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  • in risposta a: PROPOSTA ATTIVITA "Crisi-governo-agosto19" #1486 Score: 1
    Leonello Zaquini
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    Cari amici,

    Ho riletto il testo qui sopra e (oltre a togliere un po’ dei refusi …) ho cercato di precisare quello che mi risulta fosse stato discusso e concordato durante la riunione, da altre considerazioni, magari anche personali, ed aggiunte scrivendo.

    Vorrei che sia chiaro: non e’ un “verbale della riunione”, ma quello che i tedeschi chiamano “rapporto sulla riunione” , che ammette la presenza di considerazioni personali e successive … (a fare i verbali” resoconti” rapporti …  i tedeschi lo studiano a scuola …)

    in risposta a: Proposta di struttura del Forum #1480 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Caro Roberto,

    Segnalo che il tema “forum” e’ presente in due cartelle: questa e quella precedente (dove si parla anche della nostra organizzazione ).
    Mi pare possa generare un equivoco.

    Visto che le discussioni, soprattutto su quei due temi, non sono “una valanga”. raggrupperei il tutto nella cartella piu’ generale, visto che concordiamo tutti sul fatto che la struttura ridotta sia meglio.

    Che ne dici?
    Se sei d’accordo, tu riesci a farlo?

    in risposta a: AUSPICO UN GOVERNO COLLEGIALE. #1477 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    GOVERNI RAPPRESENTATIVI E COLLEGIALI. UN ESEMPIO.

    Si tratta di uno dei problemi affrontati di recente nel Consiglio comunale della cittadina dove vivo. La decisione di “chiudere l’ asilo ”  viene proposta dalla giunta. Deve essere approvata dal consiglio. Noi consiglieri come nemmeno i cittadini ( tanto meno loro ) non siamo in grado di sapere da CHI della giunta e di QUALE partito provenga la proposta: la proposta viene dall’ ESECUTIVO ( organo COLLEGIALE). Le famiglie , coi bambini , le maestre … manifestano contro la chiusura.
    Contro la proposta del : ESECUTIVO COMUNALE,  costituito da tutti i partiti ( meno uno ) che opéra  collegialmente . Il Consiglio comunale ( legislativo ) deve decidere la proposta : approvare, si o no.. …Prima della votazione tutti i partiti si esprimono per il NO. Qualche singolo consigliere ( dei partiti piu diversi ) si esprime e poi vota a favore. Occorre precisare che la “disciplina di partito”, non si sa proprio cosa sia ed i rappresentanti si sforzano di  rappresentare quello che ritengono il bene dei cittadini, non “del partito” (la chiusura dell’asilo mirava al risparmio … ).

    La proposta di chiudere l’ asilo è rifiutata a larghissima maggioranza .

    Questo, qualche mese fa.

    In Svizzera esistono anche altri stumenti che contrastano il partitismo, questo dei governi collegiali non è l’unico ma à efficace.

    in risposta a: Verita sociali e democrazia #1471 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    4 . IL  MODO OPPORTUNO DEL DECIDERE IN CAMPO SOCIALE.

    Dato quanto detto al punto precedente (3) e dato che spesso una decisione potra’ produrre benefici ad alcuni ma anche inconvenienti ad altri, è ragionevole considerare che per decidere in modo da produrre piu’ probabilmente il massimo bene collettivo à opportuo coinvolgere nella decisione che e’ coinvolto nelle consenguenze della decisione.

    E qui gia’ stiamo parlando di democrazia, visto che e’ definita proprio come: “coinvolgere nelle decisioni chi e’ coinvolto dalle conseguenze”.

    Ma coinvolgere,  come?
    E’ evidente che gia’ il semplicissimo decidere se e come costruire una piscina implica:
    – una raccolta di dati delle piscine gia’ costruite.
    – uno studio dei dati.
    – le competenze tecniche …
    attivita’ che non possono essere richieste ai cittadini, fruitori della piscina.

