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1 – Preferenze leggi elettorali
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L’espressione di preferenze con specifico riferimento alla elezione di delegati dai cittadini (popolo sovrano) a rappresentarli nel Parlamento è di estrema importanza nel sistema democratico. La qualità e la possibilità di nominare liberamente persone di conoscenza, capacità e di fiducia è fondamentale per avere la migliore qualità della attività legislativa parlamentare.
La Costituzione, nella sua stesura iniziale aveva previsto la nomina degli eletti con il sistema proporzionale fra più aggregazioni di cittadini definite partitiche con presenza di libere attribuzioni di preferenze all’interno delle stesse. Non prevedeva la possibilità di candidati singoli al di fuori di tutte le aggregazioni in quanto una gestione di attribuzione del potere decisionale agli eletti in proporzione ai voti ottenuti avrebbe dovuto basarsi sulla percentuale risultante fra voti personalmente ottenuti e voti validi complessivi dei partecipanti al voto. Hanno realisticamente pensato che se il gruppo è una parte di cittadini con pensiero/programma omogenea di Governo, la loro rappresentanza proporzionale del potere era una proposta fattibile ed accettabile. Gli eletti sono nominati a partire da una graduatoria congrua di candidati con la posizione attribuita dalla entità decrescente delle preferenze ricevute. Tutti i candidati eletti hanno il potere decisionale inteso singolarmente uguale ad un voto, a prescindere dalle preferenze ottenute. Ci sono poi molte ipotesi di preselezione e votazione degli eletti o ipotesi di estrazione casuale che saranno oggetti di specifici punti all’interno della tabella di FARE IL CAMBIAMENTO
Sicuramente oggi siamo di fronte ad ipotesi di modalità di voto che passa da una difesa dal concetto costituzionale della proporzionalità alle liste con libera preferenza fra voto ottenuto e numero di candidati attribuito fino a giungere a ripartizione con premio di maggioranza e liste bloccate.
Resta comunque irrisolto il problema che Ostrogorski 110 anni fa concludeva con una inevitabile la degenerazione oligarchica e autoreferenziale di tutti i partiti in assenza di strumenti di controllo/partecipazione popolare del loro operato.
Senza la garantita presenza fattibilmente operativa di questi strumenti tutti i risultati elettorali la degenerazione sarà inevitabile e più o meno vani i risultati rispetto al desiderio di cambiamento.
Il primo punto all’ordine del giorno ritengo debba essere la necessità di una convergenza preliminare su questo punto.
Abstract Conflitto di Interessi
Si ritiene che qualsiasi uomo nella sua esistenza quotidiana opera con scelte dopo una analisi definibile di un conflitto di interessi personali. Il conseguenziale comportamento può spiegare tutte le possibili scelte, dittatori, imperatori, re, speculatori, sfruttatori, ladri, criminali, corruzione, santi, eroi, ecc, anche per sinceri democratici con riferimento a stessi ma che passa attraverso un comportamento da politico a servizio del popolo e della sua volontà. Entrando nello specifico del politico, stante la quasi irredimibile debolezza umana, per il principio di massima cautela e analizzando la storia del realizzarsi della democrazia, in particolare nella Svizzera, si sono attivati strumenti elettivi e legislativi che vogliono impedire il crearsi occasioni per poter deliberare specifici vantaggi personali nelle loro decisioni. Fra i più importanti strumenti vi è il referendum obbligatorio a voto popolare per argomenti quali retribuzioni/benefit modifiche costituzionali, modifiche leggi elettorali, fiscalità sia livello cantonale che nazionale, possibilità di abolizione leggi con controprogetto sia nella opzione di proporre principi o dettagliata. Non ci sono limiti alle tematiche, fatte salve alcune eccezioni. Quorum zero.
Manca la possibilità di proporre leggi di iniziativa popolare sottoposta a referendum popolare quorum partecipativo zero o al massimo limitato ad un terzo dei votanti partecipanti alla ultima votazione nell’ambito di riferimento.
Non da ultimo si ritiene questo approccio del conflitto di interessi debba essere tenuto presente in molte delle proposte presenti in vari punti della tabella, tese ad impedire il formarsi nel parlamento di una casta politica od oligarchica, autoreferenziale.
Non sembra ci siano presenti proposte che vietino la possibilità che i controllori della attività soggette a bilancio siano nominati dai politici da controllare. Non è chiara la presenza e terzietà di organi che controllano a richiesta la legittimità degli atti amministrativi ordinari.
Accanto a questi strumenti vanno valutati le congruità delle pene per il politico che commette il reato, sia di proibizione temporanea di esercizio delle attività politica che pecuniaria e penale.
