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1 Marzo 2021 alle 18:53 in risposta a: Informazione libera ed indipendente come servizio pubblico #4985 Score: 0
Contributo per l’Abstract (su idea di Giuseppe Fedele, Leo Zaquini e Pietro Muni):
Sarebbe giusto che i cittadini possano giudicare la qualità dell’informazione e sottoporre temi nelle reti di cui sovvenzionano l’esistenza.
1 Marzo 2021 alle 18:14 in risposta a: Informazione libera ed indipendente come servizio pubblico #4982 Score: 0Contributo all’ABSTRACT:
Va ipotizzata una formula che permetta alla Società Civile di poter contare su di una “rete” di tv e radio indipendenti (finanche a livello di blogger molto seguiti), via etere e via web, che diano la massima visibilità alle iniziative che riguardano la popolazione dell’intera nazione.
UNA ENORME NOVITA’
Allora, come promesso, vi invio il testo dell’abstract relativo alle PRIMARIE APERTE.
Include tutte le caratteristiche richieste. Totale dei caratteri, spazi e punteggiatura inclusi: 2.285.
Garantisco che una sintesi maggiore e vicina all’impossibile, poiché ogni dettaglio scritto è necessario a comprendere preliminarmente l’argomento, seppure in forma concisa e di mera introduzione.
——- MA ORA ECCO LA NOVITA’!
ATTENZIONE, LEGGETE ATTENTAMENTE, perché mentre cercavo una sintesi ulteriore o avuto un’idea che può essere letteralmente RIVOLUZIONARIA: mentre rivedevo il testo, ho scritto spontaneamente una parola diversa: invece di “ogni elettore può PROPORRE…” ho scritto “ogni elettore può VOTARE…”.
E’ stato un fulmine! Di fatto ho aggiunto una SECONDA OPZIONE che addirittura fa a meno delle Primarie Aperte ed ottiene lo STESSO EFFETTO CON MINOR SFORZO ed è PERFINO APPLICABILE DA SUBITO!
L’ipotesi è che alle elezioni IN BASE ALLA COSTITUZIONE (non fa una piega!), gli elettori possano decidere di non votare i candidati proposti, ma semplicemente scrivere nella scheda il proprio rappresentante liberamente scelto, indicandone, per certezza di identità, per esempio il codice fiscale.
In teoria (devo chiedere conferma a dei giuristi ma sono quasi certo!), per quel che so, anche se questa cosa non fosse approvata esplicitamente per legge, se la maggioranza dei cittadini facesse così (non necessariamente lo stesso candidato, bensì lo stesso metodo/comportamento: voto un rappresentante di mia scelta!), in forza del principio della “CONSUETUDINE” (IL COMPORTAMENTO DELLA MAGGIORANZA FA LEGGE. Cercate su Wikipedia e lo trovate ampiamente), qualsiasi tribunale, a partire dai T.A.R., ci darebbe ragione, ma forse basterebbe appellarsi alla Commissione Elettorale, ai sensi della LEGGE (diritto positivo)!
Questo implica che:
- Non è necessario un processo di consultazione in più, quali sono le Primarie Aperte = meno spese, chiudendo la bocca a chi la portava come scusa per non considerare le primarie fattibili,
- Induce i cittadini a coordinarsi su determinati nominativi, così da raggiungere la quantità necessaria di voti per farli eleggere. Tale processo di partecipazione (peraltro, molto educativo!) è di fatto il processo PRIMARIO che voleva indurre l’idea delle Primarie Aperte, popolari, appunto, e non solo limitato dentro i partiti con processi che quanto a “democraticità” sono più che opinabili,
- Induce i partiti ad aprirsi alla partecipazione dei cittadini per non rimanere fuori dal gioco, che di fatto passa in mano agli elettori,
- Un Parlamento costituito da un numero crescente (sempre più cittadini si organizzeranno e il numero degli “eletti direttamente dal popolo” aumenterà) e perciò sempre più rilevante di rappresentanti VERI degli elettori, è perciò più che mai propenso a realizzare le riforme che il Popolo attende da decenni.