    Se poi teniamo conto del fatto che certe decisioni che l’umanita’ prende oggi hanno ricadute planetarie, occorre studiare caso per caso il modo migliore per realizzare il coinvolgimento: vanno studiate le forme della democrazia a livello planetario, continetale, regionale, e locale.

    Il criterio di questo studio deve essere quello di fare in modo che, caso per caso, le decisioni siano le migliori possibili tenendo cnto delle condizioni contingenti e pratiche del decidere, che sono molto importanti.

    Spesso anche i tempi della decisione ne condizionano le forme ( come spesso gia’ detto, nal caso di una nave che affonda il perseguimento del bene collettivo, esige che la decisione la prenda il capitano anche se in modo poco democratico …).

    In altri casi e’ opportuno tenere presente che certe decisioni “fanno gola” a certi “potentati” magari poco significativi dal punto di vista del bene collettivo ma molto potenti ed influenti.

    Tutte queste considerazioni e fattori, devono entrare nel merito della forme del decidere collettivo che non possono essere “ottimizzate” in astratto, ma solo in concreto e caso per caso, tenendo conto delle specifiche condizioni.

    in risposta a: Verita sociali e democrazia #1470 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    3 – L’OBIETTIVO DELLE DECISIONI COLLETTIVE.

    E’ forse opportuno esplicitare un fatto: le decisioni hanno l’obiettivo di realizzare benessere / impedire malessere.

    Questo vale per decisioni individuali: gli alberi che fanno cadere le foglie in autunno, … per il padre di famiglia che suggerisce certi studi al figlio, … per chi si compera una casa … ecc ecc.

    Nel caso di una decisione collettiva, le conseguenze della decisione ricadono non su un solo individuo ma su una collettivita’ di individui.
    Il criterio del “ricercare il benessere / impedire il malessere” puo’ essere esteso alla somma del benessere a cui  sottrarre la somma del malessere (qualora esista) che la decisione produce sugli individui coinvolti dalle conseguenze della decisione.
    ( seguendo Bentham, e l'”utilitarismo etico”).

    La ricerca della verita’ in campo sociale, come in altri campi, serve allo scopo di permettere di prendere le decisioni che piu’ probabilmente soddisfano questo obiettivo.

    in risposta a: Verita sociali e democrazia #1468 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    2- COME IDENTIFICARE LE VERITA’ SOCIALI.

    Come nel caso delle api, gli esseri umani devono spesso prendere decisioni che non concernono singoli individui, ma l’intera collettività. L’intera collettivita’ e’ essa stessa una realta’ oggettiva ed in larga misura indipendente dagli individui che ne fanno parte.

    Spesso le decisioni di una collettivita’ devono prevedere il futuro delle evoluzioni della collettivita’ stessa i cui comportamenti sono essi stessi una sorta di realta’ indipendente di cui occorre riuscire a prevedere la verità (sebbene sempre approssimativamente, ma compatibilmente con le necessita’ del decidere).

    Supponiamo per esempio che si debba decidere se costruire o meno una piscina pubblica nel  comune.
    Pur in un caso cosi’ semplice si tratta di dover prevedere un numero piuttosto elevato di cose.
    Sarebbe infatti disdicevole se, una volta costruita la piscina, ad utilizzarla non ci andasse nessuno o ci andassero solo pochi e poche volte.
    Oppure sarebbe disdicevole se le dimensioni della piscina non fossero adeguate al numero dei bagnanti.
    Come anche se la sruttura della piscina stessa (profondita’ … , divisione in settori: buoni nuotatori / non nuotatori … , tipo di riscaldamento … ecc ecc ) non fossero adeguate alle esigenze.

    Si tratta di un esempio banale ma che contiene gli elementi del decidere collettivo: una collettivita’ deve prevedere il futuro del comportamento e delle esigenze della collettivita’ stessa.

    Come identificare, quindi, la verita’ in campo sociale?

