Risposte nei forum create
-
AutorePost
-
12 Febbraio 2022 alle 14:18 in risposta a: Democrazia e conferenza per il futuro dell’Europa #6016 Score: 1
Dando un’occhiata ai nostri 27 punti, ne ho selezionati alcuni che potrebbero essere di grande rilevanza per la democrazia europea:
– Assicurare iter parlamentare per le proposte di iniziativa popolare (= più potere alle ECI)
– Referendum obbligatori (e libretti)
– Democrazia participativa / assemblee dei cittadini
– Educazione civica alla democrazia e alla partecipazione
Fatemi sapere cosa ne pensate (il tempo stringe)
9 Febbraio 2022 alle 17:26 in risposta a: Democrazia e conferenza per il futuro dell’Europa #6008 Score: 124 Maggio 2021 alle 17:25 in risposta a: Regolamentazione democratica negli statuti dei partiti #5427 Score: 0PROBLEMA:
Non c’è alcuna informazione riguardo ai “famosi” 17 punti di cui sopra. Si capisce quale è il problema, ma il testo non dice quasi nulla su come intendiamo risolverlo.
Cosa ne pensate?
24 Maggio 2021 alle 17:22 in risposta a: Regolamentazione democratica negli statuti dei partiti #5425 Score: 0Ho aggiustato il riassunto di Leonello. Adesso mi pare che scorra meglio:
REGOLAMENTAZIONE DEMOCRATICA NEGLI STATUTI DEI PARTITI
Per “partito” intendiamo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione (come definito anche dalla Commissione di Venezia).
L’art. 49 della costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Nonostante ciò, ancora oggi manca una legge attuativa che assicuri l’esistenza di tale “metodo democratico”. Questo vuoto normativo ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, e alla conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia.
Allo scopo di colmare il predetto vuoto normativo e arginare il fenomeno della degenerazione oligarchica dei partiti, oltre agli strumenti di democrazia diretta e le modifiche del sistema elettorale (argomenti trattati in altri punti), proponiamo una regolamentazione in senso democratico della vita dei partiti, assieme a una precisazione dei loro intenti e scopi.
La proposta riconosce ai partiti il ruolo di incubatori di idee/produttori di proposte di legge, ma allo stesso tempo mette paletti per assicurare che il dibattito sia il più democratico possibile, senza peraltro intendere alcuna istituzionalizzazione dei partiti.
Il problema del “partitismo” non è solo italiano: è stato esaminato dalla sociologia dei partiti politici già a partire dal 1800 (nel 1902, Moisei Ostrogorki nel suo libro “Democrazia e partiti politici”, descrisse la degenerazione della democrazia nei casi dell’ Inghilterra e degli USA).
Al momento, ci risulta che solo in Finlandia le regole ed i regolamenti dell’associazione a scopi elettorali debbano garantire il rispetto dei principi democratici nel processo decisionale e nelle attività dell’associazione.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 6 mesi fa da Dario Fe.
14 Marzo 2021 alle 19:31 in risposta a: Regolamentazione democratica negli statuti dei partiti #5061 Score: 0Caro Leonello,
mi pare di capire che questa sia la bozza del testo da presentare alla riunione, e che i punti che hai aggiunto siano quelli che ritieni più importanti (tra i 18 che hai elencato).
Se sì, avrei alcuni emendamenti
7 Marzo 2021 alle 22:13 in risposta a: Regolamentazione democratica negli statuti dei partiti #5039 Score: 1Copio e incollo un vecchio testo, in cui avevamo elencato alcuni provvedimenti per migliorare la democrazia interna nei partiti.
Dovremo probabilmente sintetizzare la “premessa” e riguardare gli “interventi”, magari stabilendo qualche priorità. La lettura dei documenti postati da Leonello, probabilmentre ci aiuterà ad aggiungere qualche altro punto o a capire eventuali criticità dei punti già elencati
===========================================================
<div class=”bbp-reply-content”>PREMESSA:
La presente proposta non deve essere letta come provvedimento a sé stante (non si mira ad istituzionalizzare i partiti), ma deve essere inserita in un percorso di riforme che preveda un potenziamento degli strumenti di democrazia diretta ed una legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti.L’art. 49 della costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Nonostante ciò, ancora oggi manca una legge attuativa che assicuri l’esistenza di tale “metodo democratico”. Tale vuoto normativo, come spesso accade nelle democrazie solamente rappresentative, ha portato ad una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti, e alla conseguente degenerazione della democrazia in partitocrazia. Ciò influisce negativamente sul sistema democratico e sulla gestione del bene pubblico (lottizzazione, vita più facile per le lobby, leggi fatte nell’interesse del partito, mancanza di trasparenza, …).
