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14 Ottobre 2021 alle 6:11 in risposta a: Revisione del sistema elettorale e dei sistemi di rappresentanza politico/istituzionale di ogni livello #5793 Score: 0
mi sorprende che qui non ci siano commenti!
Annuncio, che ve ne saranno alcuni da parte mia, perché l’astensione va trattata con logica filosofica. E andrò a cercare il Movimento Astensionista, della cui esistenza non sapevo.voti
Non è comunque corretto assegnare voti per “bianco, non voto” o cose simili, a persone sorteggiate.
Li invece va solo una scelta: Voglio un candidato sorteggiato!
I voti non validi e le astensioni corrispondono a una riduzione di seggi e di rimborsi. Se non si arriva a un quorum, l’elezione non è valida.
In linea generale, è una bocciatura, e tutti i candidati dei partiti non possono ricoprire cariche politiche per una legislazione. (Si possono fare clausole per fare eccezioni). La ripetizione delle elezioni si fa con candidati diversi. L’elettorato così ha la possibilità di annientare tutta la struttura politica di alcun partiti, e dare opportunità a proposte nuove.
è un ottimo strumento per “accoppare” diversi partiti italiani esistenti, La cosa divertente è, che anche i sostenitori di quei partiti probabilmente voterebbero per costringere i loro partiti a aprire le primarie!
14 Ottobre 2021 alle 5:59 in risposta a: Sistema del VOTO DUALE (studio dell’applicazione) #5791 Score: 0Ho saltato lo scambio con Nusca, perché tempo fa ho avuto anche io una conversazione con lo stesso, e all’esempio numerico da me proposto ha confermato che il risultato sarebbe stato quello da me calcolato.
Visto che Nusca concorda con i numeri del mio esempio, salto alla spiegazione di cosa fa il voto duale, e perché non è uno strumento democratico:
Il voto duale serve a bloccare scelte altrui.
Se vi serve la scena, ricordate il film “La vita di Brian”: le due fazioni di attivisti/attentatori giudei operano nello stesso momento, e si annientano tra di loro. Vince la minoranza esotica che viene odiata meno.
Questo risultato ferisce enormemente il principio fondamentale della democrazia, che è l’autodeterminazione. (Lo fa anche il sorteggio!)
14 Ottobre 2021 alle 5:53 in risposta a: Implementazione di strumenti di democrazia partecipativa #5790 Score: 0… commento corto e misterioso:
La partecipazione è assicurata e non si deve organizzare, se è strutturale!
14 Ottobre 2021 alle 5:51 in risposta a: Inserire strumenti partecipativi negli statuti comunali #5789 Score: 0So che qui vi riferite all’attività comunale. Per essere più generici, io parlerei di zone o regioni “civiche” (ma questo lo faccio perché ho in mente un certo “disegno” organizzazionale che si estende su tutto il territorio nazionale come una rete).
Siccome il disegno è complesso, lo menziono solamente. È comunque totalmente compatibile con quello che dite, e fa parte del piano nazionale con cui si gestisce la democrazia rappresentativa.
La Svizzera è una Federazione, con elezione di rappresentanti e democrazia diretta concentrata su questioni di interesse pubblico.
È un modello molto interessante, ma strategicamente non può essere “imposto” a altri 70 popoli che si definiscono democratici.
Il massimo che si può fare, se si persegue una strategia globale, è limitarsi alla “correzione” o meglio, “realizzazione” della democrazia rappresentativa. E li si può presentare l’organigramma corretto, che somiglia al modello Svizzero, ma è giustificato con logiche di potere e di assicurazione del potere alle mani del popolo.
In realtà, la democrazia rappresentativa pura è impossibile, perché esclude il popolo, e quindi è prevalentemente non democratica. Per essere democratica, l’elettorato ha sempre il potere, e ha sempre la possibilità di prendere in mano le redini e decidere su particolari punti. È comunque l’unico responsabile di questioni nelle quali i rappresentanti si troverebbero in un conflitto di interessi, o dove l’elettorato deve assicurarsi zero intromissione. Dirlo in questi toni non conviene, perché si rischia di perdere la possibilità di rifiutare obbligazioni “congenite”. Conviene invece, esporre l’attuale democrazia rappresentativa come “truffa”, che in realtà è oligarchia etichettata male. Ciò da il diritto di realizzare la democrazia rappresentativa nel modo corretto, e io eviterei di fare tutto in un solo passo. Farei solamente il passo più impattante, che sottrae alla elite il controllo sui rappresentanti.
