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Mi piace come la hai esposta.
Va benissimo. se devi mansare mail, ai anche il mio appoggio.
Mi piacerebbe sapere prima cosa devi dire a voce, sono molto curioso. 😛
Nicola
Ho fatto una ulteriore modifica.
dopo aver finito di leggere Iperdemocrazia di Rodotà.
tra queste due frasi:
Se almeno potessimo fare delle votazioni elettroniche, parte del diritto che noi possiamo esercitare verrebbe portato avanti.
e
Ecco perché il Voto Elettronico è da prendere non solo in considerazione, ma da sviluppare in maniera ancora più aggressiva, per dare modo ai cittadini di esprimere il proprio voto.
aggiungo quanto segue:
Uno dei problemi del voto elettronico, ma anche cartaceo ovviamente, è la possibile MANIPOLAZIONE della opinione dei cittadini, da parte delle TV e dei giornali, dei media, prima di una votazione, che può influenzare il voto per un referendum o altro, spostandolo in una direzione o l’altra.
Ad esempio, si pensi all’esito diverso che può dare un referendum sulla pena di morte se poco prima delle votazioni si fanno vedere gli atti di un pericoloso omicida o si da notizia della scoperta del vero responsabile di un omicidio, al posto del quale un’altra persona era stata mandata pochi giorni prima sulla sedia elettrica.
Per questo, occorre una chiare e precisa indicazione di come e quando palare dell’argomento del voto, prima della tornata elettorale, proprio come per il voto cartaceo.
E magari unendo il voto elettronico a votazioni classiche cartacee (referendum o elezioni che siano)
per impedire un abuso di informazioni a scapito della comprensione del quesito e ad una manipolata informazione .
Quindi occorre informazione per gli elettori/votanti , in modo che le persone si formino una opinione con informazione neutra, con pro e contro alla domanda posta in referendum, un Libretto/Opuscolo Informativo in stile Svizzero o Oregon per esempio.
Prevedendo per esempio, i referendum in particolari giorni dell’anno o in coincidenza con elezioni politiche, in questo modo il voto referendario è preceduto da una fase abbastanza lunga di informazione e riflessione che permette di epurare dati emozionali più forti dal voto ed impedire un abuso di informazioni a scapito della comprensione del quesito e ad una manipolata informazione.Citazione dal libro:
Iperdemocrazia: Come cambia la sovranità democratica con il web – Rodotà – Laterza – 2013
cap.4 – Refrenrum Elettronici.
Il Sondaggio o Sondocrazia:
“Ora, vincoli tecnici a parte (come quelli che condizionano la formulazione e l’esplicazione delle alternative al numero di caratteri che possono apparire sullo schermo), questa procedura pone problemi sia nella sua fase preliminare, che riguarda la scelta del tema da sottoporre a referendum e, soprattutto, nel momento della scelta delle alternative da proporre ai cittadini. Se, ad esempio, si affronta il tema dei tossicodipendenti, si può chiedere ai cittadini di scegliere tra una politica che preveda il loro arresto, una che preferisca il loro ricovero coatto in un ospedale ed una che punti ad allontanarli il più possibile dalla città considerata. La soluzione scelta dai cittadini potrà essere presentata come quella corrispondente all’opinione della maggioranza, e dunque come la più democratica. Ma ai cittadini non è stato chiesto, ad esempio, se preferivano una politica di prevenzione, di cura volontaria, di graduale reinserimento dei tossicodipendenti nella comunità. Uno schema così semplificato – e ancor più quello referendario secco, che ha come unico sbocco la scelta tra un sì e un no – può dunque tradursi in una pericolosa riduzione dell’area delle scelte dei cittadini, cancellando in modo autoritario (o almeno arbitrario) alternative che pure sono realisticamente proponibili. Il rischio, allora, diventa quello di un’eclissi della democrazia pluralista, visto che può essere preclusa la stessa possibilità di valutazione collettiva di soluzioni che una parte dei cittadini ritiene preferibili. Può, anzi, essere negato uno dei caratteri stessi della democrazia, intesa come un regime che garantisce la non esclusione di alcun tema dalla possibilità di discussione e decisione.Le nuove possibilità tecnologiche assegnano al referendum un ruolo prima impensabile, per la rapidità e la frequenza con cui diventa possibile ricorrere ad esso. Scompare ogni possibile mediatore sociale. La casa/terminale elettronico può essere trasformata in una cabina elettorale permanente. Privata del confronto e della comunicazione reciproca, circoscritta al gioco della domanda e della risposta, la nuova democrazia di massa assumerà i caratteri di una living room democracy, di una soffocante «democrazia del tinello»?”
Queste parole ci devono fare riflettere attentamente sul voto elettronico.
Occorre quindi fare molta attenzione al definire correttamente l’uso del voto elettronico e fare si che non diventi mera illusoria garanzia di democraticità, dovuto al flusso di comunicazioni dei media e non alla necessità specifiche dei cittadini, chiamati a dare risposte a questioni politicamente rilevanti.
Occorre anche fare molta attenzione che l’innovazione tecnologica non tenda prima di tutto a risolversi in un rafforzamento delle posizioni di potere già esistenti, lobbies e altro.Un altro problema di cui tenere conto, è il tema della ‘alfabetizzazione’ dei cittadini, dunque la necessità di diffondere la conoscenza delle nuove tecnologie e della loro modalità d’uso, se non si vuole avviare un processo di esclusione e dunque di riduzione della democrazia. Occorre anche individuare risorse che, oltre che alfabetizzare, aumentino il livello di istruzione e di reddito, in modo che non divengano anch’esse veicolo di esclusione e non influenzino la partecipazione politica. Ampliando la possibilità di intervento dei cittadini, si possono avviare processi di apprendimento sociale, stimolando la partecipazione di individui e gruppi, non più in posizione marginale o subordinata come nei procedimenti di decisione a piramide. Viene così favorito il confronto tra proposte alternative, di cui è anche incentivata la formulazione.
Cit: “La conoscenza crea le condizioni perché altri soggetti entrino da protagonisti nell’arena politica.”
Grazie Leonollo
Manca il libro di Rodotà:
Iperdemocrazia
Altri da menzionare ?
Ed i nostri documenti ?
i PDF di tutto quello presentato ai Global Forum fino ad ora preparati per il Global Forum o altri enti ?
A mio avviso ci andrebbero ance questi, magari con une sezione apposta
Ciao Leonello.
Ho letto i tuoi commenti.
Devo dire spunti molto molto interessanti per il voto.A-1- Metodo di Shulze e Condocert, metodi.
Vedo se riesco a separare i metodi e a farne accenno separato che rimanga comprensibile con il tutto.
