il mio modo di affrontare il problema.
1) Aggiustare l’Italia non solo è inutile, è suicidio dell’Italia se si facesse!
“I mercati” reagiranno immediatamente appena i cittadini di un paese si azzardassero a reclamare un pizzico in più di sovranità. Ovviamente è più intelligente metterla su un altro piano, cioè la “democrazia”.
Se un paese reclamasse di NON essere una democrazia, e chiedesse correzioni, la cosa sarebbe leggermente diversa. Se riuscisse a dimostrare e provare vari aspetti che gli impediscono di essere democrazia, avrebbe la ragione dalla sua parte, e “i mercati” sarebbero antidemocratici, se reagissero male.
Ma neanche quello sarebbe lo scenario ideale, perché “i mercati” non avrebbero troppi problemi dall’azione solitaria di un paese, e potrebbero agire senza mostrare la mano che scaglia pietre.
Lo scenario ideale sarebbe, se il primo paese a farlo sarebbe in grado di mostrare a tante dozzine di altri paesi, che per aspetti importanti fatti male, neanche loro sono democrazie, e dando loro un modello di riferimento su quali cose è indispensabile aggiustare e come.
Parte dello scenario ideale, strategicamente parlando, è di non lasciare mai il terreno della “democrazia rappresentativa”. È l’unica cosa della quale si dovrebbe parlare, anche se poi gli aggiustamenti producono una forma mista con rappresentanti, ma aggiungendo uno scheletro che non è rappresentativo.
Il ragionamento alla base di questo è che è assurdo definire rappresentanti, volerli lasciare totalmente liberi, dare loro carta bianca e pieni poteri, e farli decidere su cose nelle quali si trovano sotto conflitto di interessi! Una cosa del genere è altamente stupida, … o all’umanità è stata imposta una roba del genere che non è democrazia rappresentativa, e l’umanità si è fatta convincere, che lo è!
Se allora si ridefinisce e riorganizza un paese, per farlo funzionare come democrazia rappresentativa, cambia l’organigramma. Al disopra del potere legislativo, giudiziario e esecutivo ci va una cosa “popolare”. Più o meno come i referendum svizzeri, e conviene definirlo in modo preciso e dargli un aspetto ufficiale. Io lo chiamo “assemblea civica”, ma gli si può dare un nome più carino. È necessario costituirlo in qualche modo, perché deve essere posto al disopra dei tre poteri!
Poi va corretta la relazione tra i tre poteri. Agli americani va vietato che il presidente nomini i giudici supremi. E le nomine tra poteri non vanno bene!
Si deve quindi ridisegnare, come vengono “creati” i poteri, e chi nomina chi! In linea generale, le nomine dovrebbero venire da “sopra”, cioè dalla cittadinanza, ma si può discutere per trovare soluzioni intelligenti, e garantire l’indipendenza tra i tre poteri, ma una certa dipendenza dall’Assemblea civica.
Per far dipendere sia legislativo che esecutivo dall’Assemblea civica, si possono fare elezioni politiche in due turni. Il primo definisce in linea generale la composizione del legislativo (diciamo un 45% della composizione delle Camere). Con sbarramenti minimi.
Il secondo turno definisce l’esecutivo al quale si da il 55% di seggi.
(È solo un esempio sul quale conviene discutere.)
La Costituzione va strutturata meglio, introducendo il concetto fondamentale, che i rappresentanti non possono operare sotto conflitto di interessi, e che diversi temi non sono di loro competenza. Come ad esempio stipendi e legge elettorale.
Per non farla lunga:
Il discorso strategicamente deve essere “globale” e deve essere chiaro, che si sta disegnando il modello generale della democrazia rappresentativa per il resto dei paesi. Lo scopo è di stimolare tanti altri paesi a “ridefinirsi”, emanciparsi come democrazie, e indebolire “i mercati”.
16 Novembre 2021 alle 6:42 in risposta a: Referendum propositivo (da fare ripartire l’iter) #5837 Score: -1Da cosa dipende la democrazia (rappresentativa)?
Dai referendum?
Quella è la risposta della Svizzera.
