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21 Febbraio 2020 alle 13:26 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2827 Score: 0
ELENCO PROPOSTE MODIFICA.
= = =INFORMAZIONE PROPOSTE:
1 – da Alex Marini ci viene il suggerimento ad informarsi qui:http://www.riformeistituzionali.gov.it/it/la-riduzione-del-numero-dei-parlamentari/
Nota 1
Per la redazione del testo “Argomento in Breve” (pag2) e “Argomenti per il NO” (Pag4) abbiamo gia’ tenuto conto di questo sito e delle indicazioni.
La segnaliamo a tutti ed in particolare ai redattori del testo “Argomenti per il SI” ( Pag 3).= = =
2 – da G.B. ci viene il commento: ” testi troppo lunghi”NOTA 2
Proponiamo di: ” Creare un margine in lato al testo e metterci un ” titolo ”
Come fosse una ” ultra sintesi ” della parte del testo a cui si riferisce.
In questo modo, leggendo solo il margine ( scritto im grassetto ) hai una ” ultra sintesi del testo ” .
Del resto l’ idea e’ gia’ implementata nel libretto svizzero .”.FATTO (salvo il “argomenti per i SI”
= = =
3 – L.G ha messo dei commenti e suggerimenti:
https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/versione-attuale-del-libretto-sul-taglio/NOTA 3.
Ci impegneremo per: integrarli.FATTO.
= = =
4- MM ci fa pervenire (via e mail) una nuova versione degli “Argomenti per il SI”.
La trovate nel sito.
NOTA 4.
Preghamo gli estensori del testo precente ed MM di armonizzare le loro versioni.
= = =
5 – MM approva il testo “Argomenti per il NO”
NOTA 5
Ne prendiamo atto.FATTO
= = =
6- MM, suggerisce per il testo del “Argomenti in breve ” (pag 2), quanto segue:
” far riferimento … alla
comparazione tra le camere basse. Infatti le camere alte per loro
natura sono qualcosa di singolare che varia da paese a paese … mentre le camere basse sono più
omogenee e perciò si prestano meglio ad un esame comparato.”
NOTA – 6
Pur nel rispetto del limiti dei caratteri, integreremo il commento.FATTO
= = =
7- Roberto S ci fa pervenire (via telegram) il suggerimento a citare nella pag 2 “argomenti in breve”, la tabella 3 del sito:
Fai clic per accedere a confrontointernazionale.pdf
NOTA 7
compatibilmente al numero dei caratteri, proponiamo di aggiungere: ” siamo al primo posto, passeremmo al terzo “, accanto e simmetricamente a dove e’ scritto ( prima tabella ) ” siamo al 22° passiamo al 27° “.NOTA 7.1 Luciano G, si dice contrario.
MANCA CONSENSO ” e l’aggiunta di precisazione al punto 6 chirisce ed integra.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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21 Febbraio 2020 alle 10:22 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2826 Score: 0Via e mail ci perviene da MM, il seguente testo per “Argomenti per il SI”.
= = =
ARGOMENTI per il SI
“In Italia i rappresentanti sono troppi, e troppi sono quelli retribuiti. Non è solo un problema di costi
finanziari, ma della trasformazione dell’attività di rappresentanza in una vera e propria carriera lavorativa,
con tutte le conseguenze che abbiamo già segnalato. Il numero complessivo dei parlamentari va ridotto: se
ne parla da anni ma la riforma viene sempre rinviata alla volta successiva; anche con quella della destra se
ne parlerà nel 2011”. Così scrivevano, nel 2005, nel libro intitolato “Il costo della democrazia – Eliminare
sprechi, clientele e privilegi per riformare la politica”, pag. 174 (libro che aprì il dibattito, poi amplificato – e
semplificato – da “La casta” dei giornalisti Rizzo e Stella, di due anni dopo) i professori, e senatori del
centro-sinistra, Cesare Salvi e Massimo Villone, quest’ultimo oggi presidente del Comitato per il no nel
referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari.
Per giustificare il cambio di opinione, il prof. Villone scrive che le proposte di un tempo giungevano
“quando vere organizzazioni di partito erano un collettore effettivo della domanda sociale”, mentre oggi
esse “sono ridotte – salvo la Lega – a ectoplasmi” (Il Manifesto, 4.2.2020), e questo non garantirebbe una
seria scelta dei candidati (“quando i partiti fanno ridere, i candidati fanno piangere”: sempre su Il
Manifesto, 8.10.2019).
Si potrebbe dire, invece, che proprio il venir meno di solide organizzazioni di partito rende più arduo
selezionare una classe dirigente numerosa, e rischia di riempire il parlamento di peones pronti ad ogni
avventura in vista del proprio interesse personale. Questo potrebbe spiegare perché si rende utile ridurre il
numero dei rappresentanti anche oltre quello che è il rapporto numerico tra popolo e parlamentari negli
altri paesi europei.
In linea generale, l’inflazione numerica di una carica pubblica tende a depotenziarla. Giulio Cesare, per
consolidare la propria dittatura che preparava l’impero, aumentò a dismisura il numero dei senatori (da 600
a 900), e quello dei titolari delle altre magistrature (i questori, gli edili, i pretori). I circa 400 deputati e i soli
100 senatori degli USA sono potenti e temuti, svolgendo un ruolo di forte contrappeso rispetto al
Presidente, mentre i circa 3.000 deputati cinesi svolgono un ruolo poco più che decorativo, e – anche al
netto del fatto che in Cina vi è un partito unico – un’assemblea così pletorica ben poco altro sarebbe in
grado di fare.