    Fondamentalmente si procede come nel campo pratico / scientifico:
    – si elaborano ipotesi , a partire da deduzioni logiche.
    – si verifica la verita’ delle ipotesi esaminando i risultati di esperimenti precedenti.

    Per esempio nel caso della decisione sulla piscina, gli esperimeni precedenti sono ricavabili dalla :
    – analisi dei dati forniti da chi una piscina l’ha fatta precedentemente in cittadine simili a quella dove si deve prendere la decisione.

    quindi:

    —  Vanno raccolti i dati di piscine gia’ costruite ed in uso  in citta / condizioni simili
    — Vanno raccolti dati della soddisfazione / insoddisfazione /cvritiche / suggerimenti degli utilizzatori delle piscine gia’ esistenti.

    Alla fine, e conclusivamente per tutte le decisioni implicate dalla costruzione , che la decisione di costruire una piscina ed il modo di costruirla (dimensioni, collocazione, struttura … ecc ecc) siano state “giuste” lo si puo’ stabilire solo in seguito alla sua costruzione ed il suo uso, mediante delle inchieste, sondaggi di opinione, e critiche / commenti di utilizzatori della piscina.

    Altri casi, meno semplici di quelli dell’esempio, seguono giocoforza un procedimento identico: la “verita’ sociale”, e quindi la correttezza della decisione colettiva, e’ appurabile solo in seguito alla realizzazione dell’ esperimento.

    Se invece di valutare la opportunita’ di costruire una piscina si dovesse valutare la qualita’ di una legge di uno stato, un procedimento potrebbe essere il seguente: verificare il grado di soddisfazione di quella legge dopo che gli effetti della legge si sono fatti sentire.

    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Uno degli esempi da esaminare per la nuova versione della “guida ai comuni”.

    http://www.comune.parma.it/bilanciopartecipativo/it-IT/homepage-bp.aspx

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1417 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Confermato: se si aggiunge un messaggio si elimina la “modificabilita’ ” dei precedenti.

    Questo impedisce di lavorare nella redazione di documenti condivisi: commenti / correzioni e critiche non possono essere integrate nel testo.

    O si elimina questo impedimento o occorre andare a lavorare altrove.
    Per esempio in un meetup:
    https://www.meetup.com/it-IT/l-officina/messages/boards/thread/42780432/40#132002207

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1416 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    attenzione: il messaggio precedente mi appare come “modificabile” (ma non i precedenti).

    Forse la “logica” ( illogica) e’ che restano modificabili solo: l’ultimo messaggio.
    Vediamo con questo, se modifica lo stato del precedente.

     

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1415 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Vedo un “Calogornia” al posto di California (nel primo capitolo) inoltre il primo capitolo (secondo post) e’ doppio ed il secondo post (quello senza nunerazione dell 8 giugno ore 10h11) dovrebbe essere cancellato: essendo un doppione del terzo “post”.

    Non mi si presenta ne’ una possibilita’ di “modifica” (una volta appariva, sebbene in modo saltuario ed irregolare, in alto a destra) ne’ la possibilita’ di cancellare un “post” (il secondo) che risulta essere di troppo.

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1412 Score: 1
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    6- RIFERIMENTI STORICI E LETTERARI

    Già la Repubblica di Venezia aveva affrontato il problema legato al fatto che i partiti sono indotti a fare Gli interessi del partito, nel loro impegno elettorale, più che non gli interessi della collettività.

    L’associazione tra persone era libera, ma era dichiarato ineleggibile a qualsiasi carica chiunque fosse identificabile con un partito o un gruppo di interesse : le cariche pubbliche erano attribuibili sono a cittadini indipendenti [1].

    Lotte politiche molto importanti sono state vinte da “gruppi di interesse” e non da partiti.
    Per esempio:
    – la democrazia diretta in Svizzera ed negli stati USA dove esiste.
    – la lotta all’apparteid di Mandela.
    – la lotta per l’integrazione dei negri americani.