A-2 -Per il “proiettile d’argento, cerco di trovare un altro termine , forse così non è cime è ora diventa difficile coglierne il significato intrinseco,
B-
In effetti non si deve pensare che la democrazia sia solo nell’informatica.
Cmq, ci sono luoghi dove la posta cartacea non la puoi usare, vedi i vasti territori africani, dove è quasi impossibile avere un postino ed un servizio di posta.
Mentre sono in molti ad avere un cellulare.
Cmq, sarebbe possibile allestire una cabina elettorale elettronica, con cellulari satellitari, visto che non arriva la fibra o altro filo e nemmeno i normali cellulari potrebbero funzionare.Si potrebbe dire che l’informatica aiuta ad estendere la democrazia in modi diversi.
Non deve essere considera una utopia la DEMOCRAZIA perché senza informatica o rete, non si può avere.
Non sapevo che in Italia, una volta , si poteva votare anche in Stazioni di Polizia , Vigili e forse Militari , Carabinieri e Esercito.
Forse sarebbe una cosa da reintrodurre invece che usare le Scuole.
Ed anche l’ufficio comunale sempre al posto delle scuole.Così in effetti si ridurrebbero i costi del personale per il voto e scrutinio.
Mi paiono ottimi spunti.
- Aggiungi al Frasario
- Non ci sono elenchi di parole per Italiano -> Inglese…
- Crea un nuovo elenco di parole…
- Copia
Leonello,
dovrei aver coretto tutti i punti da te indicati e migliorato e specificato meglio altri.
Spero di aver chiarito i punti dubbiosi.
Il proiettile d’argento è usato per uccidere i Lupi Mannari nella mitologia.
Per il “livello bancario”, si intende per le transazioni elettroniche di denaro elettronico o criptovalute.
Fammi sapere se ho dimenticato qualcosa e se non sono riuscito a spiegarmi meglio.
A me la lettera pare molto buona.
Io la invierei così, senza fare altre modifiche.
Non saprei cosa aggiungere, togliere nulla.
Errori non ne ho visti.
Nicola
Ciao Erminio e Lonello,
sul sito di Michelotto c’è davvero tanta roba.
Dovremmo capire da dove partire anche dal suo sito
http://www.paolomichelotto.it/blog/
Ci ho fatto un giro, ed alcuni link non sono più raggiungibili.
I libri sono visibili sono online. dovrei provare a vedere se riesco a scaricarli, ma dovrei capire se posso farlo o meno, se lui lo permette,o almeno permette al pubblicazione , oppure è meglio fare il rimando al suo link.
Il punto è che se lui poi fa morire il sito, perdiamo i libri e i riferimenti dei link ed anche i nostri non andranno più.
Ora in prima pagina, c’è un documento di Fraccaro risalente al 2018.
Alcuni dovrebbero essere acquistabili, ma i link non vanno, per esempio:
http://www.paolomichelotto.it/blog/sfoglia-libro-democrazia-dei-cittadini/
http://www.mondotroll.it/catalog/product_info.php?products_id=5439&sort=2a
http://www.mondotroll.it/catalog/product_info.php?products_id=5439&sort=2a
http://www.paolomichelotto.it/blog/2008/11/03/capitolo-30-il-voto-postale/
Quindi occorrerebbe farsi un giro di tutti i libri, e vedere cosa è scaricabile e free, e cosa no.
Il fatto ce sia leggibile online nel suo sito, non vuole dire che lo puoi avere anche tu a casa.
Questi sono scaricabili:
https://www.piudemocraziaitalia.org/forum/topic/resoconti-riunioni-dal-31-03-20/
Se sono sue opere, e vogliamo pubblicarle, dobbiamo avere la sua autorizzazione.
Ci sono anche link video interessanti:
Nicola
Erminio,
credo che Leonello , per il libretto, si riferisse al fatto che va usato per aggiornare la GUIDA, NON deve essere modificato.
Per quanto riguarda i documenti, lascerei fuori al complicazione di Google Drive, credo che al FORUM vada bene.
La persona si iscrive e può inserire un suo commento che è la sua proposta, come hanno già fatto altri.
Non capisco la necessità di Google Drive.
Qui sul forum si può votare il documento con VOTE UP o VOTE DOWN.
Task 5:
Votazione elettronica e tecnologia nella democrazia moderna
E-Voting and technology in modern democracy
Nella maggior parte dei paesi, le elezioni si svolgono ancora nello stesso modo in cui sono state svolte per centinaia di anni, con carta e penna, in una cabina elettorale e organizzate centralmente dalle autorità locali.
Negli ultimi decenni, data la alta diffusione dei computer e delle migliori linee di comunicazione Internet, si è cominciato a prendere in seria considerazione il Voto Elettronico come al futuro della democrazia digitale o anche Democrazia Diretta Digitale (DDD).
E le consultazioni online sarebbero state all’ordine del giorno con la Democrazia Rappresentativa Digitale (DRD).
Cosa è successo da allora ad oggi ?
Cosa è cambiato ?
Purtroppo molti esperimenti sono falliti per gli alti costi e per la paura della sicurezza sui dati dei voti elettronici. Il problema principale, forse, è dovuto al numero di anomalie e all’incapacità di verificare che il voti contati siano effettiva espressione della volontà degli elettori e non dovuti a bug o manomissioni nel software o hardware utilizzato.
Molti paesi nel mondo hanno tentato il passaggio, e molti sono tornati alla carta. Alcuni hanno iniziato la sperimentazione.
Il Kenya ha rinunciato. Brasile, Venezuela, Paraguay, Panama, Costa Rica e Messico hanno implementato una qualche forma di voto elettronico. L’India lo ha esteso in tutto il paese.
Democracy Reporting International ritiene che il pericolo maggiore sia che questi governi vedono il voto elettronico come un proiettile d’argento per risolvere tutti i problemi elettorali. I governi quindi, deviano fondi pubblici in costosi esperimenti di voto elettronico, invece che su modi per eliminare problemi di scrutinio, intimidazione elettorale o violenze post elettorale. Il voto elettronico ha creato molte aspettative fino ad ora.
L’insidia è sempre la stessa, come per la carta: il broglio ed il controllo delle schede.
A questi ci si deve aggiungere il problema del controllo del software di voto, che non sia manomesso prima o durante il voto, oltre al problema della autenticazione di chi va a votare.
Se da una parte il voto elettronico permette di avere dalla sua il fatto che si estende il diritto di democrazia, facendo votare anche persone lontane o disabili, per esempio in paesi con vasta estensione territoriale e riduzione dei costi del personale di controllo ed in parte cartaceo, dall’altra molti pensano al rischio del controllo del voto, se chi vota sia veramente chi deve votare, o se vota secondo coscienza o sotto intimidazione diretta o indiretta, problematiche esistenti anche con il voto cartaceo, ricordiamocelo.