Inserire leggi che tutelano chi all’interno della attività di politici e funzionari segnali possibili ipotesi che siano un efficace contrasto alla corruzione comunemente definita whistleblower. In Italia esiste ma per il principio del conflitto di interessi di chi lo ha deliberata è stata palesemente resa inefficace nei fatti.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 11 mesi fa da Erminio Ressegotti.
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LEGGI SUL CONFLITTO DI INTERESSI
Personalmente ritengo che il cuore e madre di tutto il comportamento dell’uomo, come tutti gli esseri viventi, è il fatto che ha nel proprio DNA Il principio di una sua replicazione esistenziale e di ricerca di una sopravvivenza nella migliore qualità possibile per se stesso.
Nel loro percorso di vita l’interazione con il mondo reale lo pone davanti a scelte tese ad ottimizzarle per il migliore sviluppo della propria esistenza. Restando all’esperienza, ne nasce inevitabilmente un conflitto di interessi con il mondo circostante e dei suoi simili. La lettura della storia dell’uomo e dello svilupparsi delle tipologie di strutture sociali che hanno generato, lo dimostra senza equivoci.
Andando allo specifico dell’uomo politico, la scelta di quel ruolo ha più di una recondita e personale motivazione in tal senso a mio avviso si pone inevitabilmente tale fondamentale ragionamento che lo porta ad approfondita analisi in un confronto fra interessi contrastanti giungendo ad una sintesi comportamentale scegliendo ciò che ritiene positivo per la sua vita futura. Questo comportamento a mio avviso avviene a prescindere da qualsiasi appartenenza politica in quanto le aggregazioni partitiche non sono altro che aggregazioni di parti della società accomunati da una visione di interessi che nascono dalle loro esperienze umane, culturali, sociali, ecc.
Nulla da obiettare se questo approccio definisca il loro comportamento con riferimento alla vita privata personale e lecito fino a quando rispettano le leggi che regolano la vita sociale.
Ben diversa è la specifica attività politica che viene svolta in virtù di un mandato per gestire non una proprietà/autorità personale che l’art. 1 della Costituzione definisce attribuisce ad una sovranità popolare.
Oggi i parlamentari/amministratori/ecc. e gli eletti in tutte le votazioni, mediamente si ritengono/comportano, dichiarano di essere espressione del popolo che sostanzialmente li autorizza a decidere in piena autonomia per il periodo del mandato, chiavi in mano, e di fatto ritengono i cittadini capaci di intendere e volere solo il giorno delle elezioni, il giorno dopo vengono di fatto esclusi dalla possibilità di partecipare alla gestione della vita politica della società di cui loro ne sono i sovrani. Interessante che più di un leader politico odierno non si definisce espressione della componente della democrazia rappresentativa ma una conveniente e concettualmente depistante democrazia parlamentare. I nostri padri costituenti in vari articoli della Costituzione esprimono chiaramente che il popolo italiano ai vari livelli di attività politico amministrativa deve essere auspicabilmente coinvolto con tutti gli strumenti di partecipazione propositiva e di controllo con la modalità referendaria quando si annulla, approva, controlla, propone proposte di leggi popolari.
La storia della democrazia sia di estrazione liberale che di altro tipo, mostra che ad oggi il consenso popolare a questa struttura, non casualmente si è basata su una idealistica e depistante immagine di un eletto quale rappresentante del popolo che doveva/avrebbe dovuto avere la capacità di svolgere il suo mandato con un fondamentale rapporto, efficiente ed organico con i cittadini che lo hanno eletto. Ai tempi dei padri costituenti questo iniziale approccio era presente ma i politici a loro succeduti, hanno azzerato il tutto ed evitato di implementare gli strumenti sopracitati.
La analisi storica delle categorie di appartenenza dei politici eletti con le votazioni a suffragio universale, mostrano che la loro tipologia non ha mai rappresentato specularmente il popolo italiano me è sostanzialmente la preponderante estrazione da alcuni strati sociali che potremmo definire tristemente una elite.
Ritengo comunque che il suffragio universale come voto a tutti i cittadini, sia comunque il modo sostanzialmente il migliore condivisibile. Dovremmo sfatare l’affermazione di un politico del passato che ritiene la attuale democrazia la meno peggio delle dittature possibili.
Il nostro lavoro sarà quello di far diventare positivo un luogo di esperienze personali dentro una struttura sociale e solidale con la partecipazione matura di tutti i cittadini.