La migliore governabilità dell’assemblea (e delle commissioni che, specie alla Camera dei deputati, sono
oggi numerose come dei consigli regionali) non va quindi a detrimento della rappresentanza, ma serve a
rafforzare il peso specifico del Parlamento rispetto al Governo, togliendo a quest’ultimo qualche pretesto
per abusare di decreti-legge, delegazioni legislative, voti di fiducia, tagliole, ghigliottine e quant’altro. La
strozzatura dei dibattiti, che sembra necessaria quando a parlare vogliono essere in tanti, sarà più difficile
da giustificare quando ad intervenire saranno di meno.20 Febbraio 2020 alle 15:06 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2822 Score: 0Indicazioni per la redazione collaborativa de “libretto”.
= = =Vi proponiamo di proseguire nella collaborazione per la redazione del “Libretto delle votazioni” ( detto anche “Opuscolo informativo”).
Come promesso vi trasmettiamo l’insieme dei testi attualmente esistenti, ed anche l’impostazione generale del “libretto”.
La trovate qui:In particolare vi chiediamo di:
– comunicarci i vostri commenti e suggerimenti per il capitolo a pag 2, “PRESENTAZIONE DELL’ ARGOMENTO E CONTESTO GENERALE, IN BREVE”.
Questo capitolo, nella sua vesione finale, dovra’ essere consensuale, come anche lo dovra’ essere l’impostazione generale del “libretto”.Sara’ importante riuscire a redigere il libretto nella sua versione finale entro la fine del mese di febbraio.
Poi passeremo alla divulgazione del testo.Sono graditi anche i vostri commenti al capitolo “Argomenti per il NO”, per quanto possibile ne terremo conto.
Vi ringraziamo per averci trasmesso una vostra prima proposta per il testo “Argomenti per il SI”.
Ne abbiamo discusso e riteniamo di dovervi segnalare che dovreste fare lo sforzo di concretizzarlo ed argomentarlo più in dettaglio.
Temiamo in fatti che possa apparire “sproporzionato” rispetto agli argomenti per il NO, tanto da rischiare di dare una impressione
squilibrata ed non sufficientemente imparziale del “Libretto”.Per questo e per farvi avere altro materiale ci permettiamo di mettervi in contatto con il Ministro Fraccaro; sperando che possa tramettervi del materiale.
Conosciamo ed apprezziamo l’interesse del Ministro Fraccaro per gli strumenti di democrazia diretta.
Sappiamo che il Ministro sa e conosce il fatto che “libretto delle votazioni” e’ uno degli strumenti essenziali.Anche il sig. R***, che ha contribuito alla redazione del capitolo per il “NO”, si rende disponibile per riferirvi e trasmettervi commenti per rafforzare il testo.
Inoltre il Sig. R*** puo’ mettervi in contatto anche con Alex Marini, Consigliere provinciale a Trento, dal quale anche potreste ricevere dei contributi utili per il “SI”.Come gia’ detto il testo puo’ raggiungere i 4’000 caratteri (ed e’ opportuno che vi si avvicini, atrimenti anche questo sarebbe uno elemento di “squilibrio”).
A parte Alex Marini (di cui non ho l’indirizzo e mail, ma lo ha R***), le persone che possono contribuire alla redazione del testo “per il Si” ed alla definizione finale del “libretto”
leggono in copia.Grazie a tutti per la collaborazione.
Cari saluti.
Leonello Zaquini
PS.
Ritrasmetto, qui di seguito, il testo delle “Raccomandazioni”, aggiornato ai 4’000 caratteri.= = =
Raccomandazioni per la redazione del testo:
Preciso che le risposte vengono dalla mia esperienza di lettura di questi testi, dato che risiedo in Svizzera da diversi anni, ed in questo paese come di certo sapete esiste una lunga tradizione di uso di strumenti di democrazia diretta.
1) Il numero di caratteri nel quale i capitoli “Argomenti a favore ” e “contro” e’ opportuno che sia attorno ai 4’000 caratteri circa (spazi inclusi). Solo il testo introduttivo ( ” Il problema in breve”), a volte può essere leggermente piu’ lungo ma resta attorno ai 4’500 caratteri (due pagine, A5)
2) Confermo che i testi, inclusi quelli “pro” e “contro”, sono redatti (da un ufficio specializzato della cancelleria) nel modo seguente:
a- sono scritti in modo chiaro ed usando vocaboli comprensibili da tutti.
b- sono evitate espressioni che abbiano carattere “polemico”.
c- usano “argomenti” basati su fatti e deduzioni dai fatti.
d- incitano a riflettere sul TEMA e sulle CONSEGUENZE della decisione, non nell’evocare o nell’appellarsi a “simpatia” o ” antipatia” per chi e’ o e’ stato a favore o contro.Per quanto concerne il punto “d”, fare il contrario sarebbe incitare ad un “voto gregario”, (esiste in Svizzera l’espressione “Voto gregario” , correntemente usata per definire un voto espresso non in base alla riflessione sul contenuto della proposta e le sue conseguenze, ma in base a “simpatie / antipatie” per chi e’ o si e’ espresso a favore o contro. L’espressione “voto gregario” e’ correntemente usata in senso fortemente negativo: descrive una forma di inciviltà).
3) Anche noi conosciamo poco le ragioni del SI. Sappiamo pero’ che e’ stata usata quella sull’economia. Pensiamo non possa mancare. Di certo, se verremo a conoscenza di altri argomenti, ve li faremo conoscere.