Le insidie del voto sono sempre le stesse, sia per un modo che per l’altro.
Quindi alla fine, cosa manca ? Sempre la stessa cosa, la FIDUCIA.
Il problema è che è un serpente che si morde la coda.
Democrazia, fiducia, diritti, sono tutte cose che dovrebbero andare di pari passo.
Purtroppo, nel tempo, molti hanno perso una delle tre, e spesso almeno 2.
Quando manca la fiducia, si perde almeno il diritto o la democrazia.
Quando si tratta di voto elettronico, devono essere affrontati molti problemi, alcuni tra questi sono: la sicurezza del software, la protezione contro il cracking e la garanzia che tutti i voti siano autorizzati e anonimi. Ora ci sono anche nuove tecniche crittografiche, come le blockchain, simili o uguali a quelle usate per la moneta elettronica o criptovalute, la più famosa è il Bitcoin.
Se i corridoi elettronici, quelli dove passano le informazioni, internet per intenderci, sono più sicuri con questo tipo di criptazione dei dati, cosa rende l’informazione sicura alla partenza e all’arrivo? Dovrebbe bastare la fiducia di chi vota e di chi controlla. Purtroppo non è così.
Quindi cosa si può fare ?
Si può fare un controllo sul software che ci permette di votare, in tempo reale, controllando che il codice non sia modificato e diverso da quello consentito e installato alla partenza.
Con software di controllo dell’integrità della memoria e dei programmi attivi necessari. Ma sono metodi che potrebbero essere costosi, e soprattutto occorre rendere sicuro il software fin dalla sua creazione altrimenti si rende vano tutto il processo.
Uno dei metodi possibili per rendere il software sicuro, è l’adozione di software OpenSource, dato che ha sorgenti pubblici, quindi controllabili da chiunque abbia la voglia di farlo, e per questo potenzialmente molto sicuro proprio perché non si può pensare che tutti i programmatori siano in malafede o comprabili o ricattabili tutti assieme, il numero elevato di questa tipologia di persone assicura un maggiore etica e controllo del sorgente. Nuovi software OpenSource per il voto elettronico stanno nascendo e con essi nuovi metodi di sicurezza.
Tra questi citiamo TEZOS, con il protocollo E-CLESSIA, promosso dalla organizzazione no-profit Electis, che esplora e promuove tecnologie per il voto elettronico o democrazia elettronica e rafforzamento della democrazia, mantenendola al contempo sicura, trasparente e rendendola accessibile a tutti.
Electis sta sviluppando e testando il voto blockchain con le università, poiché la fiducia nel sistema è fondamentale in qualsiasi elezione, ed è importante coinvolgere i cittadini in questi progetti e provare nuove tecnologie, in contesti a basso interesse e aperti al mondo accademico e al pubblico.
Un esempio lo sta dando il West Virginia, che ha appena annunciato che amplierà il suo uso del voto elettronico nelle elezioni presidenziali del 2020. La distribuzione sarà ancora molto limitata e disponibile solo per gli elettori disabili, ma è comunque una mossa ambiziosa che sta attirando l’attenzione e le critiche.
Anche le soluzioni decentralizzate di e-voting sono particolarmente interessanti in quanto possono offrire soluzioni a problemi come verificabilità e sicurezza. Gli elettori possono verificare che il loro voto sia stato gestito in modo equo e corretto: non è necessario affidarsi a istituzioni o funzionari dedicati per valutare i voti.
Purtroppo, casi di insuccesso dovuti a cause non imputabili al software, ma errori umani di comprensione del suo utilizzo, capitano e non danno comunque fiducia al voto elettronico, anche se il problema è puramente umano senza malizia di intenti.
Un altro rischio è quello che per risparmiare dei soldi, abbassando i costi del voto con il voto elettronico, si aprono le porte per una possibile dittatura eterna.
La FIDUCIA è cruciale per l’accettazione del voto elettronico per le elezioni future.
Tra i software per la decisioni di Democrazia Digitale, vanno citati:
1- Liquid Feedback o LQFB, introdotto ed usato principalmente dal Partito Pirata.
2- Decide Madrid, usato principalmente in Spagna.
3- DEVOTEE, un sistema di voto elettronico per le decisioni del rilascio e modifica del software (usato da Debian, un sistema Operativo Linux).
Le premesse per LQFB, software OpenSource, sono di avere una Democrazia Liquida, che permette di non centralizzare il potere su una persona o su un gruppo, ma su tutta la collettività dei partecipanti. Quest’ultima include contemporaneamente i concetti di democrazia rappresentativa e democrazia diretta. Ed in questo modo si evita di cadere nel tranello della deriva oligarchica dei partiti, in cui si segue un leader o un gruppo centrale di persone, che decidono, di fatto, le linee guida del partito scavalcando le idee delle persone.
Perché l’idea alla base è che la collettività pensa meglio per il bene della collettività stessa, di quanto lo possa fare un singolo individuo o un gruppo ristretto di persone.
LQFB ha anche la DELEGA di voto. La delega è dare fiducia completa al delegato. La delega di voto viene usata per: proposte di legge, linee guida del partito, aderire ad iniziative e simili, e per ambiti in cui il delegato è più esperto di noi (informatica, legge, cultura, architettura, etc…), ma non per le cariche interne, questo perché i voti devono essere disgiunti dalla singola persona che ha una o più deleghe, così che ogni singolo partecipante si prenda la sua responsabilità di voto.
Una testa un voto in questo caso.
In LQFB, il voto finale NON è segreto, così che si possa verificare che il proprio voto sia andato nel posto giusto, e poter verificare che tutto sia corretto.
In qualsiasi momento si può togliere la delega, sia perché per quella votazione vogliamo essere noi a di SI o NO, e poi ridare la delega, sia se si scopre che il delegato non ha votato secondo le linee di pensiero comune, e si toglie la delega per sempre, perché ha perso la nostra fiducia.
Tutto questo, ogni singola modalità di funzionamento e decisionale, può essere implementato via software all’interno della piattaforma digitale di LQFB.
La delega di voto, per le votazioni pubbliche di stato, non è, per ovvie ragioni di segretezza, da usare ed usabile. Il voto per votazioni di stato, deve essere e restare segreto, e non è quindi possibile dare deleghe. Sarebbe come se per andare in cabina elettorale, invece che andarci Mario Rossi e votare A, ci va Fabio Verdi che voterà anche per noi, e che dovrebbe votare A (ma potrebbe anche votare B). Noi, avendo dato delega di voto, non sapremo mai come voterà effettivamente la persona a cui affidiamo la delega, anche se ha la nostra fiducia e pensiamo che voti come noi o con il suo pensiero di cui ci fidiamo; votare SI o NO per approvare una legge, fare eleggere Tizio o Sempronio, è diverso che dare il parere per una proposta di legge od una opinione su una tematica.