    Altre oprere e studi, in ordine cronologico inverso :

    1°) contemporaneo – Il giornalista Massimo Fini:

    Per esempio qui: http://www.massimofini.it/articoli/sono-i-partiti-il-cancro-del-sistema.

    2°) anni ’80. Berlinguer, in “La questione morale”. (a partire da: “I partiti sono macchine di potere …”).

    3°) Anni 50. Adriano Olivetti: “Democrazia senza partiti” ed Comunita’.

    4°) anni ’40. Simone Weill “Manifesto per la soppressione dei partiti politici”. https://it.wikipedia.org/wiki/Manifesto_per_la_soppressione_dei_partiti_politici

    5°) primi anni ‘900. Ostrogorski,

    https://it.wikipedia.org/wiki/Moisei_Ostrogorski

    6°) fine ‘800 primi ‘900, gli “elitisti” : Gaetano Mosca, Michels, Pareto. Ed anche (in modo diverso) Max Weber.

    Sebbene in modi differenziati, e spesso facendo seguire alle critiche al sistema parlamentare, snaturato dal meccanimo partitico, delle conclusioni a favore di dittature (esempio : Michels).
    Al contrario Ostrogorski è particolarmente interessante perchè indica soluzioni nel potenziamento della democrazia :
    – democrazia diretta.
    – partiti su temi specifici e « a tempo limitato » dato che gli inconvenienti nascono : «  … quando un partito politico, intende prolungare la propria esistenza » .

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1411 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    4- GRUPPO DI INTERESSE – VANTAGGI E SVANTAGGI
    Come detto in precedenza : il presentarsi ad elezioni non è il solo metodo per raggiungere un obiettivo politico e sociale. Spesso non è il più opportuno e non è il più efficace.

    L’alternativa al “partito politico” è il “gruppo di interesse”.

    Un “gruppo di interesse” è una associazione che riunisce aderenti ed attivisti allo scopo di raggiungere UN UNICO oppure un LIMITATO OBIETTIVO, agendo in tutti i modi possibili per forzare il potere politico, in TUTTE le sue possibili componenti, a realizzare l’obbiettivo.
    I gruppi di pressione democratici e popolari in genere agiscono sull’opinione pubblica in modo tale che il potere politico sia indotto a non trascurare l’esigenza.

    I gruppi di interesse agiscono in modo tale da fare si che la concorrenza tra i pariti li spinga a realizzare gli obiettivi : il « partito A » inrtodurrà la legge nel timore che lo faccia « il partito B ».

    I gruppi di interesse, non partecipano direttamente alle elezioni con loro liste (diventerebbero dei partiti ed incapperebbero negli inconvenienti conseguenti), ma colgono l’occasione delle elezioni per « fare pressione » sui partiti e candidati, per esempio facendo circolare « questionari » dove i candidati si debbano esprimere sui temi e facendo conoscere le risposte dei candidati agli elettori.

    -Vantaggi:
    1) il gruppo di interesse, sebbene abbia meno visibilità, ha in genere molto maggiore credibilità presso l’opinione pubblica che non i partiti.
    2) può raccogliere forze molto più disparate dato che non si disperde nel “discutere su tutto” ed anche su temi che dividono e non crea reazioni di « concorrenza ».
    3) può sfruttare la disponibilità di MOLTI rappresentanti politici e non dei “propri”, in concorrenza con altri e quindi tendenzialmente emarginati e che si emarginano.
    4) Il gruppo di interesse non partecipa direttamente alla attività legislativa e pertanto i suo attivisti non sono in “conflitto di interessi” nemmeno quando gli obiettivi concernono le prerogative dei legislatori stessi.
    5) corrono meno il rischio di “imbarcare” carrieristi ed opportunisti, qundi sono più stabili nel perseguire gli obiettivi.

    -Svantaggi
    1°) l’azione legislativa è sistematicamente INDIRETTA e questo (oltre ad esser un vantaggio) rappresenta una difficoltà.
    2°) possono avere maggiore difficoltà ad accedere ai media ed ottenere visibilità.