… Questa idea, scusate la nota personale, mette di fatto in archivio quella per cui mi sono battuto per 30 (TRENTA!) ANNI!!
Pertanto, per la cronaca, zittisce tutti coloro che non hanno ancora capito che il sottoscritto non è uno dei tanti che “si innamorano” della propria idea e, egoisticamente, testardamente e perfino negando l’evidenza, non intendono rinunciare alla loro preziosa e fantastica idea, anche a costo di affossare il cambiamento.
A me sta SOLO a cuore che si arrivi a goderci TUTTI un paese decente, stop!
Spero che ora sia chiaro e che sia di esempio ai tanti, purtroppo, che non fanno altrettanto.Ora, valutate voi il testo e, ovviamente, la soluzione finale che ho escogitato.
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QUADRO GIURIDICO: La Costituzione italiana stabilisce con gli artt. 1 e 3 che l’Italia è una repubblica democratica che deve rimuovere gli ostacoli che limitino o impediscano la partecipazione di tutti e dove la sovranità appartiene al popolo. Coerentemente, l’art. 49 ha per soggetto tutti i cittadini e descrive i partiti come loro strumenti di aggregazione e studio di soluzioni.
QUADRO STORICO: La Costituente volle il diritto allo studio (art. 34) che debellasse l’analfabetismo del popolo (85% nel 1945) affinché fosse il vero sovrano. Mentre la prima generazione venne istruita (1948/65), nei partiti chi ne era al comando ha travisato l’art. 49 e quando i giovani istruiti hanno chiesto ascolto (1965/68) non ha ceduto lo scettro temporaneamente nelle loro mani. Da allora, il diritto di partecipazione dei cittadini è stato sempre più limitato e il diritto di scegliere in proprio i rappresentanti è sempre più nelle mani dei vertici dei partiti, neanche dei suoi membri. Un’oligarchia di fatto.
LA SOLUZIONE è uno strumento democratico, le PRIMARIE APERTE, ISTITUITE PER LEGGE, perciò non sindacabili dai partiti.
Ideate nel 1890 negli Stati Uniti, sono un processo democratico preliminare che impedisce a qualsiasi potere diverso dai titolari della scelta di controllare i loro rappresentanti o imporli. Oggi sono adottate in varie versioni (aperte, chiuse, semi) in altri 17 Stati di tutti i continenti.
Inclusa l’Italia, ma non per legge, perciò in forme sperequative incompatibili con la Costituzione, art. 48 incluso.
Le Primarie Aperte necessarie sono una consultazione generale degli elettori, con seggi e scheda unica anonimi. Gli elettori scelgono i più credibili tra gli “aspiranti candidati” e, in piena coerenza con la Costituzione, possono anche proporre candidati diversi da quelli proposti dai partiti.IN ALTERNATIVA alle primarie, alle elezioni gli elettori possono VOTARE candidati diversi da quelli proposti. Questo ridimensionerà il ruolo dei partiti o li costringerà a ritornare ad essere dei veri partiti ai sensi della Costituzione, APERTI e POPOLARI.
Lo scopo non è creare nuovi partiti in contrasto con quelli in essere, bensì riportare i partiti esistenti ad essere quegli strumenti al servizio di TUTTI I CITTADINI dell’art. 49.
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Guido De Simone
Fondatore e Presidente
Comitato Primarie AperteMi pare giusto, Leonello, come anche il fatto che dovrebbe essere ripetuta per molte altre voci. Pertanto, l’ultima frase va cancellata dall’abstract. Avendola proposta io, ritengo fosse essenziale che io fossi d’accordo, com’è.
Se gli altri sono d’accordo e non ci sono altre modifiche, potremmo aver concluso.
Grazie per il grande lavoro, Leonello!
A seguito della riunione di ieri sera, preso atto di quanto proposto nella precedente riunione nel pomeriggio, invitiamo tutti a verificare i due testi che ne sono maturati:
Il primo, quello del pomeriggio, ha apportato molti contributi significativi. Il testo qui sotto riportato differisce solo in alcune correzioni della punteggiatura ed eliminando alcune parole superflue ai fini della comprensione, trattandosi di un ABSTRACT i cui naturali approfondimenti affronteranno i temi nel dettaglio.