In realtà per trovare la più realistica definizione del ruolo del politico eletto, sarebbe più corretto definirli amministratori delegati a rappresentare il popolo sovrano, che ha il diritto e dovere esclusivo di verificare un loro comportamento coerente del mandato, ed esemplificando pari quanto meno al proprietario di una società privata. Siamo quindi chiamati a proporre norme e leggi che attivino tutti possibili/necessari strumenti per permettere una presenza sempre più consapevole e matura dei cittadini, per raggiungere tale obiettivo
In conseguenza di quanto considerato, ritengo evidenziare che per principio di massima cautela, tutte gli strumenti proposti per Fare il Cambiamento e che verranno formulate, debbano partire dall’assunto che sono fatte per dare quanto meno la stessa autorevolezza che viene attribuita per legge a chi è titolare di una proprietà privata limitando/impedendo tutti gli spazi di discrezionalità del politico riconducibili al suo interesse personale evitando di dare credito e fare affidamento su un garantito comportamento dell’eletto di una coerenza e moralità a prova di bomba.
Quando incontri un politico che a parole garantisce la propria assoluta coerenza ma si oppone a normative che ritiene vessatorie o limitative, ciò è sufficiente per farci capire i suoi nascosti interessi e si può semplicemente dirgli che se è sicuro che non avrà mai modo di non rispettare quanto proposto da tali norme e dei suoi sottesi principi, dovrebbe indiscutibilmente accettarle senza problemi.
Questo punto, l’obiettivo è la condivisione di un documento che sia una premessa ad una omogenea costruzione delle varie proposte di norme e leggi che si andranno a formulare.
Gli strumenti legislativi sono molti e quasi tutti sono tra i punti della tabella.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 11 mesi fa da Nicola.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 11 mesi fa da Erminio Ressegotti.
Ricordo di estendere la definizione di strumenti della democrazia diretta aggiungendo partecipata propositiva e referendaria
Informazione pubblica opinione e argomenti di strumenti partecipativi
Lo trovo un poco lungo. Io credo che si possa dire che in linea teorica una partecipazione dei cittadini stabilmente strutturata più coinvolgente e su molti argomenti di vario genere che non al al momento attuale ne abbiamo una conoscenza adeguata per la migliore decisione nell’interesse della comunità. Tale processo trova nell’uso della democrazia diretta svizzero un percorso in tal senso. La tua ipotesi potrebbe trovare una prospettiva in tal senso con tempi più lunghi. Creare una informazione libera stabilmente e solidamente garantita, è necessaria premessa per uno sviluppo maturo della democrazia diretta e partecipativa. Non dimentichiamo che per crescere la partecipazione dei cittadini, si deve partire dai comuni, ai quali sarebbe possibile fare indicazioni ed obbligo di applicarla, senza scomodare la costituzione.
proposte di sistema raccolta firme, autenticazioni molto semplici e diffuse. Ieri non ho finito il racconto dell’esperienza in atto nel comune di Levico. Un nostro iscritto ha inteso avviare un referendum per proporre una diversa ubicazione del nuovo municipio. Si è voluto testare la reazione della maggioranza amministrativa comunale richiedendo un maggior impegno con risorse comunali per agevolare l’opportunità di sottoscrivere la richiesta di referendum da parte dei cittadini. Dal punto di vista giuridico Longano si è impegnato a strutturare giuridicamente tale richiesta, facendo riferimento anche alla sentenza ONU. Dopo un periodo di cocciuta resistenza dal Sindaco, ci si è rivolti al difensore civico che a invitato l’amministrazione ad una certa disponibilità in tal senso. il compromesso raggiunto è stato quello che negli orari di apertura degli uffici comunali è diponibile alla raccolta firme un funzionario. E’ una soluzione che ha due importanti problemi. Il primo è quello di un orario di apertura che coincide con quello della maggior parte dei lavoratori. Il secondo è che è una completa disponibilità da parte del Sindaco di conoscere le persone che hanno sottocritto tale istanza che in molti casi, ovviamente è contrastante/diversa delle decisioni prese o che pensano nella maggioranza amministrativa del comune.