    Il vocabolo “gruppo di interesse » o « di pressione” (sebbene sociologicamente corretto) non è immediatamente chiaro.
    Spesso viene utilizzato come sinonimo il vocabolo “Movimento”, il quale pero’ in realta’ e’ un’altra cosa.

    5- COSA E’ UN « MOVIMENTO ».

    Si dice “Movimento resistenziale” oppure “movimento risorgimentale” per designare qull’insieme di partiti, gruppi, associazioni ed anche singole personalità che agivano di fatto anche se spesso in modo scoordinato o persino contrastato e in disaccordo per il raggiungimento di uno scopo storicamente e politicamente determinato, per esempio:
    – la cacciata dei nazifascisti dall’Italia.
    – l’unità d’Italia.
    … ecc ecc.

    Per esemplificare quindi diciamo che : il M5S quindi NON è un “movimento” e nemmeno è un “gruppo di interesse” (ma lo è stato, e molto efficace, al tempo dei V day), ma è un partito che fa parte del ben più ampio “movimento per il rafforzamento della democrazia e la lotta alla degenerazione oligarchica dei partiti nel paese”.

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1410 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    3 -PARTITO, VANTAGGI E SVANTAGGI
    Quindi, dato che un partito e’: una organizzazione che si prefigge degli scopi politici mediante l’elezione di rappresentanti negli organi decisionali (legislativo ed esecutivo)

    Questo metodo per fare politica ha i seguenti vantaggi e svantaggi:

    -Vantaggi
    1°) può intervenire direttamente nel processo legislativo.
    2°) ha una grande visibilità, e “mediaticità”, soprattutto se il numero di eletti è importante.

    -Svantaggi
    1°) Le proposte politiche diventano “bandiere elettorali del partito” e non si vuole che si diffondano o che altri le condividano. Spesso non si vuole nemmeno che si realizzino per poterle conservare ed agitare in quanto “strumenti di propaganda elettorale”.
    2°) I partiti o le organizzazioni “vicine” e che sostengono idee simili, diventano “concorrenti elettorali” o potenziali concorrenti: questo allontana la realizzabilità delle proposte politiche che da “obiettivi da raggiungere” diventano “strumenti elettorali” tali da poter essere “agitati” possibilmente senza essere mai raggiunti.
    3°) Il partito esige aiuti e sostegno per la sua campagna elettorale. Quindi esige ed anche attira l’interesse di lobby economiche, finaziarie soprattutto quando dipongono di media influenti e gruppi di pressione che offriranno “strumenti elettorali” in cambio di “interventi legislativi”.
    4°) obbliga il partito a definire una “linea” su tutti i temi della vita politica e sociale, anche se gli obiettivi effettivi e iniziali erano invece ristretti (anche se magarimolto importanti).
    5°) Attira opportunisti e profittatori, desiderosi di “accedere a posti”.
    6°) aizza il “fanatismo di gruppo” per il quale il “bene collettivo” degenera in “Bene del gruppo” e faziosita’.
    7°) i cittadini comprendono perfettamente tutto questo e diffidano delle promesse di chi parla concludendo il suo discorso con un: “e quindi … votate per me” : i partiti hanno meno credibilità. Esempio : un « V day », organizzato oggi dal M5S, avrebbe meno successo.

    I rimendi possibili a quella che è stata definita come « la degenerazione oligarchica dei partiti », sono di certo l’eliminazione del monopolio del potere legislativo, mediante l’introduzione di strumenti di democrazia diretta moderna ed una legislazione che imponga :
    – il rispetto dei programmi elettorali.
    – strumenti di democrazia all’interno dei partiti.

    Questi ed altri strumenti per altro è decisamente poco probabile che vengano introdotti dai partiti stessi senza la « pressione » dei « gruppi di interesse » (detti anche « gruppi di pressione »), da parte dei cittadini..