Altri vostri punti:
– Conoscenza reciproca dei testi.
Non avevamo scritto che terremo conto del vostro testo per redigere il nostro. Ma che vi faremo conoscere il nostro testo e volentieri terremo conto anche dei vostri commenti su di esso.
Di certo quindi vi faremo conoscere il nostro testo.
Dovremo per altro cooperare per redigere, in modo consensuale, il testo di introduzione. Ve ne faremo avere una prima bozza (affronteremo assieme il tema della descrizione del tipo di referendum).Grazie per l’attenzione, ci compiaciamo per la collaborazione.
Buona giornata ed a presto.
Leonello Zaquini
= == =
Cari Signori,Approfitto della domanda di chiarimento che ho ricevuto da M* (che ringrazio per il messaggio) per trasmettere ulteriori chiarimenti e tutti ed anche per sollecitare da parte vostra una indicazione sul vostro consenso a procedere nella collaborazione iniziata.
Grazie al contributo del gruppo “Il si delle libertà” che ci ha gentilmente mandato il capitolo ” Argomenti per il Si ” (questo e’ il titolo che corrisponde meglio al modello del “libretto” svizzero), abbiamo potuto redigere una prima bozza del “libretto”. La trovate al link (che ripeto qui di seguito per praticità ).Vi preghiamo di farci pervenire:
1) i vostri commenti al capitolo “Presentazione … in breve” (Pag 2).
Questo capitolo dovra’ essere neutro ed oggettivo e quindi condiviso sia dai favorevoli al SI che ai favorevoli al NO. Come anche dovranno essere condivise le altri parti del “libretto”, salvo il capitoli “argomenti per il SI e per il NO” per la redazione dei quali per altro e’ opportuno lo scambio delle opinioni.2) Suggeriamo di rafforzare il contenuto degli “Argomenti per il SI” che potra’ essere anche piu’ lungo (ad un conteggio piu’ preciso della versione svizzera del “libretto”, nei suoi diversi formati, abbiamo constatato che ci si puo’ spingere fino ai 4’000 caratteri).
3) Se avete dei commenti / critiche alla versione attuale del capitolo “Argomenti per il NO” vi siamo grati se ce li fate avere. Sara’ il gruppo dei favorevoli per il NO respondabile del testo definitivo, ma il gruppo terra’ conto delle indicazioni che ci perverrranno.^
Come canale per la comunicazione suggeriamo di utilizzare:
– questo indirizzario e mail.
Ed anche, per chi lo preferisse:
– il forum del sito di “piu democrazia italia” nel quale si trova la bozza del libretto e nel quale metteremo anche questi messaggi di chiarimento (evitando i nomi propri, per conservare la confidenzialita’ per chi lo preferisse).
Per utilizzare il forum occorre inscriversi. L’iscrizione e’ gratuita.
– Pensiamo di raccogliere informazioni / indicazioni e pareri anche via FacebookNel forum metteremo anche questi messaggi di chiarmento sulla redazione collaborativa del “libretto”. E Man mano aggiorneremo i capitoli nelle prime 6 pagine.
Certo sarebbe bello potersi “incontrare dal vivo” (come possono fare i cittadini estratti a sorte in Oregon, o come fa l’ufficio della cancelleria svizzera, incaricati della redazione del “libretto”) , ma purtroppo non e’ possibile: siamo sparpagliati tra la Danimarca e la Calabria (vi sto scrivendo dalla Svizzera).
Purtroppo l’incontro non e’ possibile, ed il tempo e’ veramente raccorciato: la versione finale dovra’ essere disponibile per la fine del mese in modo da poter essere diffusa ed essere di aiuto concreto per gli elettori ed anche rappresentare un esempio concreto di questo importante strumento della democrazia diretta che e’ il “libretto delle votazioni” (come e’ chiamato correntemente in Svizzera) detto ufficialmente: “Opuscolo informativo”.Restiamo in attesa di vostri commenti e contributi.
Grazie per l’attenzione e per la collaborazione.Leonello Zaquini
Vi scrivo in quanto incaricato dal comitato di piudemocraziaitalia.= ==
Considerazioni aggiuntive (2021):abbiamo dovuto imparare ed anche insegnare a scrivere, … nel libretto vanno :
– scritti argomenti che inducano a pensare e riflettere.
– non vanno scritti insulti per chi “non la pensa come te” .
– vanno scritti TUTTI gli argomenti usati per il SI ( o per il NO) , non solo quelli che “chi scrive crede siano quelli giusti” .Anche il linguaggio deve essere il piu’ possibile “neutro” e non in “stile battuta FB” , che invece di indurre a riflettere mira a fare ridere.
Scrivere il libetto, anche gli argomenti per il SI o per il NO, non va inteso come “fare propaganda” ma va inteso come un “servizio sociale” per qesto non vanno riportati gli argomenti che ” noi pensiamo siano giusti”, ma quelli che ” sono usati” .
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 6 mesi fa da Leonello Zaquini.
Ho spedito ai comitati e contatti del Si, il messaggio seguente:
= = =
Gentili signori,
Vi proponiamo di proseguire nella collaborazione per la redazione del “Libretto delle votazioni” ( detto anche “Opuscolo informativo”).
Come promesso vi trasmettiamo l’insieme dei testi attualmente esistenti, ed anche l’impostazione generale del “libretto”.
La trovate qui:https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/versione-attuale-del-libretto-sul-taglio/
In particolare vi chiediamo di:
– comunicarci i vostri commenti e suggerimenti per il capitolo a pag 2, “PRESENTAZIONE DELL’ ARGOMENTO E CONTESTO GENERALE, IN BREVE”.