Comunque, LQFB è più usato all’interno del partito e non per votazioni di stato.
Può essere usato per le votazioni e situazioni che non hanno problemi di segretezza del voto.
Anche Decide Madrid è un ottimo software OpenSource per le votazioni elettroniche, già usato in Spagna, con molto successo, ed adottato da varie provincie spagnole.
Decide Madrid è un software completo per il voto elettronico e per le decisioni democratiche.
Offre strumenti informatici come: le Assemblee Cittadine, la Giuria Cittadina, Pianificazione delle Azioni (metodo strategico per focalizzare e decidere i passi da intraprendere per raggiungere certi obbiettivi), le Town Meting (per discutere problemi locali, regionali i nazionali).
Decide Madrid cerca di mettere le persone al centro del processo decisionale, per costruire una democrazia più forte che funzioni per tutti, che dia alle persone il potere reale di portare un cambiamento nella loro vita, comunità e oltre.
A livello decisionale è, in linea di massima, come LQFB e permette di raggiungere una decisione collettiva, che va bene a tutti; a livello di voto elettronico, ha già tutte le caratteristiche ottime per poter essere usato in larga scala.
Forse, e dico forse, gli mancano solo le nuove tecnologia di blockchain, che comunque, possono essere implementate con una nuova versione del software.
L’adozione di tecnologie BLOCKCHAIN a livello globale è ormai partita ed inevitabile.
Tra le nuove tecnologie emergenti, ricordiamo TEZOS e ALSTRIA, ed altre che si stanno affacciando sullo scenario del voto elettronico tra quelle OpenSource.
Cosa permette a TEZOS di essere avanti rispetto ad altri ?
Con il Self-Amendament e On-Chain Governance e la Decentralized Innovation, si evita lo sdoppiamento del progetto in due o più rami distinti, ma simili, così da non diminuire le forze ad esso dedicate, lavorando tutti ad un unico progetto si ha più forza lavoro sia fisica che mentale; le parti interessate possono partecipare e proporre emendamenti, modifiche al protocollo, incoraggiando, in questo modo, la partecipazione e facilitando lo sviluppo e l’adozione di Tezos, raggiungendo un accordo complessivamente accettato da tutti i partecipanti.
Tezos permette anche la delega di voto, e per incentivare la onestà e disincentivare la disonestà, viene richiesto il deposito cauzionale (evitando che venga diluito dall’inflazione).
Se un partecipante si comporta in modo disonesto, può perdere il proprio deposito.
Gli utenti che non desiderano partecipare direttamente alle votazioni, possono delegare altri utenti a farlo per conto loro. Delega che può essere inibita o tolta per votazioni importanti come quelle elettorali cittadine o del paese.
Tezos è usabile sia a livello cittadino che governativo ed anche a livello bancario, per il protocollo di sicurezza implementato.
Parte della sicurezza di Tezos è dovuta alla decentralizzazione dei server, in questo modo, non si ha una connessione peer-to-peer, ma in stile bittorrent per intendersi, appunto decentralizzato, con una distribuzione senza confini e senza server centrali controllabili, inoltre con il protocollo di sicurezza basato su blockchain, è estremamente difficile, se non impossibile, contraffare lo scambio di dati.
Che cosa è ALASTRIA ?
E’ un consorzio che promuove l’economia digitale attraverso lo sviluppo di tecnologie di registrazione decentralizzato basate su blockchain, che vuole creare un sistema usabile sia dai governi che dalle banche.
Sulla scia di Decide Madrid e dopo che è uscita la notizia che Mosca sta lanciando la sua crypto valuta (CryptoRuble), in Spagna nasce (2017) questo consorzio atto a sviluppare un libro mastro cittadino sulle blockchain. Il consorzio è formato da privati (aziende di energia, telecomunicazioni e finanza), e enti pubblici (governo ed università).
Alastria da spazio anche alla IDENTITÀ’ Digitale (ID Alastria) creando quindi uno standard, seguendo le linee guida della Unione Europea sui dati personali dei cittadini (che ne hanno il pieno controllo) e la trasparenza.
Debian con DEVOTEE (DEbian VOTe EnginE) usa il metodo Schulze.
Il metodo Schulze è un sistema di valutazione dei voti sviluppato nel 1997 da Markus Schulze che seleziona un singolo vincitore utilizzando i voti di preferenza. Il metodo può anche essere utilizzato per creare una lista di vincitori. È considerato una variante del metodo di Condorcet.
Il metodo Schulze è utilizzato da numerose organizzazioni tra queste: Software in the Public Interest, Debian, Gentoo, Wikimedia, KDE, Free Software Foundation Europe, Partito Pirata Svedese, Partito Pirata Tedesco, Partito Pirata Italiano, Podemos.
In pratica Debian con Devotee, ha un sistema di tracciamento dei voti che fornisce lo stato delle risoluzioni generali in corso e i risultati dei voti precedenti. Debian usa il metodo Condorcet per le elezioni del leader del progetto.
Semplicisticamente, il metodo Condorcet può essere affermato in questo modo:
– Considera tutte le possibili gare a doppio senso tra candidati. Il vincitore del Condorcet, se ce n’è uno, è l’unico candidato che può battere l’altro candidato in una gara a doppio senso con quel candidato.
Il metodo di voto per il metodo Schulze è lo stesso di altri metodi elettorali preferenziali: ogni votante deve fornire una lista ordinata di preferenze per i candidati.Con l’aumentare delle opzioni votabili (tre, quattro,…) la lista può allungarsi, comprendendo opzioni giudicate sullo stesso piano; ad esempio ordinando la lista così:
A > B > C e D > E e F > G
Un esempio molto semplicistico del metodo, a termine votazioni le liste di preferenza appaiono così (per ogni votante):
- A > B > C > D;
- A > B > D > C;
- D > C > B > A;
- B > C > D > A;
- C > B > D > A.
Il risultato del voto sarà pertanto: B=10, C=8, D=6, A=6 → B > C > A e D
Quindi vince B.
Inoltre, in caso di voto segreto, viene fornito un codice univoco, solo al votante, per verificare che il voto espresso dal votante, sia come voleva che fosse subito dopo aver votato e dopo le votazioni finali.
Si rimanda alla wiki o sito Debian per eventuali approfondimenti sia del metodo Shulze che di DEVOTEE.