Il secondo, accoglie alcuni appunti proposti durante la riunione serale che hanno una rilevanza fondamentale per la qualificazione di un vero federalismo (fiscalità, controllo sperequazione, processo introduttivo del federalismo e rimedio agli errori precedenti ). Ciò, per rispetto ai principi di stesura di un abstract, ha richiesto una ulteriore sintesi dei temi del pomeriggio, che però rimangono in piena evidenza.
Si è dovuto, piuttosto, sacrificare l’interessante descrizione del sistema svizzero, sintetizzandola quanto più per poi ampliarla degnamente negli studi di dettaglio.
————– TESTO DEL POMERIGGIO DI IERI:
FEDERALISMO
Il federalismo si basa sul «principio di sussidiarietà» consistente nel decidere localmente tutto ciò che è possibile e centralmente solo ciò che non può essere deciso localmente (esercito, gestione di autostrade, ecc.). Intendiamo che il principio di sussidiarietà debba essere applicato a partire dal più basso livello, al limite dal singolo cittadino, coerentemente con le decisioni da prendere.
L’autonomia degli enti federati non esclude l’aiuto reciproco ed il sostegno anche finanziario tra comuni, cantoni, regioni, ecc. stimolare la crescita ne rispetto delle differenze
Proponiamo un federalismo che stimoli la crescita nel rispetto delle differenze garantendo il benessere in ottemperanza dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione.
Presenta il vantaggio di distribuire il potere e quindi favorire la partecipazione dei cittadini nelle decisioni e con ciò favorisce e migliora la democrazia. Inoltre, la distribuzione del potere rende più difficile l’azione alle lobby.
Un ulteriore vantaggio del federalismo consiste nella possibilità di sperimentare strumenti e soluzioni. Ad esempio, nei cantoni Svizzeri ogni cantone (spesso delle dimensioni di una provincia italiana) ha non solo una propria legislazione, ma anche una propria Costituzione. Nel prendere decisioni e fare scelte si guarda con attenzione all’esperienza dei cantoni che le hanno adottate e che spesso sono cantoni vicini e conosciuti. Si adottano le soluzioni che hanno dimostrato di presentare vantaggi, si rifiutano o si correggono quelle che hanno presentato inconvenienti.Il federalismo, venne copiato dai costituenti americani che si ispirarono a norme sviluppate dalla tribù degli Irochesi, è oggi molto diffuso in molti stati del mondo.
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Caratteri, spazi inclusi: 1.733
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————– TESTO DELLA SERATA DI IERI:
FEDERALISMO
Il federalismo, ispirato ai costituenti americani dal sistema sviluppato dalla tribù degli Irochesi, è oggi molto diffuso in vari paesi complessi del mondo.
Il federalismo consiste nel federare un dato numero di enti territoriali (p.e.: Regioni) con un governo federale (Stato Federale) che li coordina. Si basa sul «principio di sussidiarietà», consistente nel decidere localmente tutto ciò che è possibile e centralmente solo ciò che non può essere deciso localmente (welfare, infrastrutture nazionali, forze dell’ordine, esercito, ecc.).
Il principio di sussidiarietà deve essere applicato a partire dal più basso livello, al limite dal singolo cittadino, coerentemente con le decisioni da prendere.
L’autonomia degli enti territoriali federati si basa su una prevalente fiscalità locale, mentre quella nazionale oltre a garantire i servizi comuni, provvede al necessario riequilibrio da parte dello Stato per eliminare sperequazioni a danno degli enti territoriali più deboli. Va incentivata la solidarietà tra enti territoriali.
Il Federalismo distribuisce il potere e quindi favorisce la partecipazione dei cittadini nelle decisioni, così migliorando la democrazia. Inoltre, la distribuzione del potere rende più difficile l’interferenza delle lobby più potenti.