Se facciamo il confronto, è ovvio che in gran maggioranza preferiremmo il modello svizzero, con apertura totale a Referendum, e obbligo di attuare celermente i risultati o trasformarli in legge!
Sarebbe democrazia allora?
NO!
Sarebbe sempre e comunque una oligarchia (che non è la Casta Politica!) con imposizioni referendarie!
Per essere democrazia, la Casta Politica non può esistere, ma al suo posto ci deve essere un gruppo selezionati di dipendenti legislatori e esecutori più tendenti al burocratismo che al managment. (Su questo non prendetemi troppo sul serio, perché è un poco ironico).
A differenza di oggi (in ogni paese), il rappresentante è obbligato verso la cittadinanza in generale, perché esistono meccanismi molto pesanti, coi quali lo possono facilmente escludere dalla carriera politica.
Uno di tali meccanismi è facile da ottenere, modificando le regole elettorali.
E mi spiace per gli Svizzeri, ma i Tedeschi hanno avuto una idea molto migliore. (Se poi vogliamo essere ancora ironici, possiamo anticipare il futuro e affermare, che gli italiani l’hanno migliorata di parecchio!)
Cosa è l’assemblea?
Immaginate i tre poteri dello stato liberi e indipendenti tra di loro!
Sopra ci mettete un rettangolino che dice “assemblea civica”.
È una cosa simile a quello che si fa in Svizzera, ma è sovrapposta ai poteri, e si occupa di alcuni temi particolari, che i tre poteri non possono toccare … perché altrimenti il “kratos” del “demos” non c’è!
Quindi a differenza dei referendum, ci sono temi e atti tabu per i rappresentanti.
Perché: Perché uno dei criteri portanti della democrazia rappresentativa DEVE essere, che il conflitto di interessi va evitato già nella struttura!
Non so se la breve e superficiale descrizione risponde alla domanda, perché non andrebbe bene la Costituzione.
La Costituzione è stata fatta copiando modelli di altri paesi.
Dove i poteri NON sono indipendenti, ma interdipendenti.
Quindi la scelta elettorale (avanti a discutere i metodi) deve influire su ognuno dei tre poteri. È assolutamente fuori discussione, che l’esecutivo possa scegliere magistrati o giudici della corte suprema come negli USA!
Siamo abituati a poter eleggere legislatori, che poi fanno accordi o accordicchi, e distillano un esecutivo. Con un doppio turno questo si può eliminare, e l’esecutivo lo sceglie l’elettorato. Rimarrebbe allora da definire le opzioni, per evitare, che la magistratura dipenda dal legislativo e esecutivo, e non sia neppure un club chiuso e indipendente dall’elettorato (assemblea civica). Anche la magistratura in qualche modo deve dipendere dalla cittadinanza. Si puo usare sorteggio, ma in qualche modo lo si deve rendere dipendente (recall?).
Riassumo: La Costituzione attuale non è centrata su evitare il conflitto di interessi. Non definisce neppure temi esclusivi che solo la cittadinanza può modificare. Come per esempio … la legge elettorale, che è la cosa più sacra, e nessun politico deve toccare!
In linea generale, il principio supremo deve essere, che chi vota è il sovrano, e limitargli le possibilità di scelta, (negargli il rifiuto) o restringere opzioni di scelta è attentato alla sua sovranità.
Quindi il voto disgiunto fa parte dell’asset fondamentale del sovrano che prende decisione o fa scelta in un ambiente democratico.
14 Ottobre 2021 alle 14:08 in risposta a: Potenziare gli strumenti degli organi di garanzia #5803 Score: 0PS. Dimenticate un garante per le donne!
… anche questo potrebbe farlo una assemblea civica, perché è l’organo al disopra dei tre poteri!
A questo scopo serve moltissimo fars il’organigramma teorico delal democrazia rappresentativa, poi fare l’organigramma reale, tenendo conto die processi e delle interazioni tra i tre poteri, e poi ideare un organigramma funzionale che garantisca democrazia e sovranità del popolo. Ne uscirà un disegnino nuovo, non applicato in nessuna parte del mondo …
14 Ottobre 2021 alle 14:05 in risposta a: Referendum propositivo (da fare ripartire l’iter) #5801 Score: -1Alcuni dei punti trattati rivelano che le proposte fatte partono dal presupposto, che “l’organismo” deve “in qualche modo” essere aperto, e si fanno tentativi di aprirlo.