Questo capitolo, nella sua vesione finale, dovra’ essere consensuale, come anche lo dovra’ essere l’impostazione generale del “libretto”.Sara’ importante riuscire a redigere il libretto nella sua versione finale entro la fine del mese di febbraio.
Poi passeremo alla divulgazione del testo.Sono graditi anche i vostri commenti al capitolo “Argomenti per il NO”, per quanto possibile ne terremo conto.
Vi ringraziamo per averci trasmesso una vostra prima proposta per il testo “Argomenti per il SI”.
Ne abbiamo discusso e riteniamo di dovervi segnalare che dovreste fare lo sforzo di concretizzarlo ed argomentarlo più in dettaglio.
Temiamo in fatti che possa apparire “sproporzionato” rispetto agli argomenti per il NO, tanto da rischiare di dare una impressione
squilibrata ed non sufficientemente imparziale del “Libretto”.Per questo e per farvi avere altro materiale ci permettiamo di mettervi in contatto con il Ministro Fraccaro; sperando che possa tramettervi del materiale.
Conosciamo ed apprezziamo l’interesse del Ministro Fraccaro per gli strumenti di democrazia diretta.
Sappiamo che il Ministro sa e conosce il fatto che “libretto delle votazioni” e’ uno degli strumenti essenziali.Anche il sig. Resegotti, che ha contribuito alla redazione del capitolo per il “NO”, si rende disponibile per riferirvi e trasmettervi commenti per rafforzare il testo.
Inoltre il Sig. Resegotti puo’ mettervi in contatto anche con Alex Marini, Consigliere provinciale a Trento, dal quale anche potreste ricevere dei contributi utili per il “SI”.Come gia’ detto il testo puo’ raggiungere i 4’000 caratteri (ed e’ opportuno che vi si avvicinim atrimenti anche questio sarebbe uno elemento di “squilibrio”).
A parte Alex Marini (di cui non ho l’indirizzo e mail, ma lo ha Resegotti), le persone che possono contribuire alla redazione del testo “per il Si” ed alla definizione finale del “libretto”
leggono in copia.Grazie a tutti per la collaborazione.
Cari saluti.
Leonello Zaquini
PS.
Ritrasmetto, qui di seguito, il testo delle “Raccomandazioni”, aggiornato ai 4’000 caratteri.= = =
Raccomandazioni per la redazione del testo:
Preciso che le risposte vengono dalla mia esperienza di lettura di questi testi, dato che risiedo in Svizzera da diversi anni, ed in questo paese come di certo sapete esiste una lunga tradizione di uso di strumenti di democrazia diretta.
1) Il numero di caratteri nel quale i capitoli “Argomenti a favore ” e “contro” e’ opportuno che sia attorno ai 4’000 caratteri circa (spazi inclusi). Solo il testo introduttivo ( ” Il problema in breve”), a volte può essere leggermente piu’ lungo ma resta attorno ai 4’500 caratteri (due pagine, A5)
2) Confermo che i testi, inclusi quelli “pro” e “contro”, sono redatti (da un ufficio specializzato della cancelleria) nel modo seguente:
a- sono scritti in modo chiaro ed usando vocaboli comprensibili da tutti.
b- sono evitate espressioni che abbiano carattere “polemico”.
c- usano “argomenti” basati su fatti e deduzioni dai fatti.
d- incitano a riflettere sul TEMA e sulle CONSEGUENZE della decisione, non nell’evocare o nell’appellarsi a “simpatia” o ” antipatia” per chi e’ o e’ stato a favore o contro.Per quanto concerne il punto “d”, fare il contrario sarebbe incitare ad un “voto gregario”, (esiste in Svizzera l’espressione “Voto gregario” , correntemente usata per definire un voto espresso non in base alla riflessione sul contenuto della proposta e le sue conseguenze, ma in base a “simpatie / antipatie” per chi e’ o si e’ espresso a favore o contro. L’espressione “voto gregario” e’ correntemente usata in senso fortemente negativo: descrive una forma di inciviltà).
3) Anche noi conosciamo poco le ragioni del SI. Sappiamo pero’ che e’ stata usata quella sull’economia. Pensiamo non possa mancare. Di certo, se verremo a conoscenza di altri argomenti, ve li faremo conoscere.
Altri vostri punti:
– Conoscenza reciproca dei testi.
Non avevamo scritto che terremo conto del vostro testo per redigere il nostro. Ma che vi faremo conoscere il nostro testo e volentieri terremo conto anche dei vostri commenti su di esso.
Di certo quindi vi faremo conoscere il nostro testo.
Dovremo per altro cooperare per redigere, in modo consensuale, il testo di introduzione. Ve ne faremo avere una prima bozza (affronteremo assieme il tema della descrizione del tipo di referendum).Grazie per l’attenzione, ci compiaciamo per la collaborazione.
Buona giornata ed a presto.
Leonello Zaquini
Qui ho trovato un testo per il SI molto ufficiale:
http://www.riformeistituzionali.gov.it/it/la-riduzione-del-numero-dei-parlamentari/
18 Febbraio 2020 alle 15:18 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2810 Score: 0Pag 6
= = =
(Integrati commenti del 24_02)
= = =NOTA sulla redazione dell’opuscolo.
Nelle importanti occasioni, come sono le votazioni popolari, occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere ciascuno nelle condizioni migliori in modo che possa fare la scelta più intelligente per la collettività intera.