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1409 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    2- I LIMITI DEI PARTITI POLITICI, LA METAFORA DELLA BOTTEGA
    Nei paesi dove non esiste o è poco utilizzata la democrazia diretta, spesso si da per scontato che il metodo « partitico » di fare politica ( consistente nel fare eleggere propri rappresentanti negli organi decisionali) sia l’unico possibile per realizzare obiettivi politici.
    La storia e la sociologia ci dicono il contrario e ci dicono che i partiti politici hanno oggettivamente e sistematicamente dei limiti nella loro azione.

    Questi limiti non sono legati a « cattiva volontà » e non dipendo dai programmi dei partiti, ma sono intrisenci al fatto stesso di svolgere il ruolo del patito e determinati dalla fatto stesso di partecipare direttamente ad elezioni, presentando propri candidati.

    Questi limiti sono esemplificabili, facilmente, tramite la metafora seguente.

    Supponiamo una bottega, per esempio una salumeria, ed immaginiamo che un salumiere si convinca che la mortadella è buona e faccia bene alla salute.

    Allora, se è un buon salumiere, si sforzerà di :

    – mettere la mortadella in vetrina ed eventalmente anche usarla come insegna della sua bottega.
    – cercherà di impedire che altri bottegai offrano la mortadella.
    – cercherà di vendere la mortadella al prezzo più elevato possibile.

    Così facendo l’onesto e buon bottegaio, sebbene convinto della bontà della mortadella, di fatto è indotto dal suo stesso mestiere di bottegaio ad agire in modo di ridurre il consumo della mortadella.

    Quando invece i cittadini scoprono che la mortadella è buona, agiscono nel modo seguente :

    – cercano di fare si che tutte la salumerie la vendano.
    – cecando di fare si che il prezzo della mortadella sia il più basso possibile.

    Questa metafora esemplifica in modo molto semplice ed intuitivo la differenza tra i partiti ed i gruppi di interesse.

    Ma al di la della metafora la storia italiana recente offre ottimi spunti di reflessione ed esempi.
    Nel 2007 si costituì quello che di fatto era un gruppo di interesse che propose tre leggi di iniziativa popolare , efficacemente sintetizzate nelle frasi :

    – Due mandati poi a casa.
    – Parlamento pulito.
    – Ridateci le preferenze.

    Cittadini anche elettori e simpatizzanti di partiti politici diversi e disparati, attratti dal semplice contenuto delle proposte, accorsero numerosi a firmare. Questo grazie al fatto che l’iniziativa non partiva da nessuno che avesse presentato liste elettorali ne’ si proponeva di farlo e quindi non era « in concorrenza » con altri partiti.

    In un pomeriggio (8 settembre 2007) si raccolsero 350 mila firme : sette volte il numero necessario per una legge di iniziativa popolare italiana (50 mila firme), in un lasso di tempo che era un 360esimo del tempo disponibile (6 mesi) : un record planetario.

    I promotori e gli attivisti del medesimo gruppo di interesse, alcuni anni dopo decisero di presentare candidati ad elezioni politiche, pur meritevolmente dichiarando di « non voler essere un partito » costituirono un partito.

    Le leggi per le quali si erano raccolte le firme e che avrebbero dovuto essere leggi dello stato e valere per tutti :
    – due mandati poi a casa.
    – Parlamento pulito.

    Diventarono l’ « insegna del partito » : gli stessi promotori della raccolta delle firme, diventati il principale partito nel Parlamento, evitano di trasformare in legge – valida – per – tutti quello che preferiscono oggi usare come « insegna ».
    Anche il punto :

    – ridateci le preferenze.
    Lo si usa all’interno della « piattaforma decisionale del partito », invece di essere legge dello stato, valida per tutti i partiti. E questo « esercizio delle preferenze » lo si realizza anche con molte difficoltà e resistenze nel partito stesso ( comprensibilissime e prevedibili in chi fa il « mestiere del partito », pur meritevolmente non volendo incappare nei difetti dei partiti).