I vantaggi sono verificabili nel caso della Svizzera, i cui cantoni possono avere legislazioni diverse, il cui confronto reciproco induce a miglioramenti: si adottano le soluzioni che hanno dimostrato vantaggi altrove, si rifiutano o si correggono quelle che hanno dato inconvenienti.L’introduzione del Federalismo in Italia così concepito rimedia alle modifiche fin qui apportate alla Costituzione (Titolo V, Province) che hanno sbilanciato il rapporto tra enti locali e statali. Per evitare ulteriori errori, è auspicabile che l’introduzione del Federalismo, come ogni modifica costituzionale di rilievo, siano il frutto del lavoro di una Costituente.
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Caratteri, spazi inclusi: 1919
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A voi il giudizio.
24 Febbraio 2021 alle 16:14 in risposta a: Educazione civica alla democrazia ed alla partecipazione #4959 Score: 0Ottimo appunto di LucaVinti! Concordo.
Hai fatto bene ad aggiungerlo, Leo.
Consiglierei solo, per coerenza al princìpio giustamente da te più volte perorato di SINTESI, di levare tutto ciò che è superfluo e, peraltro, fa sembrare che ci sia un confronto competitivo tra le esperienze estere e quelle italiane, cosa che non è.Pertanto, la frase dovrebbe essere così semplificata:
Esempi in Giappone, Svizzera, Germania e altri paesi europei sono un riferimento. In diverse città italiane il mondo dell’associazionismo volontario ha costruito progetti educativi in collaborazione con gli istituti scolastici, esempi virtuosi di ciò che si può ricostruire insieme.
23 Febbraio 2021 alle 11:52 in risposta a: Educazione civica alla democrazia ed alla partecipazione #4951 Score: 0Un piccolo aggiornamento a seguito di un giustissimo suggerimento di Pasquale Allegro, riguardo al rapporto con le istituzioni e i concittadini europei, nonché uno precedente e molto opportuno di Piergiacomo Di Cato sull’essere “cittadini del mondo”.
Totale = 2.199 caratteri, spazi inclusi.Ribadisco che il tema è troppo vasto e trasversale per contenersi in 1.000 caratteri e già sono stati tagliati moltissimi altri riferimenti e argomenti importanti, sollecitati con molta sensibilità dai partecipanti, con cui mi scuso.
Saranno tutti materia di sviluppo in dettaglio nel contesto della “piattaforma aperta e indipendente di Educazione Civica per Cittadini” (a cui abbiamo dato per ora il nome di POLIS ETICA) che stiamo per costituire con l’auspicata collaborazione di TUTTA la Società Civile, la quale, sono lieto di annunciarlo, sta già in modo screscente rispondendo all’appello.La costruzione dell’ABSTRACT cerca di rispettare i punti saggiamente suggeriti dal promotore, Leonello Zaquini:
– Riferimenti legislativi e storici
– Problema nel merito
– Riferimento a soluzioni adottate all’estero
– Proposta concreta e risolutivaNon avendo subìto modifiche sostanziali, ritengo il testo definitivo e, salvo appunti essenziali, lo affido al moderatore per la sua diffusione.
Grazie a TUTTI di cuore! Splendido lavoro di squadra!
——————————— ABSTRACT: Educazione Civica, alla democrazia e partecipazione
Dopo 45 anni di assenza, con la Legge N. 92 del 2019, l’Educazione Civica è di nuovo una materia d’insegnamento nella Scuola italiana, ma la Scuola ora è in difficoltà perché 45 anni hanno creato un vuoto per troppe generazioni, i genitori non hanno nozioni base per educare i figli in merito e gli stessi insegnanti necessiterebbero un punto di riferimento al di là di quanto apprezzabilmente prodotto dal ministero, perché manca una verifica del fruitore: il popolo. Da cose semplici, come i metodi per gestire riunioni di gruppi e associazioni e parlare in pubblico, in aiuto alla PARTECIPAZIONE, il BULLISMO e l’uso del WEB, il gioco di SQUADRA per vincere INSIEME, a temi universali per essere anche CITTADINI DEL MONDO: la cura dell’AMBIENTE sia sotto casa che per il pianeta e la sua natura, conoscere ALTRE CULTURE e popolazioni e le lingue per comunicare, a partire dei concittadini e le istituzioni d’Europa, ecc. Tutto sperimentato con azioni pratiche e non solo teoriche.