CONSIDERAZIONI FINALI
Data l’emergenza globale in cui viviamo in questi primi mesi del 2020, e di cui ancora non si sa la fine, è ovvio che occorre pensare, ancora più di prima e forse con più urgenza, ad un sistema globale di criptazione dei dati sicuro, sia per le transazioni elettroniche che per il VOTO ELETTRONICO.
Perché anche se si può mettere in pausa per un po di tempo l’economia, con le dovute precauzioni di salvaguardia se si vuole che il sistema economico si possa riprendere (vedi Grecia qualche anno fa), la democrazia e lo stato di diritto, il funzionamento dei governi non può e non deve fermarsi.
Per quanto ci sia una eccezione, il Belgio, che è cresciuto economicamente quando i governi sono caduti ed il sistema Belgio è stato retto da un governo temporaneo non eletto per 540 gg.
Un esempio lo abbiamo qui in Italia, proprio ora. Un referendum sul “taglio dei parlamentari” che doveva svolgersi il 29 marzo 2020, è stato rinviato a data da destinarsi, perché in Italia esiste solo il voto fisico, con la carta, recandosi alle urne, e quello via posta è usato solo per i residenti all’estero. Questa metodologia di voto, oltre ad avere costi elevati, ed a fermare le scuole e l’istruzione, perché le scuole sono il luogo più usato per effettuare le votazioni in Italia, essendo gli edifici più diffusi e disponibili per una tale movimentazione cittadina, blocca anche il diritto di voto. Anche se un tempo, in Italia, si usavano Comuni, Caserme e posti di polizia. Se invece avessimo la possibilità di fare in modo sicuro ed accettato da tutti il voto elettronico, potremmo svolgere molte attività di voto e democrazia, senza dover aspettare di poter uscire di casa e chiudere le scuole, e con costi inferiori; comunque, anche a costi paritari o superiori, la democrazia andrebbe avanti e non verrebbe bloccata come accade ora, in cui lo stato di diritto viene fortemente limitato. Se almeno potessimo fare delle votazioni elettroniche, parte del diritto che noi possiamo esercitare verrebbe portato avanti.
Uno dei problemi del voto elettronico, ma anche cartaceo ovviamente, è la possibile MANIPOLAZIONE della opinione dei cittadini da parte delle TV e dei giornali, dei media in generale, prima di una votazione, che può influenzare il voto per un referendum o altro, spostandolo in una direzione o l’altra.
Ad esempio, si pensi all’esito diverso che può dare un referendum sulla pena di morte se poco prima delle votazioni si fanno vedere gli atti di un pericoloso omicida o si da notizia della scoperta del vero responsabile di un omicidio, al posto del quale un’altra persona era stata mandata pochi giorni prima sulla sedia elettrica.
Per questo, occorre una chiara e precisa indicazione di come e quando palare dell’argomento del voto, prima della tornata elettorale, proprio come per il voto cartaceo.
E magari unendo il voto elettronico a votazioni classiche cartacee (referendum o elezioni che siano), avendo fatto informazione per impedire un abuso di informazioni a scapito della comprensione del quesito e ad una manipolata informazione .
Quindi occorre informazione per gli elettori/votanti , in modo che le persone si formino una opinione con informazione neutra, con pro e contro alla domanda posta in referendum, un Libretto/Opuscolo Informativo in stile Svizzero o Oregon per esempio.
Prevedendo per esempio, i referendum in particolari giorni dell’anno o in coincidenza con elezioni politiche, in questo modo il voto referendario è preceduto da una fase abbastanza lunga di informazione e riflessione che permette di epurare dati emozionali più forti dal voto ed impedire un abuso di informazioni a scapito della comprensione del quesito e ad una manipolata informazione.
Citazione dal libro: Iperdemocrazia: Come cambia la sovranità democratica con il web – Rodotà – Laterza – 2013 – cap.4 – Refrendum Elettronici.
Il Sondaggio o Sondocrazia:
“Ora, vincoli tecnici a parte (come quelli che condizionano la formulazione e l’esplicazione delle alternative al numero di caratteri che possono apparire sullo schermo), questa procedura pone problemi sia nella sua fase preliminare, che riguarda la scelta del tema da sottoporre a referendum e, soprattutto, nel momento della scelta delle alternative da proporre ai cittadini. Se, ad esempio, si affronta il tema dei tossicodipendenti, si può chiedere ai cittadini di scegliere tra una politica che preveda il loro arresto, una che preferisca il loro ricovero coatto in un ospedale ed una che punti ad allontanarli il più possibile dalla città considerata. La soluzione scelta dai cittadini potrà essere presentata come quella corrispondente all’opinione della maggioranza, e dunque come la più democratica. Ma ai cittadini non è stato chiesto, ad esempio, se preferivano una politica di prevenzione, di cura volontaria, di graduale reinserimento dei tossicodipendenti nella comunità. Uno schema così semplificato – e ancor più quello referendario secco, che ha come unico sbocco la scelta tra un SI e un NO – può dunque tradursi in una pericolosa riduzione dell’area delle scelte dei cittadini, cancellando in modo autoritario (o almeno arbitrario) alternative che pure sono realisticamente proponibili. Il rischio, allora, diventa quello di un’eclissi della democrazia pluralista, visto che può essere preclusa la stessa possibilità di valutazione collettiva di soluzioni che una parte dei cittadini ritiene preferibili. Può, anzi, essere negato uno dei caratteri stessi della democrazia, intesa come un regime che garantisce la non esclusione di alcun tema dalla possibilità di discussione e decisione.
Le nuove possibilità tecnologiche assegnano al referendum un ruolo prima impensabile, per la rapidità e la frequenza con cui diventa possibile ricorrere ad esso. Scompare ogni possibile mediatore sociale. La casa/terminale elettronico può essere trasformata in una cabina elettorale permanente. Privata del confronto e della comunicazione reciproca, circoscritta al gioco della domanda e della risposta, la nuova democrazia di massa assumerà i caratteri di una living room democracy, di una soffocante «democrazia del tinello» ?” (fine cit.)
Queste parole ci devono fare riflettere attentamente sul voto elettronico.
Occorre quindi fare molta attenzione al definire correttamente l’uso del voto elettronico e fare si che non diventi mera illusoria garanzia di democraticità, dovuto al flusso di comunicazioni dei media e non alla necessità specifiche dei cittadini, chiamati a dare risposte a questioni politicamente rilevanti.
Occorre anche fare molta attenzione che l’innovazione tecnologica non tenda prima di tutto a risolversi in un rafforzamento delle posizioni di potere già esistenti, lobbies e altro.