    Eppure, nonostante questi limiti, il partito M5S resta di certo all’avanguardia nella battaglia per la democrazia nel nostro paese : i temi di cui stiamo discutendo sono molto presnti in quel partito. Inoltre quel partito ha presentato la proposta di modifica della costituzione per l’introduzione della leggi di iniziativa popolare a voto poplare (detta « referndum propositovo »).

    Il caso del M5S mette ben in evidenza un fatto, già noto e comprensibile, che il ruolo (del bottegaio o del partito … ecc ecc) determina certi comportamenti, a prescindere dalla volontà e dai programmi.

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1408 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    I DUE MODI DI FARE POLITICA : PARTITICO E A-PARTITICO

    = = =

    1 – INTRODUZIONE
    Un partito politico è quella organizzazione politica che persegue i propri obiettivi mirando a fare eleggere rappresentanti negli organi legislativi ed esecutivi.
    Questo modo di fare politica è molto diffuso, in certi contesti è indispensabile che esista ( tanto che molti lo danno come per “scontato”), ma non è l’unico.
    L’altro modo di fare politica à quello del :
    – il gruppo di interesse a-partitico.
    (Detto anche in sociologia “gruppo di pressione”).
    Questo metodo di fare politica consiste nel perseguire alcuni obiettivi politici, ben definiti, propagandando gli obiettivi e facendo leva sulla popolazione affinchè i partiti (possibilmente tutti, o almeno più di uno) sostengano quegli obiettivi negli organi decisionali in modo che si concretizzino in leggi. Il “gruppo di interesse”, a differenza di un partito, non presenta proprie “liste elettorali” in caso di elezioni ma agisce in modo che gli obiettivi del gruppo si realizzino.

    Nel seguito esamineremo i vantaggi e gli svantaggi dei due modi di fare politica e come sia indispensabile che i due sistemi di fare politica siano entrambi attivi. Questo soprattutto nei sistemi democratici dove sia in vigore la democrazia solo rappresentativa, dato che gli strumenti di democrazia diretta sono normalmente stati introdotti (Svizzera, … Calogornia, …) precisamente grazie all’azione di gruppi di interesse e non da partiti (se non indirettamente) e questo è accaduto per le ragioni che illustreremo.
    Quando e dove poi esiste la democrazia diretta moderna, il modo di fare polittica mediante “gruppi di interesse” è naturalmente presente e ben noto ai cittadini, dato che i “comitati di iniziativa” che promuovono le “iniziative legislative” non sono altro che “gruppi di interesse” specifici normalmente scollegati dai partiti politici.

    in risposta a: Partiti / gruppi di interesse / democrazia #1407 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    I MODI DI FARE POLITICA – PARTITICO E A-PARTITICO – INTRODUZIONE

    Un partito politico è quella organizzazione politica che  persegue i propri obiettivi mirando a fare eleggere rappresentanti negli organi legislativi ed esecutivi.
    Questo modo di fare politica è molto diffuso, in certi contesti à  indispensabile che esista ( tanto che molti lo danno come per “scontato”), ma non è l’unico.

    L’altro modo di fare politica à quello del

    – il gruppo di interesse a-partitico.

    (Detto anche in sociologia “gruppo di pressione”).
    Questo metodo di fare politica consiste nel perseguire alcuni obiettivi politici, ben definiti, propagandando gli obiettivi e facendo leva sulla popolazione affinchè i partiti (possibilmente tutti, o almeno più di uno)  sostengano quegli obiettivi negli organi decisionali in modo che si concretizzino in leggi. Il “gruppo di interesse”, a differenza di un partito, non presenta proprie “liste elettorali” in caso di elezioni.