Io vorrei chiedervi di vedere voi stessi in modo diverso, e di valutare la situazione in modo diverso:
1) Il sistema è ben costruito! Non è difettoso! È funzionale e efficiente! Ma è stato fatto intenzionalmente, per escludere la cittadinanza dalle decisioni!
2) Invece di considerarlo una democrazia difettosa, fate amicizia con l’idea, che potrebbe essere una oligarchia camuffata da democrazia!
3) Come cittadini non chiediamo miglioramenti, ma esigiamo che si avvii il processo democratico!
4) Se non diamo un percorso preciso su come “realizzare la democrazia”, i politici non hanno motivi per “capire” cosa diciamo (possono trattarci da lunatici), e possono fingere di essere ignoranti come noi in materia (questo c’è, perché nessuno fino ad adesso ha presentato il modello democratico “ottimale”!)
Detto questo vado sul tema:
Se si ha un modello funzionale, che garantisca la democrazia, il referendum propositivo non è necessario, perché é insito nella struttura del sistema. Se vedete altri commenti che ho fatto, ho menzionato una assemblea civica di livello nazionale.
“Obbligatorio” non combina bene con “Sovranità”.
Come fai a costringere il tuo sovrano tramite regola, a dare un Si o un No forzosamente?
Se la sovranità è una questione fondamentale, le formulazioni e le interpretazioni si fanno con coerenza.
Se si pensa alla “democratizzazione” globale, il federalismo non è il cammino obbligatorio.
Non pensare alla democratizzazione globale però è folle! Volere una isola democratica in un mondo neoliberale … serve solo a mettersi nei guai esponendosi a ogni specie di azioni perfide!
Se si vuole presentare un “set” di passi necessari per assicurarsi la democrazia, il federalismo non c’è!
Viene menzionato come opzione facoltativa, e ogni popolo poi decide se vuole provarlo. Ma la democrazia è anche possibile (o funzionerebbe abbastanza bene) con democrazia diretta e rappresentativa in un sistema misto.
14 Ottobre 2021 alle 12:57 in risposta a: Educazione civica alla democrazia ed alla partecipazione #5798 Score: 0Esiste ampia letteratura sul comportamento folle degli elettori, e una buona sintesi la fa Jason Brennan nel suo libro contro la democrazia.
Il libro lo considero interessante per il suo riassunto di studi, non per la proposta alternativa che fa!
Prendendo sul serio l’accusa, che l’elettorato è deficiente e irresponsabile, è corretto includere nell’educazione scolastica l’educazione civica E PSICOLOGICA! Lo studente va ANCHE informato sui media, sulle tecniche di manipolazione e creazione di consenso! E sulle sindromi e gli inganni tipici , di cui sono vittime gli individui (Dunning-Kruger, Festinger, Stoccolma, etc.)
Il futuro elettore preparato ottiene una tesserina civica, che gli serve per votare o per essere candidato. E i diritti civici, che hanno a che vedere solamente con elezioni, si possono perdere o ottenere da adulti dopo un esame (anche psicologico). Il diritto civico non lo può ottenere chi per esempio considera la donna un essere inferiore, che deve essere sottomessa all’uomo, ma solo chi condivide e difende una lista di assiomi democratici.
Chi incorre o è incorso in conflitto di interessi, o ha arrecato danno alle istituzioni e alla democrazia, perde i diritti civici!
… o sono una opzione … oppure sono una componente fondamentale … e funzionano in modo diverso.
Se prevedi una “assemblea civica” di tutti i cittadini (c0n diritti civici), che è il legislatore primario (quello al disopra del conflitto di interessi!), hai una assemblea civica istituzionale permanente. Ottieni che la sovranità non viene mai ceduta o delegata (e così deve essere!), e che il rappresentante ti sbriga le scartoffie, che sono il 95% dei temi, che pero devono essere sbrigati, e bene!
14 Ottobre 2021 alle 12:43 in risposta a: Strumenti di estrazione a sorte (parlamentare ed altro) #5796 Score: 0Aggiungere a una cartella elettorale la possibilità di un candidato estratto a sorte è una cosa, volere l’estrazione a sorte di tutti i candidati è una cosa completamente diversa.