Un altro problema di cui tenere conto, è il tema della ‘alfabetizzazione’ dei cittadini, dunque la necessità di diffondere la conoscenza delle nuove tecnologie e della loro modalità d’uso, se non si vuole avviare un processo di esclusione e dunque di riduzione della democrazia. Occorre anche individuare risorse che, oltre che alfabetizzare, aumentino il livello di istruzione e di reddito, in modo che non divengano anch’esse veicolo di esclusione e non influenzino la partecipazione politica. Ampliando la possibilità di intervento dei cittadini, si possono avviare processi di apprendimento sociale, stimolando la partecipazione di individui e gruppi, non più in posizione marginale o subordinata come nei procedimenti di decisione a piramide. Viene così favorito il confronto tra proposte alternative, di cui è anche incentivata la formulazione.
Cit: “La conoscenza crea le condizioni perché altri soggetti entrino da protagonisti nell’arena politica.”
Ecco perché il Voto Elettronico è da prendere non solo in considerazione, ma da sviluppare in maniera ancora più aggressiva, per dare modo ai cittadini di esprimere il proprio voto. Ricordandoci che alle porte c’è sempre la possibilità di una deriva dittatoriale se non si fa un uso corretto dello strumento, come per tutti gli strumenti decisionali.
Dobbiamo anche considerare che la Democrazia ha un costo, e ne va tenuto conto, e non si può rinunciare alla democrazia per ridurre il costo dei sistemi elettorali, quali essi siano, cartacei o elettronici.
Occorre quindi tenere ben a mente i vantaggi e gli oneri che la democrazia porta con se.
Ricordiamo che questo non è un elenco esaustivo dei vari metodi e software possibili, ma deve essere un esempio base, uno spunto per ragionare sulla metodologia e sulla fattibilità del voto elettronico.
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29 Febbraio 2020 alle 4:58 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2884 Score: 0Ecco l’ultima modifica e revisione che ho introdotto nel file ver 1.3.6 inviato in chat.
Ho introdotto le modifiche da te indicate e suggerite dal comitato del NO Toscano.
Con il SI, favorite tendenze negative già presenti
In un Parlamento eletto senza preferenze e controllato dai capi-partito, il numero dei parlamentari è secondario .
Riteniamo che la riduzione potrà favorire tendenze negative, purtroppo già presenti nel nostro sistema parlamentare, come il rafforzamento dell’esecutivo ai danni del legislativo e manifestatesi con proposte di modifica della Costituzione rifiutate dai cittadini, che rafforzerebbero : il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dei rappresentanti dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.
Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.
28 Febbraio 2020 alle 1:39 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2865 Score: 0concordo,
è più chiara la frase così
28 Febbraio 2020 alle 1:26 in risposta a: Versione attuale del “libretto” (sul “taglio”) #2863 Score: 0Io modificherei così (grassetto corsivo la parte aggiunta):
Con il SI, favorite tendenze negative già presenti.
In un Parlamento eletto senza preferenze e controllato dai capi-partito, il numero dei parlamentari è secondario .
Ma riteniamo che la riduzione potrà favorire tendenze negative, purtroppo già presenti nel nostro sistema parlamentare e manifestatesi con proposte di modifica della Costituzione rifiutate dai cittadini, che rafforzerebbero : il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dei rappresentanti dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.
Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 9 mesi fa da Nicola.
BOZZA 2
sono a 2948 caratteri.
Ho modificato pochissimo, errori di sintassi e tolti spazi spazi ove possibile
Argomenti per il SI
= = =LE RAGIONI PER VOTARE SI
La democrazia rappresentativa, conquistata nei secoli, fa i cittadini titolari di tutte le scelte pubbliche articolate che non possono materialmente essere gestite con la democrazia diretta dove convivono più di qualche decine di migliaia di cittadini. Ci vuole l’istituto Parlamento, in cui gli eletti discutono e decidono. Non è uno strumento rigido. Aggiorna le regole del convivere al passar del tempo, resta soggetto alla continua valutazione dei cittadini nonché a periodici loro giudizi elettorali individualmente segreti e può avvalersi, secondo norme specifiche, di forme di democrazia diretta su singole tematiche circoscritte.
Il 29 marzo 2020, il voto SI rende più funzionale la democrazia rappresentativa. Infatti il Parlamento ha approvato in doppia lettura a maggioranza il taglio nel numero dei parlamentari. Questo taglio,
– rende più snello discutere e decidere,
– rende più trasparenti gli atti parlamentari,
– agevola giudicare da fuori quanto accade,
– consente allo Stato un risparmio certo, seppure di ammontare assai limitato,
– contrasta alla base la campagna ultra-decennale dei media contro il parlamento
e a favore delle elites di governo distanti dai cittadini.Le critiche al ridurre il numero dei parlamentari senza estendere le riforme ad altri meccanismi istituzionali, non hanno spessore poiché non mutano che l’aver deciso il taglio intanto avvicina ai cittadini e non impediscono di fare in seguito le correzioni che dovessero servire.
Approvato a maggioranza assoluta (addirittura molto estesa nella quarta votazione), il taglio avrebbe modificato la Costituzione se un quinto dei senatori non avesse richiesto di sottoporla a referendum. E’ stato determinante un drappello di senatori sovranisti che, dopo aver votato SI’ al taglio nelle 2 votazioni in aula, ha fatto raggiungere la soglia per il referendum, preferendo far decidere ai cittadini.
Nel rispetto delle leggi vigenti, il 29 marzo andremo alle urne. Eppure non serviva far votare i cittadini sul quesito che approva o respinge la legge votata, finché in Senato il quorum non è stato raggiunto rinnegando le scelte precedenti. Il 29 marzo è un passaggio che mira a logorare il Parlamento con la scusa di preservarne la capacità rappresentativa. Solo che tale capacità non è legata alla quantità degli eletti e a quanto territorio coprano. E’ legata alle scelte espresse dai cittadini circa i progetti politici e i rappresentanti eletti per dibattere e decidere quale progetto attuare con le azioni istituzionali. In seguito i cittadini giudicano i risultati ottenuti.
Riempire le urne con il SI’ è il modo più efficace sia per mettere nell’angolo le manovre di palazzo dei fautori a parole della democrazia civica (i quali intendono favorire concezioni di governo sopra i cittadini), sia per potenziare le istituzioni rappresentative dotandole dei correttivi migliorativi introdotti dal taglio che le rendono più attente alle richieste dei cittadini.BOZZA V4
sono arrivato a 3754 caratteri
ma ho aggiunto anche la frase dei costituenti
Ho ridotti gli spazi e sistemato qua e la.
Fatemi sapere se anche per voi è ancora tutto fluido e con il significato corretto.
Mi pare che siamo stati obiettivi e ci siano le ragioni per il NO chiare e comprensibili.