I grandi cambiamenti non avvengono con la sola iniziativa di una minoranza di fortunati intellettuali, ma con un Popolo intero, purché esso conosca diritti, doveri e strumenti del proprio ruolo.
In una vera democrazia l’Educazione Civica è uno strumento STRATEGICO.Esempi in Giappone, Svizzera, Germania e altri paesi europei sono un riferimento.
Si parte fin dai giochi di ruolo nelle scuole materne, primo mattone di una costruzione complessa DA EDIFICARE TUTTI INSIEME perché RIGUARDA TUTTI, a partire da chi ha più RESPONSABILITÀ SOCIALI (dal genitore in su) e ancor più se RESPONSABILITÀ PUBBLICHE, dal singolo dipendente (insegnante, poliziotto, usciere, medico) all’eletto, dal militare in ferma breve a quello di carriera.
Da ciò si profila la nascita di una “piattaforma aperta e indipendente di Educazione Civica per Cittadini”, dove raccogliere tutti i contributi e dare risposte specifiche a tutti. Un’iniziativa strategica condivisa dal Popolo, un Quarto Stato che faccia dell’Educazione Civica lo strumento popolare che previene l’autoreferenzialità della macchina statale e ponga rimedio a eventuali tendenze oligarchiche.
Senza un DEMÒS non c’è DEMOcrazia, senza la conoscenza non c’è un Popolo Sovrano.
_________________22 Febbraio 2021 alle 21:22 in risposta a: Educazione civica alla democrazia ed alla partecipazione #4949 Score: 1Caro Leo, la versione che ho ottenuto, inserendo i ben 7 punti aggiuntivi che mi hai sottoposto, 8 con l’ultimo arrivato poco fa, e pur tagliando quanto poteva essere non fondamentale (di “superfluo”, sinceramente, non c’era nulla, anche perché era già frutto di un taglio radicale da oltre 3.000 caratteri), mi dà un totale di 2.148 caratteri, spazi inclusi.
Spiacente, ma questo non è un tema semplice, è forse il più complesso, perché tocca in modo trasversale ogni aspetto della società e della politica. Ma il fatto essenziale è che si chiude con una proposta sostanziale che risponde alla vera esigenza del POPOLO: uno strumento di controllo sovrano che impedisca derive o “fraintendimenti” ulteriori.A te e tutti la valutazione:
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Dopo 45 anni di assenza, con la Legge N. 92 del 2019, l’Educazione Civica è di nuovo una materia d’insegnamento nella Scuola italiana, ma la Scuola ora è in difficoltà perché 45 anni hanno creato un vuoto per troppe generazioni, i genitori non hanno nozioni base per educare i figli in merito, gli stessi insegnanti avrebbero bisogno di un punto di riferimento, oltre quanto apprezzabilmente prodotto dal ministero, perché manca una verifica tra il popolo. Da cose semplici, come i metodi per gestire riunioni di gruppi e associazioni e parlare in pubblico, in aiuto alla PARTECIPAZIONE, a temi universali come la cura dell’AMBIENTE sia sotto casa che per salvare il pianeta e capire la natura, o conoscere ALTRE CULTURE e popolazioni e le lingue per comunicare, il gioco di SQUADRA dove si vince INSIEME, il BULLISMO e come usare il WEB, ecc. E tutto va sperimentato con azioni <u>pratiche</u> e non solo teoriche.
I grandi cambiamenti non avvengono con la sola iniziativa di una minoranza di fortunati intellettuali, ma con un Popolo intero, purché esso conosca diritti, doveri e strumenti del proprio ruolo.
Pertanto, in una vera democrazia l’Educazione Civica è uno strumento STRATEGICO.