L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso sintetica ma completa, pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno può essere affidata ad entità a carattere commerciale (come lo sono i media privati).
Nei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta, affiancati da quelli di democrazia rappresentativa, sono presenti da più tempo e sono di uso più frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), un documento come il presente esiste e viene gratuitamente diffuso da enti pubblici agli elettori.
Auspicando che in prospettiva anche in Italia tale documento venga redatto in modo ufficiale e da enti pubblici indipendenti, ne abbiamo prodotto un esempio. I testi sono stati redatti da semplici cittadini, attivisti di comitati a favore del SI e del NO, in cooperazione tra di loro ( in modo simile a quanto avviene nello stato USA dell’Oregon, dove i redattori vengono estratti a sorte tra i cittadini).
Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini, esortiamo i legislatori a fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico in ogni futura occasione.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
18 Febbraio 2020 alle 14:57 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2806 Score: 0Pag 5
= = =
Inegrate proposte del 23_02
= = =
IL QUESITO SOTTOPOSTO AL VOTO«Approvate il testo della legge costituzionale concernente :
“Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”,
approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019VOTO IN PARLAMENTO, finale (seconda lettura).
Alla Camera: presenti 569, votanti 567, favorevoli 553, contrari 14, astenuti 2.Al Senato: presenti 231, votanti 230, favorevoli 180, contrari 50, astenuti 1
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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18 Febbraio 2020 alle 14:54 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2804 Score: 0Pag 4
= = =ARGOMENTI PER IL NO
La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati.
LA COSTITUZIONE DEL ’48 prevederebbe 110 parlamentari in più.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.MAGGIORE CONTROLLO DEI PARTITI, senza voti di preferenza
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già presente ed è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e il mancato rafforzamento e quindi l’indebolimento di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (alcuni già previsti dalla Costituzione, come quello che siamo in procinto di utilizzare, ed il cui potenziamento, originariamente, era previsto avrebbe dovuto accompagnare la riforma), queste carenze contribuiscono a rafforzare il fenomeno dell’allontanamento dei cittadini dalle istituzioni che sarebbe rafforzato dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza anche la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in «funzionari del partito». Al contrario i costituenti introdussero primi ed essenziali strumenti di democrazia diretta e precisarono che i parlamentari dovessero agire “senza vincolo di mandato” e quindi: pensando con la propria testa.”ECONOMIA INCONSISTENTE : meglio ridurre gli stipendi.
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento «economia», ma in paesi con un numero molto più alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti, costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stimata a 7 millesimi della spesa pubblica.NESSUNA SEMPLIFICAZIONE, vengono penalizzati i partiti minori e le piccole regioni.
Anche l’argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » si annulla se si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.RISCHIO MODIFICHE COSTITUZIONALI, senza ratifica popolare.
– I senatori di partiti di minoranza potrebbero non essere presenti nelle Commissioni, anche in occasioni deliberanti.
– Aumenterebbe il rischio di modifiche costituzionali approvate anche senza referendum dei cittadini, essendo più facile il superamento della maggioranza dei 2/3.Circoscrizioni più grandi: MAGGIORE IMPORTANZA DELLE LOBBY
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di: gestori di media, canali di informazione … ecc.
Per questo, la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e che durante l’attività legislativa.TENDENZE NEGATIVE GIÀ PRESENTI, sarebbero favorite con il SI
Con il SI, favorite tendenze negative già presenti.
In un Parlamento eletto senza preferenze e controllato dai capi-partito, il numero dei parlamentari è relativamente secondario .
Riteniamo che la riduzione potrà favorire tendenze negative già presenti, come il rafforzamento dell’esecutivo ai danni del legislativo, e manifestatesi anche in precedenti proposte di modifica della Costituzione, rifiutate dai cittadini. Il voto SI rafforzerebbe : il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dei rappresentanti dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.
Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione”.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
18 Febbraio 2020 alle 14:52 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2803 Score: 0Pag. 3
= = =ARGOMENTI PER IL SI
COSA E’ la Demorazia Rappresenttiva
La democrazia rappresentativa non è un’improvvisazione. Deriva dall’aver constatato nei secoli che le scelte pubbliche non possono essere gestite con la democrazia diretta quando convivono oltre qualche decine di migliaia di cittadini. Dunque la democrazia rappresentativa fa i cittadini titolari delle scelte pubbliche complesse attraverso il Parlamento, in cui gli eletti discutono e decidono. Non è uno strumento rigido. Aggiorna le regole del convivere al passar del tempo, resta soggetto alla continua valutazione dei cittadini nonché a periodici loro giudizi elettorali a scrutinio segreto. Può avvalersi di forme di democrazia diretta su singole tematiche circoscritte.I CAMBIAMENTI DERIVANTI dal SI
Il 29 marzo 2020, il voto SI rende più funzionale la democrazia rappresentativa. Infatti il Parlamento ha approvato in doppia lettura a maggioranza – per la prima volta dopo due decenni di rinvii – il taglio nel numero dei parlamentari. Questo taglio,
– rende più snello discutere e decidere (da sempre l’inflazione numerica di una carica pubblica, la depotenzia),
– rende più trasparenti gli atti parlamentari,
– agevola giudicare da fuori quanto accade,
– consente allo Stato un risparmio certo, seppure di ammontare assai limitato,
– contrasta alla base la campagna ultradecennale dei media contro il parlamento
e a favore delle elites di governo distanti dai cittadini.CRITICHE senza SPESSORE
Le critiche al ridurre il numero dei parlamentari sono fatte per lo più da chi ne ha sostenuto per anni la necessità. Le principali criticano il non aver esteso le riforme ad altri meccanismi istituzionali. Tuttavia non hanno spessore poiché sorvolano sul fatto che il taglio avvicina ai cittadini e che non impedisce di fare le correzioni ritenute utili.LA CAPACITA’ RAPPRESENTATIVA