Ci sono articoli interessanti sul conflitto tra rappresentatività e governabilità.
La governabilità la desiderano fortemente i politici e il potere finanziario.
Al popolo invece la rappresentatività non importa con simile fervore (segno che la cultura democratica è debole).
Anche io sono fautore della supremazia della rappresentatività sulla governabilità, ma esistono tecniche per assicurare la governabilità, come ad esempio il secondo turno. Dopo aver fatto una prima scelta, l’elettorato sceglie tra i primi due piazzati. È una scelta ridotta, ma la preselezione l’ha fatta lo stesso elettorato, e poi ha il potere di fare la scelta finale, che non dipenderebbe dagli intrallazzi dei partiti tra di loro!
14 Ottobre 2021 alle 5:23 in risposta a: Quorum zero o limitato per le votazioni popolari #5787 Score: 0Qui sono un pò sorpreso, perché chi vive la democrazia in Svizzera ha realtà che altri non hanno, e sul quorum mi aspettavo “feeling empirico”.
Mi spiego:
I referendum Svizzeri, che secondo me sono la quantità annuale sufficiente che un popolo può gestire, partono da iniziative popolare. Cioè da un gruppo di interessati o attivisti, che chiede attenzione e poi decisione su particolari temi.
È perfettamente possibile, che nel tempo a disposizione la copertura dei temi sia insufficiente, ma non lo accetto come ragione per fare concessioni.
Io penso che fare assunzioni semplifica le cose, e che una iniziativa intelligente può essere riproposta in anni seguenti, quando viene capita meglio da una maggiore massa.
Per cui, astensione + No mi sembra una formula accettabile per rifiutare una proposta.
Ricordo qui, che ho una veduta dell’astensione sostanzialmente diversa dalla vostra. Sono in completo disaccordo sulla visione globale sull’astensione, che la ritiene una malattia della democrazia. io la considero un’arma importante senza la quale il popolo non riesce a assicurarsi la democrazia.
Per quanto riguarda questioni che interessano pochi, proprio per quelle ci sono gli impiegati legislatori, cioè il Parlamento. Li si sbrigano faccende che interessano gruppi piccoli.
Anche a me piace un sistema del genere da parecchi anni, MA …
sono uno stratega antisistema globale …
e per “cambiare il mondo” la ricetta deve essere sintetica.
La proposta di governo collegiale va nell’appendice e presentata come “versione” di alta qualità, ma non può essere imposta. Ogni popolo dovrebbe conoscerla e capirla, e poi decidere se la vuole.
Strategicamente parlando, se prima si rende operativa la democrazia rappresentativa più o meno generica, si conquista il diritto di rifiutare obblighi di ogni tipo (incluso il debito pubblico). Per cui io proporrei un governo collegiale come terzo passo.
(1. Rendere possibile la democrazia con una legge elettorale corretta. 2. Fare una grande pulizia, riordinare, slegarsi da obblighi. 3. Cambiare e migliorare la struttura democratica e delle istituzioni, per esempio scegliendo un governo collegiale.
Intervento da advocatus diaboli che potete ignorare. Per me non è una questione importante:
Un gruppo politico di eletti è come una piccola azienda. Supponendo uno sbarramento, si mandano come minimo 8 o 12 persone a fare parte del gruppo parlamentare. Alla base di iscritti io riconoscerei un interesse a voler garantire un nucleo di competenza. Io quindi pur sostenendo le preferenze dell’elettorato, ai partiti consiglierei di far comprendere al proprio elettorato, quali candidati chiave ha, e perché sono essenziali. Altrimenti l’elettorato cerca le figure più celebri, popolari, o più mediatiche. Se poi l’elettorato del partito fa pessime scelte … sono problemi sui quali il partito deve lavorare.
Io comunque non voterei volentieri, se i partiti presentassero personaggi mediatici. Lo sentirei come manipolazione dell’elettorato.