    Nel seguito esamineremo i vantaggi e gli svantaggi dei due modi di fare politica e come sia indispensabile che i due sistemi di fare politica siano entrambi attivi. Questo soprattutto nei sistemi democratici dove sia in vigore la democrazia solo rappresentativa, dato che gli strumenti di democrazia diretta sono normalmente stati introdotti (Svizzera, … Calogornia, …) precisamente grazie all’azione di gruppi di interesse e non da partiti (se non indirettamente) e questo e’ accaduto per le ragioni che illustreremo.
    Quando e dove poi esiste la democrazia diretta il modo di fare polittica mediante “gruppi di interesse” è naturalmente presente e ben noto ai cittadini, dato che i “comitati di iniziativa” che promuovono le “iniziative legislative” non sono altro che “gruppi di interesse” specifici noralmente scollegati dai partiti politici.

    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Caro Paolo,

    dove troviamo la nuova versione?
    Mi pare che al link che c’e’ qui sopra ci sia sempre la stessa versione, ( quella che comincia col parlare dei “confini regionali”).

    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Penso che converrebbe eliminare del tutto il tema “confini regionali”, e se proprio ritieni importante il mettere in ividenza i vantaggi della democrazia esercitata localmente ci farei un accenno, breve e sintetico, alla fine.

    Aspetto una tua versione, magari piu dettagliata sulle “comunita’ vituali”.
    L’aspettava anche Dario.

    Poi volentieri la commento.

    in risposta a: Difficoltà a interpellare correttamente le persone. #1351 Score: 0
    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Caro Luciano,

    Il problema che presenti e’ purtroppo ricorrente in diversi campi di attivita’.
    Lo verifico quando ( una volta al mese ) organizzo la ” table citoyenne ” : mi metto in piazza ed ascolto i ” reclami ” dei cittadini.
    Poi li riferisco in Consiglio comunale.

    Quando insegnavo  ( adesso sono in pensione ) , alla fine di ogni semestre chiedevo agli studenti di dare un ” giudizio” sul mio corso.

    Come vedi , anche se in campi molto diversi, si tratta di ” strumenti di democrazia Partecipativa “.

    In entrambi i casi si verifica ESATTAMENTE quello che dici tu : il ” popolo ” si esprime male” .

    Cosi facendo contribuisce a che si crei un DISTACCO tra ” vertici ” e ” popolo “: i ” vertici ” ( i politici …. i professori … le ” autorita’ … ) trovano l’ alibi che cercavano per ” decidere senza ascoltare ” …. il ” popolo ” se ne rende conto , diventa ” rabbioso ” e … il problema aumenta.

    COME FARE ?

    Ci va un ” filtro”, ma invece di applicarlo prima, come mi pare avete provato a fare voi, in entrambi i casi che ho citato il problema lo ho risolto ” filtrando ” dopo e cioe’:

    -lasciando liberta di espressione.

    – raggruppando poi i commenti che ( anche se espressi male ) dicono la stessa cosa o cose simili.

    – ” Traducendo ” i commenti dei ” gruppi ” piu numérosi e quindi significativi in una forma opportuna ed in proposte concrete.

    Il che fornisce anche un ” peso ” ai commenti.

    Certo ha anche ragione Roberto, infatti lo strumento cardine della ” democrazia Partecipativa ” e’ l’ Assembléa Cittadina, dove il ” filtro ” e’ il ” modératore ” della riunione e chi stila il verbale.

    Ma non sempre e’ possibile organizzarla.

    Grazie Luciano per avere sottoposto un tema cosi interessante.

     

    Leonello Zaquini
    Moderatore
    107 punti

    Caro Paolo,

    Cerco di spiegarmi meglio.

    Il tema centrale della tua proposta mi pare sia le ” comunita virtuali” che , come dici , dovrebbero essere coinvolte nel processo legislativo nazionale ed usufruire di canali di comunicazione moderni. .. .

    Se a queste proposte fai precedere delle considerazioni sui ” confini ragionali ” oltre a parlare di qualcosa che non ha attinenza con la parte essenziale della tua proposta,

    predisponi il lettore a non capire la tua proposta .

    Non pare anche a te ?

     

    Domando anche agli altri il loro parere.

     

     

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