La capacità rappresentativa non è il rapporto quantitativo tra rappresentanti e rappresentati e la misura del territorio coperto. La capacità rappresentativa esprime le scelte operate dai cittadini circa i progetti politici e circa i rappresentanti eletti per dibattere e decidere come agire in via istituzionale, in base al raggrupparsi delle diverse Libertà dei cittadini. Uno vale uno nell’esprimersi, non nell’esser rappresentato quale singolo. La distanza fra rappresentato e rappresentante non attiene all’attribuzione fisica (come se la rappresentanza aumentasse se più vicina al rapporto 1:1), bensì al criterio adottato dagli eletti nel discutere e nel decidere basandosi più o meno sulle conseguenze nei rapporti tra i cittadini. E ciò sotto il profilo della quantità e anche della qualità della rappresentanza. Anche dopo il taglio, il suffragio resta democratico, libero, uguale per ognuno nello scegliere la rappresentanza.PERCHE’ si à arrivati al REFERENDUM
Approvato a maggioranza assoluta (molto estesa nella quarta votazione), il taglio avrebbe modificato la Costituzione se un quinto dei senatori non avesse richiesto di sottoporla a referendum. E’ stato determinante il gruppetto di senatori di un partito i quali, dopo aver votato SI’ al taglio nelle 2 votazioni in aula, hanno fatto raggiungere la soglia per il referendum, preferendo far decidere ai cittadini.Nel rispetto delle leggi vigenti, il 29 marzo andremo alle urne. Eppure non serviva far votare i cittadini sul quesito che approva o respinge la legge votata, finché in Senato il quorum non è stato raggiunto facendo una scelta opposta a quelle precedenti in Aula. In realtà il 29 marzo è un obiettivo che mira a logorare il Parlamento con la scusa di preservarne la capacità rappresentativa. Solo che tale capacità non è legata alla quantità degli eletti e a quanto territorio coprano. E’ legata alle scelte espresse dai cittadini circa i progetti politici e circa i rappresentanti eletti per dibattere e decidere quale progetto attuare. In seguito i cittadini giudicano i risultati ottenuti.
EFFETTI del votare SI
I cittadini che vogliono battere le manovre di palazzo riempiranno le urne con il SI’. Questo servirà sia a battere i fautori a parole della democrazia civica (i quali intendono favorire concezioni di governo sopra i cittadini), sia a potenziare le istituzioni rappresentative con i correttivi migliorativi introdotti dal taglio che avvicina ai cittadini.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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18 Febbraio 2020 alle 14:47 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2802 Score: 1Pag 2
= = =
Integrate proposte del 23 e 24 _02 (salvo “conteggi” del senato ” x su 100 mila”).
= = =PRESENTAZIONE DELL’ ARGOMENTO E CONTESTO GENERALE, IN BREVE.
IL CONTESTO: riduzione del numero dei parlamentari
Con questo referendum il popolo italiano viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo: “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita a 200 senatori. La riforma limita a 5 il numero massimo di senatori a vita.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali: «… sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la «ammissibilità del referendum».COSA E COME SI VOTA: “si” o “no” alla riduzione, senza quorum
Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari.
Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale.
Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali coerentemente al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum quindi prevarrà la maggioranza dei voti espressi indipendentemente dal numero dei votanti.EFFETTI: rapporto tra elettori ed eletti
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati e poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. Gli effetti vengono stimati, da chi è favorevole, principalmente in quanto renderebbe più snello il decidere ed anche, sebbene con prudenza, come riduzione di spese. Da chi invece è contrario l’effetto principalmente temuto è la riduzione della rappresentatività.
Questi argomenti verranno presentati più in dettaglio nei capitoli seguenti.
ESEMPI: in altri paesi e contesti
Il problema del numero dei parlamentari è affrontato in modo diverso nei diversi paesi UE.
I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera, in altri il Senato ha funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che:
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale.
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è ora in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione (come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge (come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).DATI comparativi tra diversi paesi
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente, con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti, si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, paese federale, con 0,8).
In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scenderebbe allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti, resteremmo penultimi prima della Germania e dopo la Spagna (1,3).
Nei grandi paesi democratici del mondo, quali USA, Brasile ed India, il rapporto tra elettori ed eletti è intorno ad un eletto ogni 500 mila elettori.LA COSTITUZIONE DEL 48
In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 930 attualmente in vigore.
Con la modifica Costituzionale del 1963, che fissa il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato: vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.SETTE TENTATIVI di riforma, in passato.
Dal 1983 si sono succeduti sette tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
= = =*** la nota esplicativa seguente non fa parte del testo proposto (era un aiuto alla redazione):
NOTA: il testo è approvato da un gruppo di cittadini attivi in comitati favorevoli e contrari.
Integrati i commenti.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Leonello Zaquini.
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BOZZA V5 ( Frase di Nicola, « revisionata » / aggiunti argomenti 8 punti : commissini / costituzione. Caratteri : 3990)
Argomenti per il NO
====
La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già presente ed è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (che, originariamente, era previsto avrebbero dovuto accompagnare la riforma), contribuiscono a generare questa tendenza, che sarebbe rafforzata dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in «funzionari del partito». Al contrario i costituenti precisarono che i parlamentari dovessero agire “senza vincolo di mandato” e quindi: pensando con la propria testa.