Esempi in Svizzera, Germania e altri paesi europei sono un riferimento. Si parte fin dai giochi di ruolo nelle scuole materne, primo mattone di una costruzione complessa DA EDIFICARE TUTTI INSIEME perché RIGUARDA TUTTI, a partire dalle categorie che più hanno RESPONSABILITÀ SOCIALI (dal genitore in su) e ancor più se RESPONSABILITÀ PUBBLICHE, dal singolo dipendente (insegnante, poliziotto, usciere, medico) all’eletto, dal militare in ferma breve a quello di carriera.
Da ciò si profila la nascita di una “piattaforma aperta e indipendente di Educazione Civica per Cittadini”, dove raccogliere tutti i contributi e dare risposte da diffondere. Un’iniziativa strategica condivisa dal Popolo, un Quarto Stato che faccia dell’Educazione Civica lo strumento popolare che previene l’autoreferenzialità della macchina statale e ponga rimedio a eventuali autopoiesi oligarchiche.
Senza un DEMÒS non c’è vera DEMOcrazia, senza la conoscenza non c’è un Popolo Sovrano.
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22 Febbraio 2021 alle 20:29 in risposta a: Educazione civica alla democrazia ed alla partecipazione #4948 Score: 022 Febbraio 2021 alle 20:26 in risposta a: Educazione civica alla democrazia ed alla partecipazione #4947 Score: 0Ricevo e trasmetto da Domenico Bello, in Discussione Generale di POLIS ETICA:
Ciao Guido; intanto grazie x il lavoro che stai facendo. Leggendo il “V8” , da persona con grande vocazione ambientale ritengo fondamentale sottolineare l’importanza della tutela e il rispetto dell’ambiente che il nuovo senso civico apporterebbe con le semplici azioni quotidiane e non solo. Cordialità. Ovviamente ho letto le osservazioni di Lionello. Mi permetto di accludere un video significativo. Notare cosa dice il signore con il bambino
22 Febbraio 2021 alle 16:34 in risposta a: Educazione civica alla democrazia ed alla partecipazione #4942 Score: 0Propongo la seguente versione, ridotta, su giusta sollecitazione di Leonello Zaquini, a 1.618 caratteri, spazi inclusi, soli 326 in più rispetto a quella attuale (V7), ma, a mio parere, più completa poiché propone anche una soluzione che rispecchia i nostri intenti:
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Dopo 45 anni di assenza, con la Legge N. 92 del 2019, l’Educazione Civica è di nuovo una materia d’insegnamento nella Scuola italiana, ma la Scuola ora è in difficoltà perché 45 anni hanno creato un vuoto per troppe generazioni, tanto che i genitori non hanno nozioni base per educare i figli in merito e gli stessi futuri insegnanti avrebbero bisogno di un punto di riferimento oltre quanto prodotto dal ministero preposto, per quanto apprezzabile, perché manca una verifica popolare.
I grandi cambiamenti non avvengono con la sola iniziativa di una minoranza di fortunati intellettuali, ma con il Popolo, purché esso conosca diritti, doveri e strumenti del proprio ruolo.
Pertanto, in democrazia l’Educazione Civica è una strumento STRATEGICO.
Esempi in Svizzera, Germania e altri paesi europei partono dai libri e i giochi di ruolo nelle scuole materne, primo mattone di una costruzione complessa da edificare tutti insieme perché riguarda TUTTI, a partire dalle categorie che più hanno RESPONSABILITÀ SOCIALI o ancor più PUBBLICHE, dal singolo dipendente all’eletto.
Da ciò si profila la nascita di una “piattaforma aperta e indipendente di Educazione Civica per Cittadini”, dove raccogliere tutti i contributi e dare risposte da diffondere. Un’iniziativa strategica condivisa dal Popolo nelle forme e con gli strumenti della DEMOCRAZIA DIRETTA, un Quart Stato che faccia dell’Educazione Civica lo strumento popolare che previene l’autoreferenzialità della macchina statale e ponga rimedio a eventuali autopoiesi oligarchiche.
Senza un DEMÒS non c’è vera DEMOcrazia, senza la conoscenza non c’è un Popolo Sovrano.Il testo della Proposta di legge istitutiva delle PRIMARIE APERTE in tutto il sistema elettorale:
Credo sia la RISPOSTA a tutti i dubbi.
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