Il problema “partitismo” non è solo italiano: è stato esaminato dalla sociologia dei partiti politici già a partire dal 1800. Nel 1902, Moisei Ostrogorki nel suo libro “Democrazia e partiti politici”, descrivendo la degenerazione della demorazia nei casi dell’ Inghilterra e degli USA, illustrò il fatto che le divergenze all’interno dei partiti non sono affatto tollerate dalle lobby ed i potentati che sostengono i partiti: avendo “contribuito alla vittoria elettorale” esigono che, soprattutto sui temi da loro giudicati sensibili, non si presentino divergenze, e che i rappresentanti dei cittadini si trasformino in delegati dei partiti.
Allo scopo di limitare il fenomeno della degenerazione oligarchica dei partiti, si rendono necessari tre interventi:
- democrazia diretta, vale a dire l’eliminazione del monopolio del potere legislativo (argomento già oggetto di diverse iniziative parlamentari).
- Riforma del sistema elettorale (argomento già oggetto di altre iniziative).
- Regolamentazione in senso democratico della vita dei partiti, e precisazione dei loro intenti e scopi (tema al momento pressoché assente nella legislazione italiana)
Con questa proposta, ci proponiamo di colmare vuoto normativo al punto (3), obbligando tutti i partiti all’uso di metodi democratici per le decisioni interne (stesura dei programmi, elezione dei rapprentanti nelle istituzioni), in modo che gli eletti rappresentino veramente i cittadini. Per “partito” intendiamo qualunque soggetto che presenti liste di candidati ad una qualsiasi elezione. Per “eletti” intendiamo sia persone elette in ruoli istituzionali, che in ruoli di partito.
La proposta riconosce ai partiti il ruolo di incubatori di idee/selezionatori di (alcuni) candidati/produttori di proposte di legge. Ma allo stesso tempo mette paletti per assicurare che il dibattito sia il più democratico possibile.
INTERVENTI:
Per assicurare la massima trasparenza e democraticità, proponiamo i seguenti interventi, da applicare a livello nazionale e locale:- trasparenza finanziaria (pubblicazione di tutta la contabilità amministrativa) per partiti e fondazioni politiche.
- obbligo di dichiarare i propri intenti, su statuto e programmi.
- obbligo di allegare ai programmi una lista di proposte da presentare durante il mandato.
- separazione tra ruoli di dirigente di partito e incarichi istituzionali.
- limite massimo mandati (per ruoli di partito e istituzionali).
- primarie obbligatorie (lista unica, chiunque può candidarsi, se non ha condanne penali).
- elezione diretta per i dirigenti di partito (lista come al punto 6).
- obbligo di rendere pubbliche, tramite video, le riunioni della dirigenza.
- obbligo di assemblee nazionali annuali.
- database trasparente degli iscritti, a disposizione dei soli iscritti.
- fusioni/scioglimenti, statuto, regolamenti, programmi (+ ogni proposta allegata), e ogni modifica ai detti documenti devono essere approvati dagli iscritti (maggioranza dei votanti).
- votazioni a suffragio universale, annunciate con congruo anticipo (almeno 1 mese?), risultati pubblici e controllati da (enti terzi/forze dell’ordine?), e ugual voce a tutti.
- i beni mobili, immobili, e strumentali (appartenenti al partito) sono da considerarsi come di proprietà di tutti gli iscritti e, in caso scioglimento, vengono acquisiti dallo Stato
- espulsioni e divieto d’iscrizione votate a maggioranza (dei votanti) e limitati a casi che comportino condanne penali.
- possibilità di iscriversi a più partiti (su temi differenti, la si può pensare come partiti differenti, e si ha il diritto di partecipare al dibattito dove più opportuno).
- obbligo per gli eletti di rispondere ai quesiti degli iscritti.
- In caso di mancato rispetto dei punti 1-15, scioglimento del partito e responsabilità penali per i dirigenti.
- Per singoli eletti si prevede l’uso della revoca (recall), da disciplinare con apposita legge.
Per quanto riguarda il punto 10, il database non è pubblico, ma a disposizione dei soli iscritti, per evitare contrasti con D. Lgs. n. 196/2003, art. 4 (Codice sulla protezione dei dati personali).
</div>
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 8 mesi fa da Dario Fe.
13 – Non mi ricordo chi fece aggiungere questo punto. Mi pare che il senso fosse “i beni mobili, immobili, e strumentali (appartenenti al partito) sono da considerarsi come di proprietà di tutti gli iscritti e, in caso scioglimento, vengono acquisiti dallo Stato.”
= = ========
14 – Sì, la nuova versione è più chiara. Ma mi ricordo che era un punto controverso. Era un compromesso la tra la visione “garantista”, che vietava qualsiasi forma di restrizione e quella “fondamentalista grillina”10 Gennaio 2019 alle 7:18 in risposta a: Proposte verso una organizzazione socio-politica più umana. #1277 Score: 0Sono molto interessato al tema “comunità virtuali”.
Avete un piano un po’ più preciso su come strutturarle in pratica, oppure si tratta “soltanto” di un’idea teorica?
-
AutorePost