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento «economia», ma in paesi con un numero molto più alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti, costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stimata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Anche l’argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » si annulla se si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
– I senatori di partiti di minoranza potrebbero non essere presenti nelle Commissioni, anche in occasioni deliberanti.
– Aumenterebbe il rischio di modifiche costituzionali approvate anche senza referendum dei cittadini, essendo più facile il superamento della maggioranza dei 2/3.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di: gestori di media, canali di informazione … ecc.
Per questo, la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e che durante l’attività legislativa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.
Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.Caro Nicola,
Grazie per il lavoro.Quanto alla frase che hai aggiunto, ti confesso che a me pare ridondante (l’argomento “costituenti” mi pare gia’ presente). In ogni caso
raccomando di modificala frase, in modo da renderla piu’ “oggettiva” e meno “ipotetica”, per esempio nella forma:” I costituenti precisarono che i Parlamentari dovessero agire “senza vincolo di mandato” e quindi: pensando con la propria testa “.
= = =
In quanto “portavoce degli argomenti del NO”, dovremmo a mio parere riuscire ad integrare dei punti ancora mancanti:– commissioni.
– pericolo riforme costituzione senza possibilita’ di voto popolare.
– … Gelli ( non siamo i soli ad averlo citato, poi pero’ tolto per suggerimento di Erminio e motivi di spazio).= = =
Vedo cosa riesco a fare.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
BOZZA V3 (Proposta Erminio, ridotta a 3’700)
Argomenti per il NO.
= = =
La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati .
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già molto presente e grave, è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (che, originariamente, era previsto avrebbero dovuto accompagnare la riforma), contribuiscono a generare questa tendenza, che sarebbe rafforzata dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in « funzionari del partito ».
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento « economia », ma in paesi con un mumero molto piu alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stiamata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Anche l’altro argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
Possiamo quindi affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e anche durante l’attività legislativa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
Caro Erminio,
Ho riletto la tua proposta di “Argomenti per il NO” e sono d’accordissimo.
Sia sui contenuti come anche sul linguaggio.Sono pero’ 6’180 caratteri.
dovremmo restare entro i 4’000.
Avevo fatto lo sforzo di rispettare questo vincolo, redigendo la “BOZZA V2” , ma mi pare che tu hai usato la precedente ed hai poi anche aggiunto delle considerazioni (che condivido).
Occorre fare lo sforzo di rispettare la dimensione che abbiamo raccomandato anche agli estensori del testo “Argomenti per il SI”.
Provi tu? … Provo io?
A parte dei dettagli linguistici ( e’ raccomandato l’uso di vocaboli semplici e facilmente comprensibili, alle volte hai migliorato/semplificato tu il mio testo. Altre volte mi pare migliorabile il tuo), mi pare che delle opinioni diverse possono trovarsi su un unico punto. LO riporto qui:
= = =
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati ed poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica ed è vista sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese. *A seconda dei punti di vista (per il NO o per il SI), può prevalere il primo od il secondo degli argomenti*
= = =E’ opportuno elencare le “ricadute possibili” nel testo introduttivo (IL problema in breve) e non solo negli “argomenti per il NO” e ” per il SI”. Essendo il testo “Neutro” erano e sono indicati i DUE punti di vista e non uno solo.
Ma per raccogliere il tuo commento, propongo di aggiungere una frase (*) per esplicitare questo fatto.= = =
Dimmi cosa ne pensi di questa e delle altre modifiche (indicate con *).
Grazie.Caro Erminio, grazi per ci ommenti ed i contributi.
In gran parte mi paiono assolutamente opportuni (segnati qui di seguito con “OK”), qualche altro mi induce a fare delle contro proposte (segnate dome “*”).
Qui di seguito il testo del “Problema in breve”.
= = =
BOZZA 3 ( Modifiche di Erminio integrate (OK) / modifiche Leo (*)
IL PROBLEMA IN BREVE
= = =
Con questo referendum confermativo il popolo italiano, viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo : “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita e senatori di diritto a vita a 200 senatori. *La riforma impone a 5 il numero massimo di senatori a vita*.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali : « … sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera ».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la « ammissibilità del referendum ».Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari. Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale. Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali coerentemente al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum quindi prevarrà la maggioranza dei voti espressi.
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati ed poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica ed è vista sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese. *A seconda dei punti di vista (per il NO o per il SI), può prevalere il primo od il secondo degli argomenti*.
*La problema del numero dei parlamentari à affrontato in modo diverso * nei diversi paesi UE. I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera oppure in altri il Senato, e con funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che :
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale (OK) ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale. (OK)
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è attualmente in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione ( come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge ( come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, per altro paese federale, con 0,8).(OK) In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scenderebbe (*) allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti.(OK)
In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore
ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 950 attaualmente in vigore
Nel 1963 venne modificata la Costituzione e venne fissato il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti. Per questo, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato : vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo (come detto precedentemente ) di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.La riduzione del numero dei parlamentari a 400 deputati e 300 senatori) porterebbe il paese ad avere circa 1 parlamentare ogni 100 mila abitanti, Tale rapporto sarebbe compreso fra il valore dalla Germania di 0,8 parlamentari per 100 mila abitanti e il valore della Spagna di 1,3 parlamentari per 100.000 abitanti, la Francia e Polonia con in valore di 1,4 parlamentare per 100.000 abitanti Al decrescere del numero complessivo degli abitanti delle singole nazioni Ue, tale rapporto sale progressivamente ed al ventitreesimo posto con la Slovenia che con circa 2.000.000 di abitante tale rapporto sale 6,3 parlamentari per 100.000 abitanti.