====
La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari tocca equilibri delicati.
La Costituzione del ‘48 prevedeva un rapporto fisso tra il numero dei parlamentari e quello dei cittadini, assicurava così che tra gli eletti e gli elettori potessero esistere contatti e rapporti.
Senza la riforma del 1963 oggi avremmo circa 110 parlamentari in più.
L’ulteriore riduzione del numero dei parlamentari oggettivamente renderà più difficoltosa l’esistenza di un rapporto personale diretto tra i cittadini e gli eletti, facilitando così il controllo dei partiti sui loro rappresentanti. Tale fenomeno è già molto presente e grave, è tra i motivi dell’aumento dell’astensionismo al voto (ritenuto inutile) e della sfiducia nelle istituzioni. Anche l’assenza del voto di preferenza e di strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, come gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa (che, originariamente, era previsto avrebbero dovuto accompagnare la riforma), contribuiscono a generare questa tendenza, che sarebbe rafforzata dalla riduzione dei parlamentari. In queste condizioni, si rafforza la tendenza che spinge i rappresentanti, allontanati dai cittadini, a degenerare in «funzionari del partito».
I propositori della modifica costituzionale hanno usato l’ argomento «economia», ma in paesi con un numero molto più alto di parlamentari in rapporto ai cittadini, questi parlamentari vengono pagati meno e l’economia è assicurata meglio e senza incidere sulla rappresentatività. Una cattiva legislazione infatti, costa ai cittadini molto più cara che non l’economia della riduzione dei parlamentari, stimata a 7 millesimi della spesa pubblica.
Anche l’argomento della « semplificazione delle procedure » non pare avere consistenza. Se alcuni parlamentari, nel corso dei dibattiti, espongono le loro opinioni e magari quelle di cittadini con i quali possono tenersi in contatto, questo sarebbe un vantaggio per la democrazia e per la qualità della legge, e non una complicazione che esiga di essere « semplificata ».
L’argomento « semplificazione » poi crolla definitivamente quando si pensa che, se approvata, la modifica impone la ridefinizione della legge e delle circoscrizioni elettorali. Le regioni piccole (Basilicata, Valle D’Aosta…) potrebbero trovarsi a poter eleggere solo rappresentanti dei partiti di maggioranza. La circoscrizione estero perderebbe ancora di più la propria rappresentanza (passando da 18 a 12 rappresentanti). I partiti di piccole dimensioni verrebbero penalizzati maggiormente.
Inoltre, per un candidato, la necessità di farsi conoscere da un numero più elevato di cittadini ed in una circoscrizione più estesa, implica maggiori spese elettorali e, soprattutto, maggiore sostegno da parte di: gestori di media, canali di informazione … ecc.
Possiamo quindi affermare che la riduzione del numero dei parlamentari produrrebbe:
– un rafforzamento del legame tra gli eletti ed il partito di appartenenza,
– un rafforzamento del « partitismo » ( consistente nel mirare al bene del partito e non a quello della collettività).
– un rafforzamento della importanza delle lobby di potere (purtroppo esistenti), sia al momento dell’elezione e che durante l’attività legislativa.I costituenti mai avrebbero potuto pensare che un parlamentare NON sarebbe stato ligio al suo dovere e NON avrebbe pensato con la sua testa.
La riduzione non potrà che favorire tendenze negative purtroppo già presenti nel nostro sistema democratico: il partitismo, l’influenza delle lobby, la distanza dai cittadini e la difficoltà dei cittadini di esprimersi ed incidere.Invitiamo a votare NO per riaffermare il ruolo dei parlamentari come rappresentanti dei cittadini ed in continuo contatto con gli elettori, come previsto dalla Costituzione.
BOZZA 4
Modifiche di Erminio integrate/modifiche Leo/Modifiche di Nicola
ho tolto i riferimenti di chi le ha fatte, non serve ormai, occorre verificare che sia fluido e che rimanga con il significato che volevate dare, anche per fare un conteggio corretto dei caratteri.
Così siamo a 4839 caratteri inclusi spazi, senza il titolo e senza il testo della domanda del referendum= = =
IL PROBLEMA IN BREVE
Con questo referendum confermativo il popolo italiano, viene chiamato ad approvare o meno la legge approvata dal parlamento in data 11 luglio 2019 del disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B dal titolo: “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” modifica costituzionale che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a cui si aggiungono senatori a vita a 200 senatori. La riforma impone a 5 il numero massimo di senatori a vita.
– L’ art.138 della Costituzione prevede che le modifiche costituzionali: «… sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera».
– Nei tempi indicati sono state raccolte le firme richieste.
– Il 15 Gennaio la Corte di Cassazione ha approvato la «ammissibilità del referendum».
Votando SI approvate la riduzione del numero dei parlamentari.
Votando NO stabilite che il numero rimanga quello attuale.
Inoltre, in caso di approvazione, verrà modificata la legge elettorale per ridefinire i collegi elettorali coerentemente al numero inferiore dei parlamentari eletti
In questa votazione, trattandosi di un referendum costituzionale, non esiste il quorum quindi prevarrà la maggioranza dei voti espressi.
Il numero dei parlamentari e la definizione dei collegi elettorali influenza i rapporti tra gli elettori e gli eletti, influenza anche i rapporti tra i partiti ed i loro candidati e poi gli eletti, inoltre influenza il processo legislativo. La riduzione implica, ed è vista, sia come un allontanamento tra i rappresentanti ed i cittadini, sia come una semplificazione dei processi decisionali ed una riduzione di spese. A seconda dei punti di vista (per il NO o per il SI), può prevalere il primo od il secondo degli argomenti.
Il problema del numero dei parlamentari è affrontato in modo diverso nei diversi paesi UE.
I paragoni sono resi difficili dal fatto che i sistemi politici possono essere diversi da paese a paese. Per esempio in alcuni paesi esiste una sola Camera in altri il Senato, e con funzioni e prerogative diverse. Nei paesi a struttura federale i parlamenti locali si sovrappongono alle funzioni del Parlamento in uno stato non federale.
In generale però si può constatare che:
– il numero di parlamentari per 100 mila abitanti aumenta nei paesi di piccole dimensioni,
– i paesi con struttura federale ne hanno tendenzialmente meno, dato che è come se avessero più parlamentari rispetto al numero strettamente indicato a livello centrale.
A seconda dei sistemi democratici, possiamo constatare che il numero dei parlamentari può essere fissato in rapporto alla popolazione (come è ora in Austria, e come era nella Costituzione italiana dal 1948 al 1963), oppure in base ad un numero fisso, previsto nella Costituzione (come è in Italia a partire dalla modifica costituzionale del 1963), oppure il numero viene stabilito per legge (come è in Francia, dove la costituzione si limita a fissare dei numeri massimi o minimi).