Oggi in linea teorica esiste una ipotesi che appare in linea teorica di semplificazione di tipo istituzionale e che passa da una autenticazione del sindaco o da un suo delegato per la autenticazione delle firme, di solito con orari di lavori e presso l’ufficio anagrafe. L’altra alternativa è quella di autorizzare su richiesta, la possibilita di autenticazione da parte anche di un qualsiasi consigliere comunale. Ovviamente è una opprtunità quasi nulla se si considera il rapporto fra numero di consiglieri e numero di abitanti e considerando che gli stessi comunque lavorano e dall’esperiemza emerge che i disponibili sono pochi. Di fronte a queste solliectazioni, con motivazione che possiamo definire tranquillamente strumentali, dalla amministrazione pubblica si contropropone una possibile delega a persone in possesso di titolo di studio personale tipo avvocati o simili, laureati, ecc.. Non occorre essere particolarmente intelligenti nell’ìpotizzare cha la loro disponibilià gratuita alla autenticazione sul campo, di raccolta firme, sarà di pochi individui fidelizzati alla istanza da presentarsi che ad oggi riguarda sostanzialmente la presentazione di liste elettorali. Trovo singolare che l’argomento sia stato da sempre ignorato quando poi l’autentica sia ammessa da sempre per chiunque abbia diritto ad essere candidato nelle liste elettorali, a prescindere dal titolo di studio. Per evitare di andare allo scontro e fare una mediazione proponendo la predisposizione di un albo di certificati che hanno frequentato un corso di 4 ore che li porta a conoscenza delle loro resonsabilità. A questo albo a numero chiuso possono iscriversi i residenti del comune. Se il numero dei richiedenti è superiore a tale numero, si procederà ad una turnazione a tempo definito. Credo che possa anche essere legittimato senza passare a consensi di livello superiore se questa delega del sindaco viene codificata nello statuto che nella sua incardinazione dovrebbe giurare di rispettare. Sentire qualche legale tramite Stefano.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 3 mesi fa da Erminio Ressegotti.
Mi sono perso. Volevo mettere nel forum una proposta di scrittura dove si parla di autoreferenziale. Io aggiungerei in continuità del concetto autoreferenziale ed obiettivamente fonte di un possibile conflitto di interessi, da evitare a priori …..
Credo che conflitto di intressi sia più comprensibile anche chi non ha conoscenze linguistiche normali
Sinteticamente
userei: conflitto di interessi al posto di autoreferenziale
art 2 punto 5 – non usare il termine controprogetto ma integrazione del progetto presentato con la possibiltà di recepire le osservazioni e altrui proposte integrative
Credo che il rapporto di valore fra quanti approvano il progetto e le 500.000 firme non sia una logica inoppugnabile. I cento scelti per partcipare all’assemblea non sono l’esatta espressione statistica e qualitativa della volontà dei cittadini che ad oggi comprendono astensionisti e differenti conoscenze rispetto ai nominati in quanto non è un rapporto che sia costituzionalmente valido.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 4 mesi fa da Erminio Ressegotti.
Abbiamo ovviamente storia e sensibilità e visioni ppolitiche diverse. Faccio alcuni esempi. Affrontare il Coronavirus trova opzioni diverse e inultimo divisive che hanno la non remota possibilità di incidere negative sul migliore feeling che c’è fra noi . Noi crediamo che gli strumenti della democrazia diretta sono proponibili a tutti i partiti e movimenti che sono di parte in quanto hanno differenti progetti politici. Ad esempio anche da noi più dem in tn l’appartenenza era più pluralista. Poi è emersa una componente maggioritaria casualmente M5S che ha demotivato per una serie di plausibili motivi il loro allontanarsi. Difficile la convivenza tra avversari politici in consiglio comunale e amici solidali nella associazione. Non si può in associazione avere la botte piena e la moglie ubriaca. Esistenzialmente si risolve dividendo il nostro impegno su due filoni distinti il tutto. Non esiste nei nostri politici una cultura che sappia vivere con libertà questi rapporti interpolitici. L’iniziativa politica dell’associazione che puo’ forzare attraverso petizioni e referendum è per implementare gli strumenti della democrazia diretta. Non un referendum od altro per ipotesi gestione virus. Al massimo potremmo essere un luogo di raccolta disponibilità di cittadini che in virtù di una maturata sensibilità si rendono disponibili a sottoscrivere richieste referendarie non condivide la proposta ma esclusivamente per permettere che alla pluralità dei cittadini.
Credo che non possa rientrare come argomento diretto della nostra associazione infatti si chiama programma politico economico ed e stato redatto da un partito. Diverso è proporre un metodo per creare un progetto specifico condiviso con il massimo consenso.
Ottima l’idea di aggiungere una nota riassuntiva per ogni testo. Se non fosse complicato si potrebbe bovviare a fare abstract, forse trascrivere la prefazione e l’indice articoli presenti nei testi. Potrebbe essere un elemento stimolante la ricerca del testo più vicino alle aspettative di chi vuole approfondire. Farei anche uno spazio libero per postare commenti e considerazioni da parte della redazione della nostra associazione. Penso che postare anche testi con opinioni diverse possa essere una opzione, avrebbe la funzione di stanare il poco o nulla delle teorie che sostengono che la sola democrazia rappresentativa è sufficiente e valida per avere una vera società democratica. Vediamo chi dei nostri politici sosterra’ qualche di intelligente.