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
= = =
Il testo del referendum del 29 marzo è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente :
“Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”,
approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
HO fatto uun calcolo piu’ preciso della lunghezza dei testi nel libretto CH.
Il calcolo e’ difficile perche’ nella nuova versione (… a mio parere peggiorata) ogni tema e’ trattato non in tre ma in 6 capitoletti:
3 brevissimi. ( “il problema” “Si” “NO”)
3 capitoli “normali”. ( “il problema” “Si” “NO”).
In totale ogni capitolo e’ trattato 2 volte (una kag*** …, a mio parere. Scrivero alla confederazione il mio dissenso).
Per saper quanti caratteri ha ongi capitolo occorre “riassemblare” il libretto.
Ho fatto il lavoro per uno dei due temi al voto del 9/02 ( quello sugli alloggi).
Ecco il risultato:
IL PROBLEMA 5532 ( con le note : 7732)
SI 3321
NO 3432
Caratteri con gli spazi.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
BOZZA 2 (aggiunto argomento suggerito da Erminio – riduzione a 3827 caratteri)
= = =
Argomenti per il NO.
= = =
La riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderebbe più difficili le interazioni tra i cittadini e gli eletti e, quindi, faciliterebbe il controllo dei partiti sui rappresentanti.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, in modo da assicurare che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 avremmo oggi circa 100 parlamentari in più.
Il problema ricorrente della democrazia solo rappresentativa per il quale i rappresentanti dei cittadini sono indotti o anche forzati a degenerare in « funzionari del partito » rischia di rafforzarsi. La proposta era nata per accompagnare l’introduzione di strumenti di democrazia diretta i quali però pare siano stati archiviati e la riduzione del numero dei rappreentanti non è accompagnata da alcun correttivo.
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento « economia », ma in paesi con un mumero molto piu alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati molto meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stiamata a 7 millesimi della spesa pubblica.
L’altro argomento della « semplificazione delle procedure » risulta, anche quello, inconsistente : non saranno alcuni interventi in più in Parlamento a porre problemi. Soprattutto se riferissero opinioni di cittadini con i quali i parlamentari possono essere in contatto. Questo sarebbe anzi un vantaggio per la democrazia e per la qualità delle leggi.
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensi che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero ridurrebbe ancora di più la propria rappresentanza. I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di : gestori di media, canali di informazione … ecc.
Possiamo quindi affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività.
– rafforzamento della importanza delle delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e anche durante l’attività legislativa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico : il partitismo e la tendenza alla « degenerazione oligarchica ». Per concludere, non possiamo sapere per quali ragioni nell’arco del tempo in diverse occasioni persone diverse e di diverse tendenze si espressero a favore della riduzione del numero dei rappresentanti, ma constatoamo che anche il Sig. Gelli nel programma della sua P2 avesse proposto la riduzione dei parlamentari. E’ la constatazione di un fatto storico.Il voto NO, corrisponde sia alle intenzioni di chi mira al rispetto del sistema rappresentativo e della rappresentatività del Parlamento, come anche a quelle di chi vorrebbe un miglioramento della democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari esisterebbero più probabilità di legislazione in quel senso .
Ho aggiunto una frase finale al testo “Argomenti per il NO”:
. . .
= = = considerazione aggiunta in seguito al commento di Erminio = = =
Il voto NO, corrisponde sia alle intenzioni di chi mira al rispetto del sistema rappresentativo e della rappresentatività del Parlamento, come anche a quelle di chi vorrebbe un miglioramento della democrazia rappresentativa attraverso l’introduzione di strumenti di democrazia partecipativa e diretta: con un numero più elevato ed eterogeneo di parlamentari esisterebbero più probabilità di legislazione in quel senso .= = =
Mi farebbe piacere raccogliere il suggerimento di Erminio (comunque conservando la rappresentativita’ degli argomenti per il NO, tra i quali ci sono anche persone contrarie alla democrazia diretta. Sono un po’ perlesso … anche perche’ “splafoniamo” sui caratteri.Converrebbe trovare il modo di restringere il testo.
Grazie dei vostri commenti.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
Caro Erminio,
ho riletto con la massima attenzione il testo “Problema in breve” (neutro) , cercando di vedere se e dove potesse essere “di parte”.
Ho eliminato un aggettivo ( “preceduta da solo la Germania” … divenuto: “preceduta dalla Germania”), elle utlime righe del testo.Francamente il resto mi paiono informazioni (sotrico – geocrafiche – di contesto …) oggettive.
Se scopri altri punti che ritieni “di parte” o non pertinenti, ti prego di indircarmeli specificamente.
= = =
Sul tema ” superamento sistema rappresentantivo”, ne abbiamo parlato via rete poco fa.Anche i testi “di parte” devono restare “coerenti al tema” e non estenderlo ad altri temi.
E soprattutto occorre fare lo sforzo di farsi “portavoce” di TUTTI gli argomenti “NO” ( o “SI” ) e non solo di quelli di alcuni ( o “nostri”).Ma, dopo la discussione via rete, mi pare di avere trovato un modo per raccogliere il tuo suggerimento, senza ledere il principio.
Adesso lo implemento e ti / vi chiedo se possa andare.
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Leonello Zaquini.
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