14 Ottobre 2021 alle 4:54 in risposta a: Verifica di legittimità costituzionale sulle leggi elettorali #5784 Score: 0Mi sono perso le vostre argomentazioni.
La prima osservazione che faccio è, che ritrovare una collezione di argomenti su particolari temi conferma o non conferma, se una iniziativa è antisistema oppure no.
Ragionare sulla legge elettorale come fate voi, è definitivamente antisistema!
Tra pensatori antisistema ci possono essere differenze, ma sono di perspettiva, e si devono a eventuali visioni (o paradigmi) diversi. (Quindi non son affatto differenze gravi!)
La costituzione Venezuelana (quella di Chavez), aveva una disposizione teorica “buona” (non posso comunque omettere, che è prova, che le Costituzioni possono essere scritte bene, e l’applicazione poi è pietosa!).
Io parto da “principi fondamentali”. Uno di tali principi è, che sin dalla Costituzione devi evitare di mettere i rappresentanti in un conflitto di interessi!
E uno di tali conflitti di interessi è … mettere le manacce sulle legge elettorale!
La legge elettorale la formula la cittadinanza, e se la vota in referendum. I politici non possono toccarla! Possono solo commentarla, suggerire miglioramenti, e comunque rispettarla!
Lo stesso vale per certe sezioni della Costituzione. La Costituzione stessa dovrebbe essere divisa in sezioni, e ogni sezione dovrebbe definire chi e come può modificarla.
12 Ottobre 2021 alle 16:28 in risposta a: Democrazia rappresentativa. Domanda fondamentale: #5783 Score: 0Ciao Leo,
confermo che caspiat è Orazio di Bella.
Eviterò molti giri di parole, e spiegherò perché non sono d’accordo. Lo farò cominciando con qualche domanda, per rendere il concetto.
1) La democrazia ateniese fa parte della categoria “democrazia diretta”. Sono sicuro che lo sai, e lo dico solo per fare distinzioni chiare.
Ma la democrazia greca era “zoppa”. Perché il “demos” non erano tutti!
Quindi un primo criterio lo abbiamo, e lo possiamo prendere come pilastro per rispondere alla domanda, quando si può cominciare a definire democrazia nel senso “moderno” del termine.
Quando alle donne non veniva permesso votare, era corretto chiamarla democrazia (rappresentativa)?
Se la risposta è si, va almeno specificato che era un “abbozzo” o una democrazia rappresentativa “in costruzione”.
Stesso vale ancora prima, quando negli USA cominciarono con al democrazia rappresentativa, ma avevano ancora la schiavitù.
Quindi se prendiamo il concetto di sovranità, e poi consideriamo schiavitù e voto delle donne, oggi dobbiamo affermare con convinzione, che Democrazia / Sovranità, non vanno assolutamente d’accordo con schiavitù e diritto di voto negato alle donne!
Su questa linea di ragionamento affermo, che c’è una cosa altrettanto grave, ma molto più subdola e difficile da individuare, che è assente!
Ha a che vedere con la sovranità (non intesa come la pensano Salvini e Meloni, ma come la definisce l’articolo uno della costituzione).
Il potere deriva dalla sovranità. Ogni cittadino “essenzialmente” ne è portatore, ma per ora escludiamo i minori di 18 anni (con ragioni valide).
La somma delle sovranità costituisce la sovranità nazionale, e le elezioni dovrebbero produrre “rappresentanti” AL SERVIZIO di tale sovranità, agendo nel suo interesse.
Pochissimi esiterebbero prima di rispondere affermativamente alla domanda, se in realtà il popolo sovrano è fondamentalmente impotente, e se in realtà il potere viene controllato altrove.
Di conseguenza, il popolo NON È SOVRANO, e le elezioni non hanno la funzione di autodeterminazione.
Qualcosa non quadra, ma è difficile vedere cosa.
Se torniamo al concetto di sovranità, e che deve essere garantita a tutti, c’è una parte di popolazione alla quale PER LEGGE viene tolta la sovranità. SEMPRE!
Mi spiego meglio, senza svelare il dettaglio:
La sovranità è insita dell’individuo, e se leggi Agamben (e non uello che dice qualche politico da quattro soldi), è una questione logica e filosofica, considerare la sovranità “intoccabile” nella sua essenza. Se tu condizioni la sovranità a qualcosa, e lo applichi a livello generale, in realtà la sovranità è una finzione, e dipendendo dalla corruzione e dalla sfacciataggine dei partiti e dei politici, ottieni o governi funzionali come la Norvegia, oppure schifezze fetide come l’Italia.