Sara necessario avere settore multimediale ed altre tipologie. Penso che non sia una fretta estrema, Sbaglio ?
Canfora Zagrebelski sarebbe buono. È una analisi semplificata ed attualizzata ad oggi che ha espressioni analoghe a Ostrogorski. È un collaboratore stabile della casa editrice Laterza. Laterza nel 93 ha pubblicato il libro di Quagliarello che è una buona analisi del pensiero di Ostrogorski. Interessante l’intervista a Canfora fatta qualche giorno fa nel sito della Laterza. Anche Canfora è EPUB ma si paga qualcosa. Bello sarebbe avere in EPUB anche Quagliariello. lo l’ho trovato e pagato abbastanza. Poi dentro aveva il timbro di campione gratuito. Credo di averlo trovato in eBay che ricicla anche usati che in realtà possono essere anche vecchi non utilizzati riciclati dal proprietario.
Canfora-Zagrebelski – La maschera democratica dell’oligarchia – un dialogo Editori Laterza 2015
Quagliariello Gaetano – La politica senza partiti Ostrogorski e l’organizzazione della politica tra 800 e 900 Biblioteca di Cultura Moderna Laterza 1993
Mi pare che sia datata nel settembre 2018. Non vedo seguito.
Io non capisco quale sia il testo finale
Avevo chiesto di togliere le espressioni impegnative condivisibili ma divisive per chi legge ed ha una storia politica con riferimenti diversi da Ventotene e Ochalan. Fatemi capire quale è il testo.
Io ho già fatto un giro nel sito di Michelotto e ho scaricato lo scaricabile. Su questi non credo che ci siano problemi per un loro utilizzo. Mi sono anche iscritto. Ovviamente è sostanzialmente in ibernazione. Prima di muoverci ne parliamo stasera. Ho alcune idee. Cerchiamo di non partire a ruota libera. Leo mi ha dato incarico di contattarlo. Posso tranquillamente passare a Nicola l’incarico. Adesso acquisiamo elementi.
Mi servirebbe che Nicola mi passi un giudizio di vodi cosa val la pena chiedere e anche i termini tecnici che io possiedo relativamente.
Zanolli era da invitare alla partecipazione al comitato in quanto aveva a mio avviso una analisi eed esperienza in grado di dare un contributo e di impegno personale.
L’argomento petizione è specificatamente per rilanciare l’iter parlamentare della legge di modifica costituzionale che propone l’inserimento in Costituzione di poter utilizzare leggi di iniziativa popolare con referendum approvativo vincolante. Gestito da noi. Utilizzando la stessa elaborazione per il workshop di Berna. Mi sono dimenticato di fare la considerazione sarà opportuno che nei contenuti della stessa vi sia offerta l’opzione di essere disponibile ad essere contattato per future iniziative sia di altre petizioni e firmare in futuro iniziative con raccolta firme per sottoporre proposte di leggi che purtroppo finiscono nel cassetto. Ad esempio, dopo aver fatto la cronistoria di cosa è successo con la proposta della legge del 2012, magari esattamente la stessa, non escludendo di affiancargli una petizione.
Per quanto riguarda Michelotto la conclusione era che io non lo conosco e parto da zero. Si era concluso che il contatto lo prendeva Nicola in quanto sono prevalenti le problematiche informatiche per un suo utilizzo. Nicola dovrebbe andare nel sito e valutarlo se è buono da prendere in toto o prendere il materiale che serve e fare il nostro. Poi tratta direttamente per sentire cosa ne pensa . Per quanto riguarda il workshop io non posso andare oltre al partecipare ad una stesura della relazione a doppio uso. Io ho fatto un tentativo di coinvolgere Stefano e Alex sul Workshop ma il massimo che mi danno ad ora è cercercare materiale per la cronistoria. Avevi parlato dell’esperienza positiva della partecipativa/deliberativa della Toscana. Almeno una esperienza positiva per la opzione locale sarebbe opportuno. Faremmo la figura di italiani sfigati al 100%. Ricordatevi che ho in ogni momento un intervento al cuore che e stato sispess solo per via del Coronavirus. Posso fare e partercipare a lavorare per petizione e lavoro per aiutare a portare nei comuni le modifiche statutarie per inserire la democrazia diretta e partecipata e arriverò dove potrò. Elenco comuni virtuosi. Mi domando se non sia possibile registrare i nostri meeting. Aiuterebbe molto Leo
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