Siccome chi propone questa cosa ci ha pensato a fondo, facciamo qualche ragionamento più profondo anche qui:
1) Il sorteggio è una scelta fatta da una macchina. Non è una scelta cosciente, e esclude tassativamente l’autodeterminazione. Ma uno dei punti cardinali della democrazia è proprio l’autodeterminazione.
Come soluzione alla corruzione, al lobbismo e al partitismo, il sorteggio è come la amputazione della testa dell’elettore!
Ma prendiamolo sul serio! Perché chi propone il sorteggio non è arrivato a una soluzione di compromesso come ad esempio:
La macchina fa i sorteggi, e pubblica la lista di sorteggiati. Dopo averli conosciuti si fanno elezioni. Se c’è quoum (si vota Si o No) positivo, cioè se i Si sono oltre il 50%, i sorteggiati sono confermati. Altrimenti la scelta della macchina viene bocciata!
La ragione per cui non lo si fa è la stessa identica per la quale gli astensonisti oggigiorno non vengono contati: Perché con le regole e i trucchi si vuole elevare la probabilità della governabilità! E la governabilità è un concetto che va a scapito della democrazia!
L’intuizione cittadina comunque ha sempre e ovunque sfavorito il sorteggio come opzione. Viene promosso da 40 anni, e il migliore argomento per il sorteggio attualmente è, che uno Stato di cittadini con la testa amputata impedisce la loro manipolazione con elezioni! I cittadini che la testa la hanno intuiscono, che non è una scelta intelligente.
Comunque come opzione elettorale si potrebbe anche prevedere la possibilità di candidati scelti a caso … e … siccome sono cattivo, perché non vogliamo conoscere i sorteggiati dalla macchina prima delle elezioni, così almeno facciamo una scelta cosciente e quando facciamo la crocetta su quella casella sappiamo già, chi scegliamo?
Queste osservazioni le faccio, perché la “partecipazione” cambia, se sai cosa ti aspetta! Se lo sai prima, eventualmente cambi attitudine, e … decidi di non volerlo.
E in regime democratico vero, non volerlo si esprime non votando, perché il non voto è rifiuto dell’offerta disponibile.
Il conflitto di interessi – e lo confermate col livello di importanza che gli date – è una questione che va trattata a livello strutturale. Cioè di sistema.
Se generalmente non viene affrontato nelle legislazioni internazionali, è perché i legislatori non hanno interesse a impedirlo.
Siamo più intelligenti, se comprendiamo, che aspettarsi che i legislatori regolino il conflitto di interessi … è … metterli in conflitto di interessi!
Lo spunto, che in Svizzera il popolo ha possibilità di intervenire è intelligente, ma si può fare meglio, includendo la questione sia nella Costituzione, sia nello scheletro organizzativo di un paese. Nel senso che, la struttura portante del sistema di un paese è organizzata per evitare il conflitto di interessi.
Come si fa?
Disponendo sin dal principio, che
1) il legislatore supremo è l’assemblea civica, che legifera su tutto quello che causa conflitto di interessi al legislatore di professione (per esempio gli stipendi e i diritti dei legislatori!)
2) Facendo una distinzione fra diritti di cittadinanza e diritti civici, i quali vengono acquisiti con un esame civico (regolarmente lo si ottiene per lezioni e esami sostenuti nelle scuole medie o medie superiori)
e provvedendo a regolamentare l’esercizio dei diritti civici, sanzionando con la loro sospensione, chi si trova in conflitto di interessi. o chi ha ampiamente dimostrato di averli usato per interessi che ledono quelli della comunità. (Per fare un esempio: Chi ha votato Ruby egiziana potrebbe perdere permanentemente i diritti civici. La Meloni e Giorgetti e tanti altri sarebbero fuori per sempre!)
14 Ottobre 2021 alle 12:07 in risposta a: Estendere il potere legislativo ai cittadini mediante revisione art.70 cost. #5794 Score: 0La legiferazione cittadina è insita della democrazia rappresentativa, se viene fatta per funzionare ed essere democratica.
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