Se rifletti bene, dovrai ammettere che le regole elettorali pongono una gigantesca “condizione” alla sovranità: Se non la soddisfi, la tua sovranità non esiste!
Io non voglio affatto affermare, che la sovranità non può e deve essere “condizionata”. Ovunque la condizioniamo alla maturità intellettuale, e abbiamo stabilito che legalmente definiamo l’età di 18 anni come principio del periodo “responsabile” dell’essere umano.
Possiamo quindi condizionare, ma dobbiamo capire bene le ragioni, e se le ragioni non sono congruenti, o se il condizionamento mina la democrazia, e aliena il potere dalla cittadinanza, è un condizionamento da rimuovere.
Nelle elezioni di pochi giorni fa è stato evidente, che il “condizionamento” per rispettare la sovranità è brutale! Non riguarda poche persone, ma parecchie!
Il dibattito importante è, definire se la sovranità degli astensionisti va evaporata d’ufficio, o se è obbligatorio gestirla in altro modo.
Posso aiutarti con l’informazione, che i vicini tedeschi prima di Hitler avevano una regola molto diversa rispetto all’astensione, e la sua logica è corretta e impossibile da criticare.
Per finire il commento, lascio una osservazione momentaneamente poco comprensibile:
Nella Repubblica di Weimar le regole elettorali NON creavano un doppio legame imposto agli elettori, In tutte le altre FALSE democrazie, invece lo creano e lo impongono.
Concludo:
La democrazia rappresentativa è stata solo abbozzata seriamente a Weimar. Non è stata completata, perché non capivano le ragioni, ma almeno volevano farlo davvero. In tutto il resto della storia e dei paesi, la democrazia rappresentativa è pura etichetta. La realtà è invece l’inganno intenzionale!
11 Ottobre 2021 alle 19:19 in risposta a: Il pilastro mancante della democrazia rappresentativa #5778 Score: 0Ciao Leo,
anche io ho visto solo oggi la tua risposta, e ringrazio!
Ci sentiamo via Telegram!
22 Febbraio 2021 alle 19:46 in risposta a: Il pilastro mancante della democrazia rappresentativa #4946 Score: 0Ciao agli eventuali lettori, e principalmente a te Leo, che hai dato un’occhiata alle considerazioni “preliminari”.
Rimango ancora in campo preliminare, perché conosco (in maggior parte superficialmente) proposte di altri, e fino ad adesso mi ritrovo in sintonia ocn quelli estremamente negativi, ma discordo su una questione fondamentale, che è quella che discuterò in questo paragrafo.
Cosa è meglio per l’Italia o per l’umanità?
– Non sono Gesù, e non decido per altri. Non impongo, e sono invece convinto, che neanche una persona che facendo un test di intelligenza ottiene un punteggio altro, ne sappia a sufficienza per preferire una alternativa all’altra!
– Si arriva invece a un buon punto, se si dibatte in molte sessioni sulle varie opzioni. Usciranno cose molto valide, non presenti in questo momento, per via di un possibile brainstorming, che considero una analisi collettiva che potenzia la capacità cerebrale del singolo, perché si serve di stimolazione intellettuale a vicenda.
Se non opto per nessuna alternativa, perché apro il becco, e presenta una “soluzione”?
– Non presento nessuna soluzione! Presento una strategia di attuazione a partire da questo preciso momento. Cosa possiamo fare ORA, e perché conviene farlo così e non in modo diverso!
– Lo ripeto: Democrazia diretta, demarchia, federalismo, scelta duale e altre sono possibili “soluzioni” per gestire la società. Forse si possono applicare per particolari sezioni, e sono ideali per alcune cose. Sono scettico, e dubito che siano applicabili globalmente (proprio nel senso, che tutte le nazioni della terra dovrebbero scegliere una sola delle opzioni!).
– La strategia invece … mi sembra vantaggioso che sia tale, da servire a tutti i popoli della terra in modo simile, ma eventualmente adattabile.