In base ai dati forniti dal Servizio Studi del Senato Italiano, l’Italia attualmente, con 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti, si colloca al 22° posto tra i 27 paesi europei (al primo posto Malta con 16,6 parlamentari per 100 mila abitanti, all’ultimo la Germania, paese federale, con 0,8).
In caso di approvazione della riduzione dei parlamentari tale rapporto scenderebbe allo 0,99 eletti per 100.000 abitanti.
In Italia, il testo originario della Costituzione (valido tra il 1948 ed il 1963) prevedeva per la Camera, un deputato ogni 80.000 abitanti; per il Senato, prevedeva un senatore ogni 200.000 abitanti, questo avrebbe richiesto in totale di circa 110 parlamentari in più rispetto ai 930 attualmente in vigore.
Con la modifica Costituzionale del 1963, che fissa il numero dei rappresentanti indipendentemente dal numero degli abitanti, in rapporto alla popolazione aumentata negli anni, oggi il rapporto è cambiato: vi è un deputato ogni 96.000 abitanti circa e un senatore ogni 189.000 abitanti circa, ed un rapporto complessivo di 1,6 parlamentari ogni 100 mila abitanti.
La riduzione del numero dei parlamentari a 400 deputati e 300 senatori, porterebbe il paese ad avere circa 1 parlamentare ogni 100 mila abitanti. Tale rapporto sarebbe compreso fra il valore dalla Germania di 0,8 parlamentari per 100 mila abitanti e il valore della Spagna di 1,3 parlamentari per 100.000 abitanti. Al decrescere del numero complessivo degli abitanti delle singole nazioni UE, tale rapporto sale progressivamente ed al ventitreesimo posto con la Slovenia, con circa 2.000.000 di abitanti, tale rapporto sale 6,3 parlamentari per 100.000 abitanti.
Dal 1983 si sono succeduti 6 tentativi di riduzione del numero dei parlamentari. Per motivi diversi non hanno avuto seguito.
= = =
Il testo del referendum del 29 marzo è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente :
“Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019 ?»- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da Nicola.
Pare sia nato il Comitato per il SI
Le mie modifiche aggiunte a quelle di Pasquale.
Spero definitivo.
Entro sta sera vorrei avere una forma definitiva.
——-
Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,Il popolo italiano, con il referendum di prossima emanazione, sarà chiamato a pronunciarsi sul tema della riduzione dei parlamentari.
In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere ciascuno nelle condizioni migliori in modo da poter fare la scelta più intelligente per la collettività intera.
L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa, pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come lo sono i media privati).
Per questo, come voi di certo sapete, nei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta sono presenti da più tempo e sono di uso più frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), esiste e viene gratuitamente diffuso agli elettori il “Libretto delle votazioni” che, su ogni tema referendario, contiene:
– una informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati o gli enti promotori e oppositori.
Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e come associazione Più Democrazia Italia, vi invitiamo caldamente di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
Questa è l’occasione per iniziare un percorso informativo da ripetere per tutti i referendum che verranno, utile al futuro di un’ Italia Democratica, non solo a parole, ma anche nei fatti.
Sarebbe necessaria e di efficace comunicazione pubblica un’operazione del genere.
Attendiamo disponibilità da parte Vostra, anche per contribuire a propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.Grazie per l’attenzione.
Nicola Ragno
Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)P.S.: – A titolo di esempio potete trovare al link sotto riportato, un esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera concernente due temi in votazione nel febbraio prossimo:
Fai clic per accedere a Abstimmungsbroschuere_09-02-2020_it_web.pdf.download.pdf
Le mie modifiche.
——-
Gentili Presidenti del Senato e della Camera,
Gentili parlamentari,Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum, sul tema della riduzione dei parlamentari.
In queste importanti occasioni occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere ciascuno nelle condizioni migliori in modo da poter fare la scelta più intelligente per la collettività intera.
L’informazione, quindi, deve essere al tempo stesso completa, pluralista, accessibile a tutti. Non può essere “di parte”, tanto meno può essere affidata ad entità private e di carattere commerciale (come lo sono i media privati).
Per questo, come voi di certo sapete, nei paesi dove gli strumenti di democrazia diretta sono presenti da più tempo e sono di uso più frequente ( Svizzera … , California … ecc ecc), esiste e viene gratuitamente diffuso agli elettori il “Libretto delle votazioni” che, su ogni tema referendario, contiene:
– una informazione generale, oggettiva e neutra sul problema.
– gli argomenti a favore.
– gli argomenti contro.I testi sono redatti in cooperazione con i comitati a favore del SI o del NO, o gli enti promotori e oppositori.
Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come cittadini e come associazione Più Democrazia Italia, vi esortiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
Questa è l’occasione per iniziare un percorso da ripetere per tutti i referendum che verranno, utile al futuro di un’ Italia Democratica, non solo a parole, ma anche nei fatti.
Potete gentilmente darci conferma del fatto che questo importantissimo strumento di democrazia verrà reso disponibile?
Attendiamo questa conferma da parte vostra, anche per contribuire a propagandarne il corretto uso da parte degli elettori.Grazie per l’attenzione.
Nicola Ragno
Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)P.S.: – A titolo di esempio potete trovare al link sotto riportato, un esemplare del “libretto delle votazioni” svizzero (esistente quindi anche in lingua italiana), attualmente in distribuzione in Svizzera concernente due temi in votazione nel febbraio prossimo:
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 11 mesi fa da Nicola. Motivo: errori di battitura
Mi pare ottimo Leonello.
Ora ho un solo dubbio:
Questa frase:
Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum.
o è meglio:
Il popolo italiano si appresta a votare per il prossimo referendum per il taglio dei parlamentari.
Sono davvero indeciso.
Ciao
Nicola
A me piace , semplice e diretto.
Alcune correzioni da fare :
– L’informazione quindi deve –> L’informazione quindi, deve (la virgola da più enfasi alla frase)
– Per questo, come voi di certo sapere, –> Per questo, come voi di certo sapete, (errore di digitazione)– viene diffuso gratuitamente –> viene diffuso ai cittadini gratuitamente
– A nome dell’ associazione piudemocraziaitalia e per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, vi preghiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico. –> Per il bene del popolo italiano e della sua democrazia, come associazione Più Democrazia Italia e cittadini, vi preghiamo di fare in modo che un testo con queste caratteristiche venga redatto e reso pubblico.
– Portavoce della associazione piudemocraziaitalia –> Portavoce della associazione Più Democrazia Italia (www.piudemocraziaitalia.org)
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