Perché sia soddisfatto questo criterio dobbiamo cominciare dal punto in cui si trovano tutti i paesi o cittadinanze del mondo: Son democrazie rappresentative!
Bugia! Sono formalmente democrazia rappresentative. Per cui … devono per forza esserlo! Badate molto alle parole e espressioni che uso! Tutti i paesi del mondo sono titolari di democrazia rappresentativa. Cioè sono obbligati a esserlo. (E ovviamente si dichiarano tali!)
L’approccio che tutti avrebbero in comune è … provare mediante un dettaglio fondamentale, che non lo sono … ancora! Che manca qualcosa, o che qualcosa deve essere corretto in modo obbligatorio!
Voglio rendere molto chiara l’idea: In essenza, non dipende per niente dal fatto, se si riesce a riunire una quantità sufficiente di politici che facciano le (poche) riforme necessarie! Se A non è A, ma Q, non c’entra che il parlamento decida che si corregga e si faccia A. Esiste l’obbligo a che A sia A! Quello che separa i popoli da una democrazia rappresentativa è il fatto, che non sanno cosa manca per arrivarci! Se i popoli lo sapessero … ci sarebbe aspettativa e rifiuto di quello che hanno attualmente!
Riassumendo: l’umanità non sa, quale sistema politico sia ideale per l’esercizio della democrazia. Sa solamente, che quello che ha è lontano dalla democrazia, ma non ha le prove per dimostrare, che la democrazia è una etichetta di facciata, perché il cammino per arrivarci è ostruito intenzionalmente.
Torno al tema del paragrafo:
Perché il portone d’entrata di tutti è la democrazia rappresentativa?
Perché è quello a cui abbiamo diritto. Perché è quella, che le istituzioni e i politici devono garantire!
Se riuniamo diversi milioni di cittadini (italiani) e chiediamo democrazia diretta o federalismo … agiamo contro le regole vigenti, e il governo ha tutte le carte in regola per agire come Macron in Francia. Il secondo handicap è, che non abbiamo proprio niente per invogliare altri popoli a fare la stessa cosa! Se invece iniziamo una causa, uno scandalo globale, abbiamo il potenziale di accendere la miccia su tutto il pianeta!
La prima considerazione strategica quindi è, che è poco intelligente contrapporsi al potere costituito. è più efficiente indicare al potere costituito che deve per forza correggere una stortura fondamentale terribile.
La stortura è globale. Se un singolo paese si ribella alla finanza globale, è facile preda di azioni multiple, pulite e sporche. Così come è stato facile affondare il governo Berlusconi e quello Conte, sarà ancora più facile silurare governi popolari allineati ancora meno, e disubbidienti. La collisione col gigante non è la via più intelligente, ma un percorso suicida! È invece intelligente, non cominciare una collisione dichiarata, ma una correzione globale di una cosa che sembra formale (poi ci arriviamo a quello che si deve chiedere).
Un nuovo sistema politico che comincia con un debito tremendo, legami contrattuali (Europa, titoli di stato in circolazione, etc.), obblighi, trattati … comincia molto male. Ma tutti questi obblighi sono realtà, e non è vero che o si onorano o si rifiutano. Esiste la terza opzione: Si contestano, perché sono sorti con un grave errore di forma. Non si rifiutano, ma si lancia la patata bollente al mondo esteriore, perché provi che sono davvero vincolanti. In questo modo il mondo fuori deve cimentarsi con il tema, che la democrazia rappresentativa non c’è finché non ci sono alcune cose addizionali, e che se non c’è, non esistono obblighi per i rappresentati, … perché non sono affatto rappresentati! In altre parole: Se tratti con il mio rappresentante legale, la nomina con la quale lo rendo rappresentante deve contenere particolari ingredienti. Se non li contiene, non agisce a mio nome, e a te resta il compito di dimostrarmi, che quello che ha firmato per me mi vincola davvero.
Ulteriore riassunto:
Cambiare forma politica è un atto di discontinuità. Portare a “compimento” una forma o sistema politico invece è una continuazione. Secondo la elite internazionale, le popolazioni sono in un vicolo cieco a senso unico. Per loro sarebbe una sorpresa inaspettata, che le popolazioni trovino una apertura o una uscita, seguendo i cartelli stradali!
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